15 “PRESTIGE” OGNI ANNO IN MEDITERRANEO
– 64.000 tonnellate di petrolio sversate in mare, dalle 5 alle 10.000 in bilico fra il mare aperto e le coste europee, 13.000 ancora nelle stive; 300.000 uccelli marini uccisi, l’80% del pescato in meno e 5 miliardi di euro di danni. È il bilancio, a un anno di distanza, dell’affondamento della petroliera “Prestige”. Moltiplicate ora il tutto per 15 e otterrete la quantità di oli e petrolio che ogni anno finiscono in Mediterraneo: 2.600 tonnellate al giorno sversate illegalmente da petroliere, cargo e navi passeggeri. Lo denuncia il WWF, che chiede l’istituzione di aree “a rischio” dove siano bandite petroliere a scafo singolo, sia esercitata una sorveglianza via satellite per identificare chi lava le cisterne in alto mare, siano imposte delle rotte che evitino zone particolarmente sensibili. Una “scatola blu” consentirebbe poi alle navi di essere identificabili direttamente via satellite e di registrare tutti i dati della navigazione. Ma nell’immediato si spinge per controlli più serrati e per attrezzare i porti per lo smaltimento dei rifiuti.
SENTINELLE ANTI-INQUINAMENTO NELLO SPAZIO
– A 800 chilometri di distanza nello spazio, un satellite sorveglia non visto le coste atlantiche del Canada. Tiene d’occhio le navi che navigano in zone poco o per nulla coperte dai mezzi aeronavali della Guardia Costiera, pronto a denunciarle se scaricano illegalmente le sentine o sciacquano le cisterne vicino alle riserve marine. Nelle foto scattate dal satellite, infatti, gli sversamenti sono bene evidenti e appaiono come zone scure sulla superficie grigia del mare, mentre la nave appare come un puntino luminoso bianco. Rilevato uno sversamento, è sufficiente inviare un aereo o un elicottero della Guardia Costiera per controllare e identificare i trasgressori. I primi risultati sono arrivati appena nove giorni dopo il lancio del progetto. Individuata una chiazza di olio lunga 116 chilometri e larga 200 metri nelle vicinanze di una riserva marina nel Newfoundland, un aereo ha identificato la nave responsabile e l’ha costretta a tornare in porto. Il satellite dell’Agenzia Spaziale Canadese è in grado di rilevare oggetti di dimensioni superiori a otto metri. Il progetto è costato 300.000 dollari e ha avuto una durata di sei mesi, ma in futuro si spera di poterlo rendere permanente. Le autorità canadesi sperano che la presenza del satellite possa contribuire a ridurre il problema cronico dei piccoli sversamenti illegali che ogni anno causano la morte di 300 mila uccelli.
PLANCTON FRA LE NUVOLE
– I ricercatori americani hanno trovato sopra lo stato dell’Oklahoma sali marini e plancton surgelato nelle nubi del dissolto uragano Nora. L’uragano si era scatenato nel 1997 sulle zone costiere americane, eppure i cristalli di ghiaccio e plancton sono stati ritrovati nel bel mezzo del continente americano. Nora si era infatti formato lungo la costa panamense, aveva acquistato energia sorvolando la penisola della Bassa California per arrivare nella California americana e di lì nello Utah e Oklahoma. Le raffiche di vento che avevano polverizzato la superficie del mare avevano poi trascinato sali e minuscoli organismi del plancton per molte miglia, finché sono stati poi afferrati dalle correnti ascensionali e trascinati in alto, dove sono cristallizzati per le basse temperature.
PROZAC NEI PESCI
– Tracce di Prozac nel fegato, muscoli e cervello dei pesci di un ruscello a nord di Dallas: le ha trovate Bryan Brooks della Baylor University. Altri ricercatori hanno dimostrato che concentrazioni anche molto basse della fluoxetina, componente principale del Prozac, rallentano significativamente la crescita di alcuni pesci. Lo sviluppo sessuale del maschio di un pesce fluviale è ritardato di due-quattro settimane. Un serio problema considerato che nel mondo animale, e soprattutto nei pesci, ci sono delle sincronie delicatissime da rispettare: la riproduzione, ad esempio, coincide spesso con la fioritura delle alghe. Così se lo sviluppo sessuale avviene in ritardo le larve potrebbero svilupparsi quando non c’è più nulla da mangiare. Il problema non si limita al Prozac e ai pesci di Dallas, ma si allarga ai molti altri composti chimici derivati dalle medicine che finiscono nell’ambiente. Gli impianti di trattamento dei rifiuti non sono progettati per degradare questi composti, che scivolano indisturbati nei fiumi, nei laghi, a mare. La diffusione nell’ambiente degli antibiotici potrebbe portare ad agenti patogeni resistenti, mentre gli estrogeni derivati dalle urine di donne che prendono la pillola sono i principali imputati per il mancato sviluppo sessuale dei maschi di alcuni pesci di fiume inglesi.
MEDITERRANEAN SEAFOOD EXPOSITION
– Dal 31 gennaio al 3 febbraio 2004 in esposizione le produzioni ittiche. Dal pesce fresco al congelato, alla gastronomia ittica passando per la tecnologia della trasformazione, conservazione, commercializzazione e trasporto. Il Mediterranean Seafood Exposition, il terzo Salone delle Tecnologie e dei Prodotti della Pesca per il Mediterraneo, valorizza quindi un settore vitale nell’economia marittima italiana, che ruota intorno a una flotta di 187.000 tonnellate di stazza lorda con un’occupazione di 99.000 addetti. A ciò si aggiunge il business del conserviero ittico che interessa 124.000 tonnellate di prodotto per 715 milioni di euro.
FLATULENZA COME FORMA DI COMUNICAZIONE
– Accade, pare, nelle aringhe. Ben Wilson della University of British Columbia a Vancouver, Canada, si è accorto che questi pesci generavano dei suoni contemporaneamente all’emissione di bolle d’aria dall’ano. È probabile che questi suoni aiutino le aringhe a mantenere di notte i ranghi serrati dei banchi, quando la visibilità è nulla. La cattiva digestione non c’entra nulla, infatti, perché le aringhe emettono i loro suoni anche a digiuno. I suoni – denominati FRT (Fast Repetitive Tick) – sono più frequenti in condizioni di affollamento, vengono emessi solo la notte e sono di una frequenza percepibile solo dalle aringhe ma non dai loro predatori: tre caratteristiche che inducono i ricercatori a ritenere che si tratti di una forma di comunicazione. La scoperta è stata pubblicata su Biology Letters.
LA GIAMAICA DI GHIACCIO SI È FRANTUMATA IN DUE PEZZI
– Una forte burrasca ha spezzato in due l’iceberg gigante B15 che aveva le dimensioni della Giamaica. Da più di tre anni B15 si era arenato lungo la costa ghiacciata antartica, battuto dalle correnti e dalle onde delle alte latitudini. I due frammenti principali sono tuttora ancorati sul fondale del mare di Ross dal loro stesso peso, mentre otto iceberg più piccoli sono alla deriva in un mare semighiacciato grande quanto la Francia.
GLI OCEANI RIPULISCONO L’ARIA
– “Abbiamo scoperto un processo grazie al quale la natura si depura dall’inquinamento atmosferico” afferma Daniel Rosenfled della Hebrew University di Gerusalemme. Le particelle di inquinanti formano i nuclei attorno ai quali si condensa l’umidità, minuscole goccioline che non cadono come pioggia ma rimangono sospese nell’aria. I sali trasportati dal mare nel vento formano invece nuclei molto più grandi attorno ai quali si addensano gocce d’acqua di dimensioni maggiori. Quando queste cadono come gocce di pioggia trascinano con sé anche i nuclei più piccoli formatisi attorno le particelle inquinanti. È così che, con una doccia “purificatrice”, si laverebbe l’atmosfera dei suoi inquinanti… scaricandoli però in mare.
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