UN LETTORE CHE NE SA TANTO

Cara Nautica, complimenti per l’articolo “Quanto ne sai?” pubblicato a giugno 2016 (pp.56-61) e per il “salutare esame di coscienza” che sollecita.

Proprio nello spirito di (auto)riflessione critica che propone, vorrei però sottoporvi due dubbi con richiesta di chiarimento.
Il quesito B27 chiede sostanzialmente la definizione di “miglio marino” (miglio nautico, nautical mile), e giustamente la risposta la lega alla lunghezza di 1′ d’arco meridiano (però alla latitudine di 44° 20′).

Dato che si tratta di una misura internazionale, e convenzionale, fissata nel 1929 dal Bureau Hydrographique International, non so se effettivamente – e qui sta la mia prima richiesta di chiarimento – “in altre parti del mondo gli viene assegnato un valore di poco differente”.

Quella che senza dubbio cambia (di una decina di metri, in più e in meno) è la lunghezza dell’arco meridiano a seconda della latitudine di riferimento.
Ma, come dico, se sbaglio sarei ben contento d’essere corretto “invecchio, e sempre più imparo”, dicevano nell’antica Grecia!.
Il secondo dubbio riguarda il quesito B07, che chiede la definizione di “costa sottovento”.
La risposta è senza dubbio corretta, però io ho spesso sentito utilizzare – e io stesso ho utilizzato – questa espressione per indicare una costa che si trova “sottovento” rispetto a una nave, e quindi costituisce, per quella, un pericolo, perché lì la nave stessa sarebbe spinta dal vento, e, possibilmente, dai marosi (frangenti).
Così, lo stesso termine – e, peraltro, il suo contrario, “sopravvento”- verrebbe a dare indicazioni diametralmente opposte dal punto di vista della sicurezza in mare.
Ancora complimenti, e grazie per l’iniziativa del “Nautica Club”, da un vostro lettore affezionato.
Mario Negri

Risponde l’autore dell’articolo, Corradino Corbò

Gentilissimo Signor Negri, è sempre un piacere scoprire che la nostra rivista ha lettori attenti e scrupolosi come lei.
Quesiti B27/B28: 1852 metri è effettivamente la misura del miglio nautico convenzionalmente fissata per arrotondamento  (il reale valore di partenza è 1851,85).

Quando parliamo di valori differenti relativamente ad altre parti del mondo, ci riferiamo, per esempio, al miglio marino inglese (1853,18) e al miglio marino statunitense  (1853,24) che, seppure al di fuori della convenzione, vengono comunque utilizzati nella pratica da alcuni naviganti, anche professionali. Un po’ strano, per la verità, ma vero: lo abbiamo riscontrato di persona.
Quesito B07:  la sua osservazione è perfettamente corretta. Infatti, se non riferita a una posizione relativa, una costa sottovento è effettivamente quella non direttamente investita dal vento, dunque, per usare un altro termine assai diffuso, si può dire che, in quelle determinate condizioni meteomarine, essa risulti come una costa “ridossata”.

Se però, il termine è riferito a una posizione relativa (cioè, una costa sottovento rispetto a una nave), allora ha perfettamente ragione a ritenerla potenzialmente pericolosa, poiché il vento spinge la nave verso di essa e, in caso di avaria, possono derivarne problemi consistenti. Come giustamente osserva, il ragionamento vale anche per il termine contrario di “sopravvento”. Grazie per i graditi complimenti e cordiali saluti.