Sommario

  • Nell’editoriale di Nautica di ottobre, Lucio Petrone ci parla dell’andamento favorevole dell’industria nautica, analizzandone motivazioni e dimensioni, in questo momento in cui il mercato risulta riflessivo. Non un fenomeno circoscritto al nostro paese, ma che interessa tutti i paesi produttori di imbarcazioni da diporto, sia di piccole che di grandi dimensioni. Tra gli elementi che costuiscono l’analisi di Lucio Petrone, anche la diffusione delle barche in funzione delle loro dimensioni, interessante rivelatore della distribuzione della ricchezza.
  • L’utenza. Franco Bechini sul numero di ottobre nella rubrica dedicata all’utenza risponde alla lettera di un diportista, il quale evidenzia lo stato di persecuzione che in alcune zone dell’Italia i diportisti devono ancora sopportare. Naturalmente il Bechini risponde con la simpatia e la competenza che lo hanno reso l’interlocutore ideale per tutti i diportisti che hanno qualcosa da lamentare sullo stato della nautica italiana.
  • Vela libera di ottobre ci parla, per mano di Paolo Venanzangeli, di alcune regole della vela sportiva che stabiliscono che, se un timoniere per esempio, nel corso della sua carriera velica come regatante dilettante, ottiene un certo numero di successi per forza di cose diventa un professionista, anche se vuole continuare a regatare con i dilettanti non può più farlo perché per il regolamento diventa uno “troppo bravo”, che deve competere con i professionisti.
  • Nella rubrica dedicata allo sport Paolo Venanzangeli ci parla della Copa del Rey Agua Brava. Come era facilmente prevedibile, sin dalle prime battute del trofeo, Roberto Bermudez ha avuto facilmente ragione degli avversari, al timone del velocissimo “Caixa Galicia”.
  • Coppa America, “Il dado è tratto”. Paolo Venanzangeli ci introduce al grande evento della Coppa America. Sfida continentale in questa XXXI edizione della più antica competizione sportiva, con l’Europa e l’America che si contendono il diritto di tentare di strappare la “Vecchia Brocca” all’Oceania.
  • Salone di Genova. Da quest’anno, in seguito all’anticipazione della manifestazione fieristica italiana dedicata alla nautica, il numero dedicato al salone diventa quello di ottobre. Dunque, su Nautica di ottobre troverete l’anteprima di tutte le novità che sarà possibile apprezzare a Genova, con descrizioni tecniche e fotografie. Non solo, come ogni anno Nautica offre ai suoi lettori anche la guida al salone, contenente la pianta della fiera e la posizione degli espositori.
  • Il caldo a bordo. In barca come a casa. Franco Bechini ci parla dell’andare in barca durante l’inverno. Al freddo della stagione, infatti, si accompagna l’inevitabile umidità marina a rendere ancor più dura la vita a bordo. Per ovviare a ciò è sufficiente installare a bordo un riscaldatore. Con una spesa contenuta e un consumo moderato, la barca può essere piacevolmente vissuta in qualsiasi condizione climatica, inoltre, la prossima primavera non si avrà la spiacevole sorpresa di trovare le muffe che si formano in questi periodi.
  • Ecoscandaglio a bordo. L’occhio nel blu. Riccardo Fanelli, autore dell’articolo, ci spiega di come ormai l’ecoscandaglio sia divenuto uno strumento indispensabile per tutte le tecniche di pesca. Anzi, viene considerato un vero e proprio attrezzo da pesca. L’autore ne analizza il funzionamento, confrontando le varie tipologie a seconda delle esigenze.
  • Abitare sull’acqua a basso costo. Due anni di “Caber”. L’autore di questo articolo, Vittorio Lombardi, ci racconta l’esperienza avuta con il Caber. A quattro anni dalla presentazione del progetto sulle pagine di Nautica e a due dalla realizzazione del primo esemplare, il Caber si è rivelato ottima sia per la pesca sia per il diporto. Nonostante le ridotte dimensioni, offre due cabine matrimoniali, due servizi, un ampio pozzetto e un vivibile prendisole a prua. Inoltre, assicura buone velocità anche con motorizzazioni ridotte.
  • Un inviato di Nautica tra i vagabondi del mare. L’altra faccia della vela. Nautica invia tra i vagabondi del mare il suo collaboratore che ha già navigato quasi dieci anni, a tempo pieno, per il mondo e ha pubblicato un centinaio di articoli e un paio di libri. In questo articolo Silvio Dell’Accio, il nostro inviato tra i vagabondi del mare, ci illustra il suo progetto e ci parla del popolo del mare e delle ragioni che spingono un uomo a fare la scelta estrema di mollare tutto e partire verso il blu profondo.
  • I segreti della vela. Ci vuole una fisica bestiale. Roberto Neglia, autore dell’articolo, ci parla dei principi fisici alla base della vela. La storia dell’uomo testimonia il suo irresistibile bisogno di aumentare la rapidità di spostamento e le barche a vela non fanno eccezione. Ma cosa determina la velocità di uno scafo, e qual è il prezzo pagato per raggiungerla? Perché è possibile risalire il vento a velocità superiore a quella del vento stesso? In tempi di Coppa America rispolveriamo i fondamenti della fisica della vela.
  • Nautica ha provato per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti imbarcazioni: Comar Yachts Comet 36, Rodman Polyship Rodman 56, Fairline Targa 52, Sealine Sealine S 48, Costruzioni Navali Astondoa Astondoa AS 43, Sessa Marine Key Largo 25, C.N. Arturo Stabile Stama 20 Day
  • Il resoconto del salone di Cannes. Fabio Petrone e Lino Pastorelli, ci illustrano le novità esposte a Cannes in occasione del salone nautico, da loro ritenuto il primo dei saloni nautici italiani a causa della massiccia presenza di cantieri e visitatori nostrani. Molte le novità che sarà possibile apprezzare nuovamente a Genova.
  • Nautica è andata alla scoperta della Nuova Zelanda, dove la natura trionfa. Un paese all’avanguardia che, nononstante la sua posizione geografica, anche grazie alla conquista della mitica Coppa America, ha conquistato fama e prestigio in tutto il mondo.
  • Nautica è andata alla scoperta degli atolli della micronesia: Palau. Tra reef e lagune. L’arcipelago di Palau è un vero e proprio labirinto di isole che, tra canali di mangrovie e laghi salati, racchiude un impressionante varietà di vita marina. In questo particolare ecosistema trovano il loro habitat naturale oltre 700 differenti formazioni coralline e ben 1.500 specie di pesci tropicali.
  • Storia e cultura nautica. La collezione di “Yachts portraits” di Beppe Croce. La nascita dello yachting. Giovanni Panella in questo articolo ci parla della collezione “yacht portraits”, presentata a Venezia in occasione della prima edizione di Navalia e successivamente ospitata a Genova. La collezione si compone di circa quaranta dipinti di notevole interesse, risalenti per lo più alla metà dell’Ottocento, che offrivano ai visitatori un’opportunità unica: quella di avvicinarsi allo spirito dello yachting degli inizi, a un mondo d’imbarcazioni da diporto che oggi ci appare remoto.
  • Nella rubrica dedicata allo sport il resoconto delle seguenti regate: IX Campionato assoluto d’altura, Mondiale 470, Nastro Azzurro, Carthago Dilecta Est, Tiscali Global Challenge, Coppa Primavela, 14° Giro d’Italia a Vela, Maxi Yacht Rolex Cup, 52a Edizione della Centomiglia.
  • La rubrica “Una barca per tutti”, che comprende i piccoli annunci, affronta i seguenti argomenti: il charter: agenzie e proposte di noleggio e itinerario in barca scuole e patenti: indirizzi; Il Consulente l’usato: consigli e suggerimenti sulla manutenzione delle barche, le schede delle barche di una volta e intervista ad un broker; pagine blu.

Editoriale

Mercato riflessivo, industria nautica italiana comunque attiva

IN MARE: UN’ESTATE DA DIMENTICARE

Almeno nella nautica, il periodo positivo prosegue. Nel 2001 c’è stato un ulteriore sviluppo dell’industria di settore, prima in Europa, seguita dall’Olanda e seconda nel mondo, dopo gli Stati Uniti. La produzione lo scorso hanno è cresciuta del 18,5%, con un contributo al prodotto interno lordo italiano, il famoso PIL, che, ha comunicato l’Ucina, sfiora i 1.800 milioni di euro. Il progresso continua ancora nel 2002, attestandosi però, sempre secondo stime dell’associazione degli operatori di settore, solo tra il 5 e il 10%. Le previsioni per il 2003 parlano di costruttori di grandi barche in buona parte coperti da ordini già acquisiti e gli altri che attendono le risultanze del Nautico di Genova. I megayacht e motoryacht italiani piacciono e si propongono sul mercato globale a una schiera sempre più vasta di miliardari.
È vero sono beni che costano, e anche tanto rispetto all’utilizzo che poi se ne fa, ma se c’è questa richiesta e siamo in grado di soddisfarla è un bene per la nostra economia, anche perché, nonostante la congiuntura economica mondiale, se ne prevede una domanda crescente. Ciò spiega perché, sull’onda dei buoni affari conclusi in questi ultimi anni, molte aziende stanno investendo per potenziare le loro strutture con nuovi padiglioni, stabilimenti e basi a mare.

Purtroppo, di contro, si allarga sempre più la forbice tra ricchi e poveri, con tensioni sociali, politiche e di integralismo religioso che pur vanno assolutamente risolte con giustizia. Ma non è questa la sede per discuterne. Restando invece in campo nautico, è la nautica piccola e media a risentirne, anche se fortunatamente parte delle persone molto abbienti – sono decine di migliaia anche in Italia – preferiscono restare su barche medie di qualità, magari ricorrendo al leasing italiano, chiamato all’importante esame del Nautico di Genova.

Perciò sarà più che altro la nautica minore, nel 2003, a dover lottare per il futuro. Lì la forbice si fa già sentire da qualche tempo, e le piccole barche si allontanano sempre più da chi vorrebbe comprarle e tuttavia non può perché incompatibili con le sue disponibilità economiche.

Fortunatamente vendiamo all’estero, anche se in quelle statistiche sono incluse numerose barche acquistate da italiani con il leasing francese e quindi regolarmente battenti bandiera francese. Come indica l’Ucina, la produzione delle imbarcazioni da diporto, nel 2001, ha raggiunto il valore di 1.388 milioni di euro e l’export è cresciuto del 29%, raggiungendo i 1.087 milioni di euro. Ora nella nautica lavorano direttamente 15mila addetti, senza considerare l’indotto, notevolissimo.

E non parliamo solo dei due gruppi maggiori Azimut e Ferretti, ma di qualche decina di belle aziende in sicura espansione.

L’Opa per il pacchetto azionario di Ferretti è andata buon fine e ora il Gruppo potrà sviluppare i suoi investimenti senza i condizionamenti di una Borsa sempre più umorale, mentre chi ha investito sul titolo è stato premiato.

C’è da segnalare anche un incoraggiante sviluppo industriale della nautica in Sicilia e in Calabria e un pò in tutto il Mezzogiorno afflitto peraltro da una gravissima carenza di portualità turistica, senza porti rifugio su lunghissimi tratti di costa. Però, sono barche destinate anch’esse in gran parte all’esportazione o al centro-nord. In proposito l’Ucina presenterà a Genova il suo progetto di portualità per il Mezzogiorno, che, per la sua importanza, dovrebbe rientrare nel programma Obiettivo della Finanziaria 2002.

Il problema più grave da risolvere, a questo punto, insieme a quello della portualità turistica, è che si possa contare su un mercato interno. “Esportare troppo è un pericolo” – è il grido d’allarme del presidente Ucina, Paolo Vitelli. “Occorre un mercato interno per parare almeno in parte un’eventuale caduta o rallentamento delle esportazioni”.

“Impossibile – rispondiamo noi – se si ripeteranno stagioni come quella appena trascorsa”.

Purtroppo, l’estate a mare, tra il maltempo che è imperversato per quasi tutta l’estate e le difficoltà burocratiche che hanno tartassato i naviganti è da dimenticare e non induce a darsi alla nautica ma ad uscirne. La confusione normativa, infatti, impera:

sindaci di isole e località nautiche costiere che emanano ordinanze, ahimè di loro competenza, che impediscono di ormeggiare e prendere il bagno a meno di 200 metri dalla costa, rendendo praticamente impossibile a chi ha una barca di usarla per la principale ragione d’acquisto;
aree marine protette dove, pagando, si può fare tutto, anche infischiarsene delle ordinanze delle Capitanerie;
aree marine protette non segnalate dove si prendono multe milionarie e sta al buon cuore del pubblico ufficiale non procedere alla confisca dell’imbarcazione;
coste dove, anche in assenza di aree di balneazione, non si sa mai se si possa o meno atterrare con la barca;
divieti sulla sicurezza, emanati dagli oltre 90 uffici marittimi con giurisdizione sulle nostre coste, che chi naviga non può assolutamente conoscere;
divieti riguardanti il demanio marittimo emanti da migliaia di enti locali regionali, questi ancora più misteriosi per chi va in barca;
corpi di polizia marittima operanti “in concorso” alla Guardia Costiera che, andando a scartabellare nelle pieghe del Codice della navigazione – com’è noto, si ricorre sempre ad esso per quanto non previsto nelle leggi di settoreleggi di settore – che invece di svolgere opera di prevenzione come quelli delle CP – chiedono assurdamente alle barche da diporto adempimenti non assolti neanche dalle navi.
Navigare nei mari italiani, infatti, è diventato praticamente impossibile. Abbiamo un’industria nautica che primeggia nel mondo, ma tra poco per andare in barca dovremo trasferirci all’estero. La patria del diritto si è incartata da sola e diventa ogni giorno più prigioniera della sua burocrazia.

Speravamo in una nuova legge che ridesse serenità alle nostre navigazioni, elimindando quanto meno una parte degli handicap, ma il contrasto di priorità e interessi ha rallentato un iter che a livello parlamentare si prometteva abbastanza veloce. Doveva essere approvata dalla Camera in tempo per il Salone Nautico di Genova, per poi passare all’esame del Senato. A meno di un miracolo non sarà così, perché l’intenzione dei proponenti è quella di apportare tutti gli emendamenti nell’esame in aula a Montecitorio per approvarla senza emendamenti al Senato e averla vigente prima della prossima stagione nautica.

Resta comunque da dire che tra diatribe e modifiche di tipo politico e amministrativo, gran parte delle innovazioni e della deregulation previste nei testi originali dell’on. Luigi Muratori e del sen. Mauro Cutrufo si son perse per strada, mentre si riaffacciano nuovi problemi che speravamo risolti. Ci riferiamo ancora una volta alla portualità turistica, ma ne parleremo un’altra volta.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Troppo bravi
rubrica: Vela libera | annata: 2003 | numero: 486 | pagina: 345

2
Approvate finalmente le “raccomandazioni tecniche per la progettazione dei porti turistici”
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 340
3
Mercato riflessivo, industria nautica italiana comunque attiva: Un’estate da dimenticare
rubrica: Attualità | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 164
4
Citroen C8: Spazio alla francese
rubrica: Autonautica | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 330
5
Seat Leon Total Traction 4: Cuor di Leon
rubrica: Autonautica | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 334
6
La borsa dell’usato: I prezzi dell’usato
rubrica: Borsa nautica | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 501
7
Charter in Nuova Zelanda: Il paradiso dei velisti
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 486
8
Il mondo di Arawak
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 485
9
Noleggio di barche a motore
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 488
10
Novità Cataboat
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 485
11
Speciale Barcolana
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 485
12
Abitare sull’acqua a basso costo: Due anni di “Caber”
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2002 | numero: 486 | pagina: 242

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