Sommario

  • Nelleditoriale di Nautica di novembre, Lucio Petrone ci suggerisce una riflessione sull’ottimo stato di salute della nautica italiana, che seppur con la speranza che questo momento favorevole possa durare a lungo, necessita di alcune attenzioni al mercato interno per favorirne lo sviluppo futuro.
  • L’utenza. Franco Bechini prendendo spunto dalla lettera di un diportista, il quale lamenta i costi eccessivi che è costretto a sostenere un appassionato di nautica ritenendoli del tutto immotivati. Inutile dire che Bechini si trova in perfetta sintonia con il lettore, offrendoci le sue riflessioni dalle quali emerge che la nautica italiana potrebbe davvero stare meglio, potrebbe essere un sogno per tutti e non da ricchi.
  • Vela libera di è dedicata alla Coppa America, in particolare al duello tutto italiano tra Luna Rossa e Mascalzone. Il “derby italiano” di Coppa America ha suscitato l’interesse del grande pubblico e Paolo Venanzangeli, autore dell’articolo, coglie l’occasione per parlarci delle modifiche apportate allo scafo di Luna Rossa, nella zona prodiera dove ora si osserva un “ginocchio” pronunciato che sembra dare i suoi risultati.
  • Sul numero di Nautica di novembre troverete il resoconto del Salone Internazionale di Genova. Foto e schede tecniche di tutte le imbarcazioni novità proposte dai cantieri alla kermesse genovese, tutti gli accessori dedicati al mondo della nautica che le aziende hanno proposto in anteprima al pubblico italiano, sono illustrati e spiegati dai nostri esperti.
  • Nella rubrica dedicata allo sport Paolo Venanzangeli ci parla della Marina Yachting Sardini Cup, chiamandola ironicamente Americàs Cup. La squadra statunitense è tornata a conquistare la vittoria nella manifestazione che aveva fatto sua già nella seconda edizione del 1980.
  • Americàs Cup, la coppa per tutti. Roberto Neglia in questo articolo da lui scritto e illustrato, ci svela i segreti della Coppa America per comprendere al meglio le manovre degli equipaggi durante le regate e le scelte tattiche. Regole d’ingaggio, percorso di regata, manovre, i compiti dell’equipaggio. Un vademecum per capire la regata più bella del mondo.
  • Attrezzature di coperta/7, i verricelli salpa ancora. Mezzi dalle origini antichissime, sono arrivati a oggi attraverso una lunga e mai interrotta evoluzione. Indispensabili sulle grosse imbarcazioni, sono molto utili anche su natanti con dimensioni ben più contenute. Dalla macchina più semplice agli attuali contenitori di tecnologie d’avanguardia. Vediamo insieme alcuni aspetti delle problematiche relative alla scelta e all’installazione di un verricello salpa ancora.
  • Nautica è andata alla scoperta delle Maldive, fuori dalle solite rotte. Luca Sonnino Sorisio, autore dell’articolo e delle fotografie, ci spiega che quando pensiamo ai mari più belli del mondo, ci vengono spontanee alla mente immagini di incantate spiagge tropicali, classici stereotipi fatti di sabbia bianchissima e palme che si protendono verso acque dai magici colori. Potremmo pensare che tutto ciò sia frutto della nostra fantasia, invece, è sufficiente visitare le Maldive per rendersi conto che è la realtà.
  • Nautica ha provato per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti imbarcazioni: OY Nautor Swan 45, Grand Banks Yacht Aleutian Class 64 RPH, Pursuit Pursuit 3800 Express, Chaparral Signature 350, Bavaria Yachtbau 34 Sport.
  • QI Composites, l’esame della vetroresina con gli ultrasuoni. Un’azienda italiana ha introdotto una tecnologia innovativa per l’esame di tutti i compositi, sia in carbonio che vetroresina, monolitici o a sandwich. L’esame agli ultrasuoni permette di osservare “al microscopio” la struttura di ogni stratificazione senza necessità di tagliare la barca.
  • Storia e cultura nautica. L’ultimo romanzo di Folco Quilici, “Mare Rosso”. Nel suo ultimo romanzo, Folco Quilici narra la ricerca di un tesoro nascosto in un mercantile inglese affondato a fine ‘800 tra i reef delle Isole Dahlak. Durante le perlustrazioni, gli organi subacquei, già progagonisti dei precedenti romanzi dello stesso autore, non rinvengono il mercantile ma il relitto di un sommergibile italiano affondato durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1941. Di quel sommergibile non si conosce il motivo della missione segreta nel mare africano, sin quando un colpo di scena dà il via a una serie di eventi drammatici e sorprendenti. Sullo sfondo di una lunga avventura, l’autore evoca la reale, tragica vicenda dei sommergibili italiani in Mar Rosso. Di questa pagina vera, Nautica offre uno stralcio ai suoi lettori.
  • Stefano Nicolini ci propone un viaggio al Polo Sud, sulle orme di Ernest Shackleton, l’esploratore che nel 1914 partì per quello che venne definito “il più lungo e fantastico di tutti i viaggi”: la traversata dell’Antartide dal Mare di Weddell a quello di Ross. Un’avventura così difficoltosa e talmente irta di insidie che dovette passare circa una quarantina di anni prima che Fuchs, un altro ardimentoso, tentasse nuovamente l’impresa con mezzi molto più avanzati.
  • Nella rubrica dedicata allo sport il resoconto delle seguenti regate: Campionati Italiani Classi Olimpiche Mercedes-Benz, 34′ edizione della Barcolana, ancora Coppa America, Vele d’Epoca d’Imperia 2002, il mondiale Mumm 30, TNTVelalatinacircuit, Trofeo Valdo Comet Cup, Campionato italiano Beneteau 25, l’ultima tappa del Prada Challenge for Classic Yacht, XVII Coppa Italia, Campionato Italiano Star Audi e altre importanti notizie del mondo dello sport.
  • La rubrica “Una barca per tutti”, che comprende i piccoli annunci, affronta i seguenti argomenti: il charter: agenzie e proposte di noleggio e itinerario in barca scuole e patenti: indirizzi Il Consulente l’usato: consigli e suggerimenti sulla manutenzione delle barche, le schede delle barche di una volta e intervista ad un broker pagine blu

Editoriale

Dopo i primati si guarda con attenzione al 2003 e al futuro

MA SARÀ UN ANNO DI DURO LAVORO PER TUTTI

Questo 42° Nautico di Genova è stato definito, a ragione, il Salone dei primati. Se si guarda, infatti, ai risultati ottenuti nel 2001 – ma anche negli anni immediatamente precedenti – e all’andamento del 2002, si comprende che l’industria nautica italiana, e con essa il Salone nautico internazionale di Genova, ha ormai consolidato un ruolo di riferimento, su questo mercato, a livello globale.
Siamo primi in Europa e secondi al mondo per il valore della produzione (1.388 milioni di euro) e primi su tutti, Usa compresi, nella costruzione di superyacht. Prescindendo dalle dimensioni, il primato nel fatturato complessivo, a livello mondiale, resta, invece, agli Stati Uniti, (10.053 milioni di euro). Così l’area geografica nordamericana rappresenta il 47,8% del mercato globale, l’Europa il 25%, il resto del mondo appena il 27,2%.

Proprio in tale quadro, i primati raggiunti dalla nostra cantieristica sono eclatanti, come del resto quello del comparto accessoristico, che ha raggiunto un fatturato, anch’esso principalmente in esportazione, di 834 milioni di euro ed è secondo solo a quello degli Usa.

Tali risultati sono il frutto di una logica finalmente industriale: la nautica italiana è uscita, infatti, dalla caratterizzazione artigianale del passato e ha conquistato di forza quel posto al sole nell’economia nazionale che prima, essenzialmente per demagogie politiche, le veniva contestato, contribuendo al Pil, il prodotto interno lordo, con 1.776,6 milioni di euro, pari al 18,5%

Il valore da primato è però principalmente frutto dell’affermazione delle nostre grandi imbarcazioni e navi da diporto, vendute essenzialmente in esportazione. La richiesta mondiale è via via cresciuta: 130, 150, 170, ora, nel 2002, 500 megayacht. Di questi, i nostri cantieri, ben 27, se ne sono aggiudicati 170, che daranno loro lavoro per almeno due anni.

Fuoco di paglia? Tutt’altro. E proprio i grandi costruttori ne sono il termometro. In una previsione abbastanza generalizzate nel settore, il trend di questo comparto dovrebbe restar positivo a lungo, rivolgendosi esso a una clientela miliardaria, che proprio nei periodi di crisi accresce, in genere, le sue già grandi possibilità economiche. Vi sono al mondo decine, centinaia di migliaia di miliardari – soltanto in Italia ne abbiamo oltre 30.000 – e se solo l’1 o il 0,5% di essi volesse farsi o cambiare la barca, questi cantieri avrebbero lavoro per decenni. Aumenta la povertà, aumenta la forbice tra chi può e chi non può, ma aumentano anche i miliardari e forse a un ritmo maggiore di quanto possiamo immaginare, agevolati dal trionfo della comunicazione, delle nuove tecnologie, dall’ampliamento mai così vasto dei mercati.

Oltre tutto, ora hanno scoperto che possono rientrare di almeno parte delle spese di gestione attraverso il noleggio, di cui è crescente la richiesta.

Tali valutazioni sono state ben considerate da chi di dovere e in conseguenza di esse, pensando al futuro, sono stati fatti e sono in corso cospicui investimenti.

Ne abbiamo diversi esempi in casa, come il Gruppo Azimut-Benetti, il Gruppo Ferretti, Baglietto, Perini Navi, San Lorenzo, S.N.P. Rodriguez e numerosi altri. Tanto per dare un esempio delle strategie avviate, riassumiamo, in tabella, ciò che sta facendo il Gruppo Azimut- Benetti. E allo stesso modo, preferibilmente in autofinanziamento, stanno investendo Ferretti – che pensa ad altre acquisizioni e sta per lanciare nuove linee -, tutti gli altri citati sopra e altri ancora. Certo, eventi mondiali imprevisti potrebbero ritardare questi progetti, ma anche spingere verso realtà familiari e di piccoli gruppi, chiamati a sostituire, per motivi di sicurezza, gli attuali grandi mezzi di vacanza collettiva.

Pertanto, a questi livelli, il quadro della nautica rimane, nonostante tutto, molto positivo.

Il campanello d’allarme, anzi, a questo punto, la sirena suona sulla piccola nautica, quella cosiddetta popolare.

Sono troppo pochi i neofiti, allontanati da prezzi irraggiungibili per chi deve comprare e dalle difficoltà burocratiche che continuano. Si aspettava un messaggio di sviluppo da una nuova legge che guardasse ai problemi dell’utenza, ma si è fermata invece nelle paludi delle competenze e dei diritti sulla portualità turistica.

Purtroppo siamo stati facili profeti, non c’è stata, mentre si è fermata la felice applicazione del Regolamento Burlando, che aveva dato vita a qualche decina di approdi, dopo quarant’anni di vergognosa ignavia. Tutto è passato alle Regioni. Ora tutto è fermo. Speriamo che dopo Finanziaria e Cirami, qualcuno pensi anche alla nautica. L’on. Vizzini, a suo tempo ministro della Marina Mercantile, aveva ridotto l’IVA per i natanti al 9% e il mercato delle barchette era andato a gonfie vele. Ora ne abbiamo parlato e subito ci è stato risposto: è impossibile. Perché? Si pensi all’indotto, alle attività, ai posti di lavoro che si creerebbero, al fatto che ogni euro investito nel settore, dal punto di vista del reddito, produce ricchezza per 5,019 euro compreso l’indotto turistico. La riduzione dell’aliquota sarebbe ampiamente ripagata dal gettito di imposte dirette e indirette esigibili grazie al volano di questa iniziativa.

La strada fiscale è l’unica via perseguibile per sviluppare la nautica minore, assieme agli scivoli. Ma non demordiamo e torneremo sull’argomento. Quando siamo impopolari tra chi può, vuol dire che si perseguono altri fini, che si vogliono altri traguardi. Ce lo insegna l’esperienza.

Ma noi speriamo che qualche esponente del Parlamento raccolga questo appello, che vuol difendere il domani della nautica, come a suo tempo Burlando difese la libertà di VHF ai fini della sicurezza, richiesta allora considerata assurda e dannosa dall’Ucina. Fin quando le barche le esportiamo e non creiamo un consistente mercato interno, la nostra bella industria nautica sarà sempre a rischio. Concludendo, un salone forse disturbato da molti eventi, che però ha confermato, qualora ce ne fosse stato bisogno, un interesse costante per la nautica da parte di milioni di cittadini. Il 2003 sarà un anno di duro lavoro per tutti per far quadrare i bilanci, ma siamo abbastanza ottimisti.

Alla fine il sole, nel mondo, vince sempre.

Il Salone? Bellissimo, anche per la nuova tensostruttura, ma con i difetti ambientali di sempre, che solo l’ottimo lavoro dei due segretari generali di Fiera e Ucina e la grinta del presidente Paolo Vitelli stanno riuscendo a ridurre.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Ginocchiate
rubrica: Vela libera | annata: 2003 | numero: 487 | pagina: 275

2
Convegnone sulla portualità turistica all’Isola d’Elba
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 250
3
Dopo i primati si guarda con attenzione al 2003 e al futuro: Ma sarà un anno di duro lavoro per tutti
rubrica: Attualità | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 84
4
Astra Cabrio Turbo: “Runabout” stradale
rubrica: Autonautica | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 256
5
Caraibi: paradiso sotto il sole
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 343
6
Charter alle Hawaii: Paradiso mare
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 340
7
L’avventura azzurra
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 342
8
Traversate atlantiche
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 343
9
America’s Cup: La coppa per tutti
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 166
10
Attrezzature di coperta – 7: I verricelli salpa ancora
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 170
11
QI Composites: L’esame della vetroresina con gli ultrasuoni
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 178
12
Cannavaro a Genova per ammirare il nuovo Pershing 76
rubrica: Giri di bussola | annata: 2002 | numero: 487 | pagina: 242

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