La girella ha lo scopo fondamentale di evitare la torsione dei vari elementi che compongono la lenza, primo fra tutti il terminale. Quasi sempre è accoppiata ad un moschettone per l’aggancio al terminale ovvero all’esca. Anche la resistenza della girella è generalmente espressa in libbre: da 20 a 500. In traina è di norma opportuno fare a meno del moschettone che è sempre più voluminoso e più debole della girella. Sono di gran lunga più funzionali e più resistenti (circa il doppio) i modelli in acciaio inox con cuscinetto a sfere.

Cercheremo di evitare l’uso delle girelle quando non sono indispensabili, ossia quando pescheremo con piume semplici o a testa solida o con altri artificiali che non ruotano su loro stessi come determinati pesci finti tipo rapala.

Le girelle non debbono mai avere una potenza inferiore a quella della parte più debole della lenza.Se è appena possibile la eventuale girella di congiunzione fra lenza madre e terminale deve essere di dimensioni ridotte, tali cioè da consentirne l’agevole scorrimento attraverso le carrucole o gli anelli della canna nel momento cruciale in cui la preda oramai prossima alla barca spende tutte le sue energie residue per tentare di liberarsi. In traina lenta con esca naturale la girella serve sempre ma, fatte salve opzioni personali diverse, va piazzata a contatto o quasi a contatto con l’esca naturale medesima. Un caso particolare è quello del drifting, che esamineremo a suo tempo nei dettagli: con questa tecnica la girella è praticamente obbligatoria per congiungere la doppiatura con il terminale.