Testo e foto di Corradino Corbò

Pubblicato su Nautica 463 di novembre 2000



NAUTICA SALPA – LAVER 31.5

Che la cantieristica italiana sia apprezzata in ogni parte del
mondo è cosa nota, anche se la maggior parte del pubblico
ritiene, non del tutto a torto, che il merito vada quasi
esclusivamente alle aziende che costruiscono i grandi yacht
destinati ai mercati più esclusivi. Tuttavia, al di
là di questa immagine di grande prestigio, esiste una
realtà produttiva, poco conosciuta a livello
internazionale, che non manca di meravigliare chi pensa che certi
livelli di eccellenza non possano essere raggiunti da chi opera
nelle fasce più basse, per dimensioni e listini. Uno dei
cantieri che meglio rappresentano questa scuola è la
Nautica Salpa, la quale, dopo aver sperimentato tutto lo
sperimentabile su una gamma alquanto estesa di barche aperte, ha
finalmente deciso di trasferire questa importante esperienza nella
produzione di cabinati di piccole e medie dimensioni.

L’occasione di toccare con mano il nuovo orientamento dell’azienda campana
è stata offerta dal debutto del modello Laver 31.5, uno
scafo gradevole fin dal primo impatto ma, quel che più
conta, tutto da scoprire per il suo contenuto fortemente
innovativo. Innanzi tutto, ci troviamo di fronte a uno dei
prodotti più ingegnerizzati (perdonate l’orribile parola)
che si siano mai visti nell’intero panorama nautico italiano, per
non dire di più. Basti pensare che questo cabinato nasce da
qualcosa come settantuno stampi (otto soltanto per il roll-bar),
cioè più o meno dieci volte la quantità
utilizzata da un qualsiasi altro cantiere d’impostazione
tradizionale per produrre una barca di analoghe dimensioni. Quel
che deve impressionare di questa cifra è tutto il lavoro di
progettazione e di standardizzazione svolto prima che gli operai
incominciassero a posare il primo strato di vetroresina della
serie. Il risultato è percettibile ovunque, persino nelle
parti più nascoste, come, per esempio, le superfici interne
dei portelli dei gavoni, che, invece di presentare le tipiche
asperità della fibra di vetro, sono lisce e perfette come
le murate esterne.

Ovviamente, questo enorme sforzo produttivo non avrebbe avuto
molto senso se, alla base del progetto complessivo, non ci fosse
stato un ottimo disegno per l’opera viva. Per mettersi al sicuro
da qualsiasi sorpresa, lo studio tecnico della Salpa ha quindi
scelto un’opera d’autore: una carena planante a V profonda, con
pattini longitudinali estesi fino all’estrema poppa, firmata da
Renato Sonny Levi. È lecito aspettarsi che tale geometria
sia stata pensata per potenze alquanto elevate e, in effetti, una
buona parte dei test di cantiere è stata svolta con una
coppia di Mercruiser 5.0 a benzina, per un totale di ben 560 cavalli.

Al di là delle possibili considerazioni circa il costo del
carburante in rapporto al consumo dei due brillanti motori, resta
il fatto che, con essi, il Laver 31.5 fila la bellezza di 42 nodi.
Ecco quindi che, la motorizzazione della nostra prova – una coppia
di Volvo Penta Kad 32 Diesel, da 170 HP ciascuno – stimola in noi
la curiosità di scoprire come si comporta lo scafo con una
spinta così diversa.

Le cifre parlano chiaro: i due motori
svedesi che, lo ricordiamo, dispongono di un doppio sistema di
sovralimentazione, spingono lo scafo alla brillante
velocità massima di 32.5 nodi, consentendogli un’andatura
di crociera che può essere tranquillamente fissata tra i 25 e i 28 nodi.

Prestazioni di alto livello, dunque, per un cabinato dalle due
anime: una sportiva, capace di soddisfare chi ama la guida
spumeggiante anche sul mosso; una familiare, per chi predilige la
vacanza di medio e lungo raggio. Non bisogna dimenticare, infatti,
che il Laver 31.5 è pur sempre un cruiser che dispone di
due cabine separate, di un grande quadrato attrezzato e di una
toilette che non sfigurerebbe su un cabinato di dieci piedi
più lungo.

SCHEDA TECNICA

Progettista: Renato Sonny Levi (carena); Studio Tecnico cantiere (generale)
Costruttore: Nautica Salpa; via Silvio Pellico, 27 80040 Cercola (NA); tel. 081 7332386; fax 081 7333065; www.salpa.com; [email protected]
Categoria di progettazione CE: A
Importo tassa di stazionamento annuale: L. 585.000
Lunghezza f.t.: m 9,30
Lunghezza scafo: m 9,00
Larghezza massima: m 3,35
Immersione sotto le eliche: 0,80
Dislocamento a vuoto: kg 5.800; a pieno carico: kg 6.500
Portata omologata: 10 persone
Totale posti letto: 4 + 2
Motorizzazione: 2×170 HP Volvo Penta Kad 32 PDP
Potenza complessiva installata: 340 CV
Rapporto dislocamento a vuoto dell’imbarcazione/potenza motori installati: kg/HP 17,05
Tipo di trasmissione: piede poppiero
Velocità massima dichiarata: nodi 32,5
Velocità di crociera: nodi 28,5
Autonomia a velocità di crociera: miglia 230 circa
Capacità serbatoio carburante: litri 2×250
Capacità serbatoio acqua: litri 200
Trasportabilità su strada: trasporto eccezionale
Prezzo con dotazioni standard e motorizzazione della prova: L. 205.275.000 (Euro 106.015,69) + IVA 20%, franco cantiere.

LE IMPRESSIONI

CONDIZIONI DELLA PROVA
Vento: 6 nodi
Mare: quasi calmo

PRESTAZIONI RILEVATE
Tempo di planata da fermo: 7,5 secondi
Velocità di crociera: 28 nodi
Velocità massima: 32,2 nodi

VALUTAZIONI COMFORT E FUNZIONALITÀ

Coperta: perfettamente protetta da un solido pulpito di
acciaio inox che segue tutta la lunghezza dei passavanti, è
praticabile quasi esclusivamente sulla tughetta, che presenta un
utile incasso per l’alloggiamento dei cuscini prendisole
Pozzetto: è il pezzo forte dell’allestimento
esterno, tanto da risultare uno dei migliori in assoluto della
categoria. Ben attrezzato, ergonomico in ogni particolare, amplia
enormemente le possibilità di vita di bordo
Interni: se è scontata la comodità della
cabina amatoriale, con letto matrimoniale, sorprendente è
il risultato raggiunto in quella destinata agli ospiti che, dotata
di due letti gemelli, si sviluppa sotto il livello del pagliolato
della zona di guida. Ottimo il design del quadrato e molto alto il
livello generale di finitura
Comfort passeggeri: assai elevato, grazie anche alla netta
separazione tra le due cabine, divise dal quadrato
Zona cucina: il vano cambusa si sviluppa per madiere subito
a fianco della scaletta d’ingresso, godendo di luminosità e
aerazione naturale; buona la dotazione di ripostigli
Servizi: fuori del comune le dimensioni e la dotazione del
locale toilette, che dispone persino del bidet
Accessibilità e funzionalità vano motori:
decisamente buona, anche perché coadiuvata dal vano
tecnico di mezzanave, accessibile dal pozzetto, che consente di
svolgere nella massima comodità molte delle operazioni di
controllo e manutenzione ordinaria
Quadro e impiantistica elettrica: all’altezza del livello qualitativo generale.