MISTERIOSA MORIA DI FOCHE MONACHE:
dal 19 maggio scorso 36 foche monache sono state rinvenute prive di vita sulle spiagge del Sahara occidentale e della Mauritania. Lo hanno annunciato i biologi del gruppo spagnolo Progetto Foca Monaca LIFE/CEE, che studiano la popolazione africana dal 1994. Le foche appartenevano all’unica colonia esistente che, per numero di individui e struttura della popolazione, meriti ancora questo nome: con una popolazione stimata di 220-300 individui, esclusi i cuccioli, la colonia della penisola di Cap Blanc è tuttavia considerata estremamente vulnerabile, visto che si concentra in due uniche grotte in un tratto di costa lungo appena un chilometro e mezzo affacciata sull’Atlantico. La misteriosa epidemia, che ha colpito solo individui adulti di entrambi i sessi, non ha però interessato i piccoli. L’avanzato stato di decomposizione degli animali non ha consentito di effettuare un’analisi dei tessuti per stabilire la causa della loro morte; tuttavia analisi dell’acqua di mare hanno mostrato livelli particolarmente elevati di tre dinoflagellati altamente tossici: Alexandrium minutum, Gymnodinium catenatum e Dynophisis acuta. I primi due producono una tossina che, in alte concentrazioni, è letale. Sempre a proposito di Foca Monaca, si cercano volontari per quest’estate in Turchia. Il Mersin (Cilician Basin) Project, nato nel 1995, ha come scopo di raccogliere informazioni e condurre studi sul campo per conoscere lo status, la distribuzione e il comportamento della foca monaca in Turchia. Oltre alle attività di ricerca, i volontari condurranno anche un’opera di sensibilizzazione del pubblico tramite mini-sconferenze e proiezioni di diapositive. Partecipazione minima di due settimane. Per informazioni contattare: Ali Cemal Gucu Institute of Marine Sciences, Middle East Technical University P.K. 28 Erdemli – Icel 33731 Turkey, telefono 0090-324-521-2406, fax: +90-324- 521-2327, telex: 67796 dms tr o, infine, e-mail: gucu@deniz.ims.metu.edu.tr.
FIOCCHI ROSA NEI FIUMI CINESI
Una famiglia di ventinove delfini di fiume “bandiera bianca”, trasferita lo scorso anno dallo Yangtze a Wuhan, ha dato alla luce ben 11 cuccioli. Questi cetacei ormai rarissimi nuotano ora nelle acque del Tian’ezhou White-Flag Dolphin National Nature Reserve, nella provincia della Cina centrale Hubei, lontani dall’inquinamento che li avvelenava e dal traffico di barche e di pesca che affollava il grande fiume Yangtze. Un grande successo che fa ben sperare per il futuro di questa specie che, come tutte le specie di delfini di fiume, è estremamente vulnerabile.
PROTEZIONE PER GLI UCCELLI MARINI NELLA PESCA AL TONNO ROSSO
Approvato dai rappresentanti di Giappone, Australia e Nuova Zelanda nella riunione annuale della Commissione per la Conservazione del tonno rosso meridionale, un programma per la riduzione della mortalità di uccelli marini. Tentando di rubare le esche innescate nei palangari; molti di questi (fra cui specie rare come gli albatross) rimangono allamati e vengono poi trascinati sott’acqua dal peso dell’attrezzo di pesca. La commissione si è accordata per trovare metodi che scoraggino questa inutile strage: fra l’altro raccomanda di far affondare le esche al di sotto della portata degli albatri, di liberare gli uccelli ancora vivi, di utilizzare una sorta di spaventapasseri (stracci bianchi fluttanti nel vento attaccati alla poppa del peschereccio) e chiede ai pescatori di non scaricare in mare gli scarti della pesca quando si calino o si recuperino i palangari.
SPADARE ITALIANE, RICONVERSIONE APPROVATA
Il Parlamento europeo e il consiglio dei Ministri ha approvato lo stanziamento dei fondi per la riconversione della flotta che impiega reti pelagiche derivanti. L’Italia e l’Unione Europea stanzieranno 100 milioni di ECU in tre anni. Il problema, come sottolinea il parlamento europeo, non è però risolto visto che altre nazioni continuano ad utilizzare le spadare. Ed è mistero sulla fine che faranno le reti della flotta italiana: e se venissero rivendute ad altre nazioni e quindi di nuovo impiegate in mare?
LA NORVEGIA DI NUOVO A CACCIA DI BALENE
Fra mille polemiche, ai primi di maggio la Norvegia ha riaperto la caccia alle balene: è di 580 balene minke la quota auto-assegnatasi per quest’anno. Nel 1993, dopo una sospensione di sei anni, la Norvegia ha ripreso a cacciare nonostante le rimostranze di tutto il mondo e la moratoria imposta ai suoi membri dalla Commissione Baleniera Internazionale. La Norvegia sostiene che le balene minke non corrono alcun pericolo di estinzione e per questa ragione ha aumentato la quota di cattura di quest’anno dalle 425 dello scorso anno a 580 esemplari. Oltre alla condanna internazionale, la Norvegia deve ore affrontare una impegnativa polemica interna: una cooperativa di pescatori ha fatto causa al governo per la sospensione degli anni passati che avrebbe causato gravissimi danni finanziari.
DUE SETTIMANE PER SALVARE IL MARE:
continuano le campagne di diverse organizzazioni di eco-volontariato per aiutare i ricercatori impegnati nello studio del mare. Vediamo insieme i campi di luglio: Istituto Tethys (tel. 02-7200.1947) organizza stage sui delfini comuni e tursiopi della Grecia Ionica (min, 11 giorni, fino al 12 ottobre. Contributo da 850.000 a 1.100.000 lire); sui tursiopi di Lussino (10 giorni, fino al 12 ottobre. Contributo da 850.000 a 1.100.000 lire); stage sui grampi e capodogli nel mar Ligure occidentale (solo mese di agosto, una settimana per L. 660.000); balenottera comune nel mar Ligure (crociere di 6 o 12 giorni, contributo di 620.000 a 860.000 lire per settimana); e infine quattro stage sulle tartarughe marine: nello Yucatan, in Messico, in Turchia, sull’isola di Rodi e nella sicilia sudorientale. Europe Conservation Italia (tel. 06-474.1241-2) ha in programma un campo ad Erice, Trapani, di sviluppo delle risorse archeologiche, architettoniche e naturalistiche della Sicilia occidentale (due settimane dal 19 luglio al 1 settembre, contributo di 730.000 lire); un progetto tartarughe in Grecia, sull’isola di Zante. E ancora: avvistamento di cetacei nelle Eolie (turni di 10 gg., contributo di L. 1.350.000), in Sardegna (base a terra e uscite in gommone; dai primi di luglio a settembre, contributo di 900.000 lire a settimana), in mar Ligure (crociera su barca a vela, da metà luglio alla fine di agosto; L. 1.500.000 per 11 giorni). Itinerari naturalistici Vivilaguna nella laguna di Venezia curati da “Form per la laguna” (tel. 041-5212830) con il sostegno dell’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE. Quattro gli itinerari con visite guidate per piccoli gruppi, un giorno ogni settimana da aprile a settembre. Ambiente mare (tel. 06-574.7728) organizza crociere di avvistamento cetacei nel mar Ionio (fino a fine settembre, 13 gg. Contributo da 1.100.000 a 1.600.000 lire).
UNA SETTIMANA PER STUDIARE GLI SQUALI:
organizzata dal centro ricerche sugli squali del Mote Marine Laboratory dal 13 al 20 luglio a Paradise Island, nelle Bahamas. Il corso copre la tassonomia, l’evoluzione e l’ecologia degli ambienti marini tropicali e quattro argomenti specifici sugli squali: biologia riproduttiva, biologia sensoriale, ecologia del nutrimento e la vita di alcuni squali delle acuqe tropicali. 15 ore di lezioni e 30 ore di laboratorio o escursioni sul campo con snorkelling, pesca per marcare gli squali e quattro immersioni. Il costo di questo stage settimanale è di 1450 dollari USA e comprende vitto (tranne il pranzo), alloggio, volo da e per Miami, e quattro immersioni. Per informazioni contattare il Dr. Robert Hueter al fax 001-941.388.4312 o all’indirizzo di posta elettronica rhueter@mote.org.
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