GALAPAGOS PERICOLOSE… E IN PERICOLO
La domanda cresce, il pesce diminuisce. Così le flotte pescherecce ecuadoriane, statunitensi e asiatiche, non trovando più pesce in alto mare, hanno cominciato a pescare nelle acque dell’arcipelago delle Galapagos, dove l’ecosistema marino è talmente ricco e particolare da essere stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dalle Nazioni Unite. Alle Galapagos, naturalmente, la pesca è proibita; ma la cronica mancanza di fondi impedisce un serio controllo sulle isole. Ne approfittano così i pescatori di frodo, che qui si riforniscono di oloturie, pinne di squalo e organi maschili delle otarie, prodotti sempre più richiesti dal mercato asiatico. La situazione sta rapidamente degenerando: uno dei guardiani del Parco è ora in fin di vita dopo aver ricevuto una fucilata nello stomaco mentre ispezionava una stazione da campo illegale per il trattamento delle oloturie sull’isola Isabela. Gli ispettori sono stati aggrediti da un gruppo di venti uomini armati.
Mancano i fondi per la sorveglianza, lamenta Jack Grove del Los Angeles County Museum of Natural History; così aumenta rapidamente il numero di barche che si avvicinano alle isole per pescare: squali, a cui prelevano solo le pinne, ingrediente per una zuppa particolarmente ricercata in oriente. Vittime sono anche i leoni marini: la carne è un’ottima esca per gli squali, e gli organi sessuali maschili sono, per gli asiatici, un potente afrodisiaco. “Mancano i soldi per la benzina per pattugliare le isole” si lamenta Grove, e nel frattempo il World Heritage Commettee delle Nazioni Unite ha avvertito il Ministro dell’ambiente ecuadoriano che, se non saranno prese le misure necessarie per proteggere queste acque, lo status di World Heritage Site potrebbe essere modificato. Il governo sta vagliando alcune leggi specifiche per le Galapagos, oggi diventata la regione più ricca della nazione.
ANCHE GLI SQUALI ALLE OLIMPIADI DI SYDNEY
Se nuovi record mondiali verranno battuti nelle acque della baia di Sydney, alle prossime Olimpiadi, forse il merito sarà anche degli squali. Grazie ad un importante intervento di bonifica e di riduzione dell’inquinamento, le acque che circondano l’Opera House hanno visto il ritorno di molte specie marine, fra cui anche gli squali. Negli ultimi mesi la canoa di una donna è stata attaccata da un bronze whaler ed anche un bagnante che nuotava nelle acque del Parramatta River, che sfocia nella baia, è stato vittima di un attacco. Nonostante ciò Tracey Holmes, portavoce degli organizzatori di Sydney 2000, ha confermato che gli attacchi degli squali non hanno fatto cambiare i piani del comitato organizzatore. Gli attacchi sono molti rari e per lo più avvengono dopo piogge torrenziali e comunque sono accaduti lontano da dove si terranno le gare di Triathlon e di vela. Sarà. Ma è probabile che la loro presenza dia uno stimolo in più agli atleti per nuotare ancora più velocemente.
STATISTICHE DI PESCA
La FAO ha reso pubbliche le statistiche 1995 della pesca: la produzione mondiale ha raggiunto la cifra record di 112,3 milioni di tonnellate. L’incremento è dovuto principalmente all’acquacoltura, ritenuta però responsabile di causare problemi ambientali.
MURATORI NOTTURNI
Alcuni scienziati australiani, armati di laser per misurare la crescita delle madrepore, hanno scoperto che i coralli si accrescono più velocemente di notte.
PESCA EUROPEA
Qualcosa forse cambierà nell’eterna lotta per il pesce nelle acque europee. Alla fine di marzo il comitato permanente sulla pesca dell’Unione Europea ha discusso una bozza di compromesso per la ristrutturazione della flotta peschereccia dell’Unione. Nella bozza si propone, fra il 1997 e il 1999, di ridurre del 30% le catture di stock di specie in pericolo e del 20% le catture di stock sovrasfruttati. Per raggiungere questo obiettivo gli stati membri possono scegliere se ridurre la capacità dei pescherecci, ridurre l’attività di pesca o una combinazione delle due cose. Il consiglio dei Ministri della Pesca ha discusso questa proposta il 14 aprile e nel prossimo numero ve ne daremo notizia. Il commissario europeo per la pesca, Emma Bonino, ha annunciato inoltre la revisione della proposta di riduzione delle flotte pescherecce dell’Unione basata su tre principi: 1) gli stati membri dovranno sviluppare programmi di ridimensionamento delle flotte nazionali; 2) questi programmi dovranno essere attentamente monitorati per assicurarsi che le riduzioni avvengano effettivamente e siano permanenti; 3) le azioni tese al rinnovo della flotta debbono essere attentamente monitorate in modo che non venga aumentata la capacità di pesca.
SALVARE LA FOCA MONACA
Non c’è più tempo per discutere: bisogna agire. Così recitava nel 1984 il comunicato della seconda Conferenza Internazionale sulla Foca Monaca mediterranea a La Rochelle. Tutti sono d’accordo e tuttavia ben poco è stato fatto in concreto per mettere in pratica le misure di protezione per il raro pinnipede. Nel 1995 Bill Johnson e David Lavigne hanno raccolto e sintetizzato tutte le informazioni disponibili realizzando una sorta di decalogo per la salvaguardia della foca monaca. Queste linee guida, presto tradotte in francese, greco, spagnolo e turco, sono disponibili sul WWW e possono essere scaricati nel formato Adobe Acrobat (PDF) dal sito http://www.imma.org/guidelines.pdf.
BIBLIOGRAFIA PER GLI AMANTI DELLE TARTARUGHE MARINE
è finalmente accessibile a on-line la The Sea Turtle Online Bibliography attraverso il sito http://nervm.nerdc.ufl.edu/~accstr/biblio.html.
SE AVETE PERSO IL PIÙ IMPORTANTE ARTICOLO SULLO STATO DEGLI OCEANI
pubblicato da Time (“Oceans of Trouble: Are the World’s Fisheries Doomed?”), recentemente insignito di un premio dalla Society of Professional Journalists Sigma Delta Chi, puntate il vostro browser su http://spj.org/sdxawards/08pubservice/index.htm dove troverete tutti i testi e le foto pubblicate.
THE MEDITERRANEAN OCEANIC DATA BASE
è accessibile a http://modb.oce.ulg.ac.be/. Per informazioni sulla mailing list contattare il MODB administrator support@modb.oce.ulg.ac.be.
BARCA TRASCINATA DA UNO SQUALO BIANCO
E’ accaduto a Manukau Harbour, vicino ad Aukland, in Nuova Zelanda. Un pescatore sportivo stava procurandosi la cena a bordo della sua barca, quando “qualcosa” ha afferrato una delle due esche. Immediatamente il supporto della canna è saltato, la frizione ha iniziato a bruciare e la barca, lunga quattro metri, è stata trascinata via. “Volevo tagliare la lenza, ma non potevo mollare le canne per non perderle e così non sono riuscito ad afferrare il coltello. Sono passati cinque minuti prima che potessi cominciare e recuperare parte della lenza. Quando finalmente sono riuscito a portare sotto la barca il pesce, mi sono accorto che si trattava di uno squalo di circa un metro e mezzo di lunghezza. Era uno squalo bianco.” Dopo averlo portato sottobordo, il pescatore ha tagliato la lenza vicino al muso e lo squalo lentamente si è inabissato. A Pasqua, nella stessa baia, è avvenuto un caso simile: un altro pescatore ha raccontato che la sua piccola imbarcazione di alluminio, con tre uomini a bordo, è stata trascinata alla velocità di 2-3 nodi da uno squalo bianco che presumibilmente voleva portarsi via il sacco di esche attaccato all’ancora, in superficie. Dopo qualche minuto, finalmente, lo squalo è ruscito a strappare la sacca, abbandonando la presa: nei resti delle maglie però il pescatore ha trovato il frammento di un dente, successivamente identificato da Malcolm Francis, del National Institute of Water and Atmospheric Research di Wellington, Nuova Zelanda, come il dente di uno squalo bianco.
APPUNTAMENTI
12-13 maggio, Department of Law, University of Nottingham, Regno Unito. Conferenza sulla regolamentazione del commercio di specie in pericolo nella CITES.
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