Sommario
L’ONDA PIU’ ALTA DELLA STORIA: 32,20 METRI!
– O per lo meno della storia “registrata” dall’uomo. L’onda gigante è stata generata da un tifone di categoria 4, Krosa, che nella sua corsa verso Taiwan il 6 ottobre 2007 ha incrociato la boa oceanografica che ne ha registrato l’altezza record. Alta come un palazzo di 11 piani, l’onda gigante non viaggiava da sola ma era seguita da una schiera di altre solo leggermente inferiori, tanto da far registrare una media statistica ugualmente record di quasi 24 metri. Due mesi più tardi, una violenta burrasca ha fatto segnare il record in Atlantico: 18,30 metri. I record verranno ufficializzati su Annales Geophysicae, ma non rappresentano l’altezza massima raggiungibile da un’onda: solo l’altezza massima mai rilevata dalle boe oceanografiche.
FINANZIAMENTI: IL 25% DELL’INTERO VOLUME D’AFFARI DELLA PESCA
– Lo sostiene l’ONG Oceana dopo aver analizzato i dati ufficiali della FAO. Il rapporto “Troppi pochi pesci: una valutazione regionale delle attività di pesca nel mondo” mostra come solo il 17% degli stock di pesce in tutto il mondo sia ancora poco o moderatamente sfruttato. Al contrario, più dell’80% sono sovrasfruttati o a rischio di diventarlo. La situazione è particolarmente grave soprattutto nell’Atlantico, nel Pacifico Nord-Occidentale nell’Oceano Indiano occidentale. Oceana ha anche valutato in almeno 20 miliardi di dollari l’entità dei finanziamenti erogati alla pesca ogni anno, che rappresentano l’equivalente del 25% del valore del totale delle catture annuali: una percentuale talmente elevata da incentivare, anziché scoraggiare, il sovrasfruttamento delle risorse. L’entità di questi finanziamenti è tale, sostengono gli ambientalisti, che la loro riduzione rappresenterebbe la più grande ed efficace forma di salvaguardia per gli oceani di tutto il mondo. oceana.org/fileadmin/oceana/uploads/dirty_fishing/toofewfish4.pdf
OGNI GOCCIA D’ITALIA
– Frutto di quattro anni di ricerche e del lavoro di 238 collaboratori, è nato il primo studio interdisciplinare delle risorse idriche italiane: l’ “Atlante tematico delle acque italiane”, pubblicato dal gruppo di ricerca interuniversitario Gecoagri-Landitaly, promosso e finanziato dalla Federazione nazionale dei consorzi di bacino imbrifero montano (Federbim), e realizzato con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’Atlante viene considerato dagli autori un esempio rappresentativo della maggior parte degli ambienti terrestri dal punto di vista ambientale, paesaggistico, economico e culturale.
INQUINARE IN EUROPA DIVENTA REATO PENALE
– Le “gravi violazioni” delle norme europee sulla tutela ambientale saranno punibili con sanzioni penali. I responsabili, siano essi persone fisiche o giuridiche, saranno colpiti da sanzioni stabilite dai singoli stati e che dovranno essere “effettive, proporzionate e dissuasive”. Due gli anni di tempo per i 27 paesi dell’unione per stabilirle e mettersi in regola. Grande soddisfazione è stata espressa dalla Commissione UE, secondo la quale questa norma farà sì che non ci siano più “porti sicurì’ per chi inquina. La norma UE punta l’indice contro varie forme di inquinamento grave provocate da impianti che gestiscono sostanze pericolose, dalla gestione dei rifiuti e delle scorie nucleari, ma colpisce anche il possesso, la cattura, l’uccisione o la distruzione di specie protette di animali e piante e qualsiasi azione che provochi il significativo deterioramento di un habitat all’interno di un sito protetto. Per quanto riguarda i rifiuti, sono sanzionabili penalmente la raccolta, il trasporto, il recupero e l’eliminazione, comprese la vigilanza dei siti di smaltimento che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, del suolo, delle acque, alla fauna e alla flora. Sono altrettanto sanzionabili la produzione, l’importazione, l’esportazione e l’immissione sul mercato o l’uso di sostanze che riducono lo strato di ozono. www.ansa.it
ITALIANA UNA FUTURISTICA MACCHINA “ACCHIAPPAONDE” PER GENERARE ELETTRICITA’
– L’ha progettata un ricercatore della Normale di Pisa e si tratta (pare, perché la sua forma è ancora top secret) di una sorta di mongolfiera subacquea che, sospesa a cento metri di profondità, dovrebbe catturare l’energia delle onde per trasformarla in elettricità. Il prototipo, calato al largo di Marina di Pisa, è riuscito a produrre energia a costi tre volte inferiori al fotovoltaico e simili a quelli dell’eolico. A settembre sarà sperimentato il modello finale. “La macchina è diversa da tutti gli altri progetti per ricavare energia dal moto ondoso” spiega l’inventore Michele Grassi. “Potrà essere utilizzata in acque calme come quelle del Mediterraneo, ma la sua efficienza in oceano potrebbe essere cinque volte superiore”. Il progetto può essere adattato alle diverse esigenze: da impianti in grado di erogare un megawatt a piccole strutture da 100 chilowattora, capaci di soddisfare il fabbisogno energetico di una trentina di appartamenti al costo di 100mila euro.
ANCHE I GIAPPONESI RESTERANNO SENZA PESCE
– L’aumento del costo del pesce in tutto il mondo sta avendo ripercussioni notevoli su un paese come il Giappone, che tradizionalmente ne è grande consumatore. La sempre maggiore richiesta del mercato cinese sta infatti spingendo al rialzo il prezzo del pesce: la Cina dal 2005 ha superato i nipponici diventando la maggiore importatrice al mondo. Al momento il Giappone importa il 40% di ciò che consuma. Secondo un rapporto dell’Agenzia della Pesca giapponese, però, il paese in futuro non potrà più contare sulle importazioni per soddisfare il bisogno interno. fis.com/fis/worldnews/worldnews.asp?l=e&country=&monthyear=&day=&id=28489&ndb=1&df=0
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