Sommario

  • L’editoriale di Nautica di aprile è dedicato al quarantesimo compleanno di “Nautica”. Quarant’anni vissuti con entusiasmo e passione per il mare, partendo dai giorni in cui il diportismo nautico era un settore ancora tutto da scoprire. Un’avventura, quella di “Nautica”, che ha accompagnato e contribuito allo sviluppo del diporto in Italia. Regate, gare di motonautica e altre iniziative sportive furono organizzate dalla nostra rivista, per sfruttarle come banco di prova per le tante barche che il mercato di quegli anni ’60 proponeva. Francesi, inglesi, statunitensi e naturalmente italiane, le barche erano qualcosa di poco noto ai più, così come poco note e incomplete erano le norme che regolavano allora il diportismo nautico e che, anche grazie a “Nautica”, hanno trovato nel tempo sviluppo e risposte concrete. Da quarant’anni la nostra rivista è all’avanguardia e detiene un primato che ci onora, il numero di lettori testimoniato dalla certificazione della tiratura e della diffusione, che non ha pari nel nostro settore.
  • L’utenza: Franco Bechini ci parla dell’impossibilità di disporre di una doccia coperta a terra presso la maggior parte degli approdi. Un’osservazione che non riguarda solo chi non possiede imbarcazioni di grandi dimensioni, infatti, la doccia a bordo implica lo scarico a mare di sostanze nocive all’ambiente come il sapone. Inoltre, poter disporre di una doccia calda a terra significa evitare sprechi di acqua dolce a bordo, evitare di creare umidità all’interno della barca e soprattutto, godersi un momento decisamente più rilassante e piacevole di quanto non sarebbe anche su barche importanti. La doccia al chiuso per i diportisti è il tema trainante dell’articolo di Franco Bechini, che conclude con un invito ben preciso: pretendiamola.
  • Nella rubrica Vela Libera Paolo Venanzangeli ci parla dei giubilei degli eventi sportivi più importanti della vela mondiale. Il 2002 è un anno in cui le ricorrenze prestigiose non mancano, tra queste l’autore dell’articolo ricorda anche i quarant’anni della nostra rivista, che grazie alle sue pagine manifestazioni come la Giraglia o l’Americàs Cup hanno raggiunto il cuore degli appassionati.
  • Nautica ha visitato per voi il 61° Salone Nautico di Miami, uno dei più importanti saloni nautici dell’anno caratterizzato da tante novità soprattutto nel settore dei fisherman. A Miami le novità presentate dai cantieri di tutto il mondo erano davvero tante e in barba alla paventata crisi, hanno riscosso successo. Gli italiani erano presenti in forze e hanno riscosso un buon successo.
  • Nautica ha visitato anche il Nauticshow di Montichiari e il Nautex di Rimini, il Venice Floating Show e il Nauticsud, i saloni di primavera che dopo il letargo invernale riportano la nautica alla sua piena attività indicandone gli orientamenti per la stagione ormai prossima. Molte le novità esposte dai cantieri e dagli importatori, che nel corso delle manifestazioni hanno avuto modo di percepire un risveglio del settore. Sulle pagine di Nautica di aprile troverete le foto e le schede tecniche delle più importanti novità proposte dai cantieri di tutto il mondo ai saloni di primavera.
  • Su Nautica di aprile la quarta puntata del corso per conseguire la patente nautica. In questa occasione l’autore, Roberto Neglia, ci permette di entrare nel cuore dell’esame, introducendo gli argomenti legati al carteggio. Tracciare la rotta, usare le squadrette, definire il punto nave e conoscere le carte sono gli argomenti trattati in questa quarta e fondamentale puntata del corso per il conseguimento della patente nautica.
  • Accorgimenti per non inquinare. Franco Bechini ha condotto un’inchiesta in esclusiva per Nautica, partendo dallo studio della normativa per regolamentare gli scarichi dei reflui delle barche, in base alla quale non sarà più possibile scaricare in mare come accade oggi. In questo articolo l’autore prende in esame i modi più economici ed ecologici per risolvere questo problema.
  • Attrezzature di coperta/2, la seconda puntata degli articoli dedicati all’analisi delle attrezzature di coperta delle imbarcazioni a vela. Una breve escursione panoramica sulle proposte di alcuni fra i tanti costruttori di accessori dedicati alle vele come rollafiocco e rollaranda.
  • Per gli articoli dedicati alla manutenzione Roberto Neglia con la consulenza di Massimo Gioacchini e Marcello Pasquini, ci propone un interessante articolo su sartiame, tenditori, avvolgifiocco, winch, stopper e rinvii. Un viaggio nel dettaglio tencico alla scoperta dell’attrezzatura di coperta, per imparare ad impiegarli correttamente e manutenerli per farli durare più a lungo.
  • Charter al Malta, l’isola dei Cavalieri. Nella rubrica dedicata al charter, sul numero di Nautica di aprile Roberto Rinaldi ci propone un’affascinante viaggio tra le isole dal clima soprendentemente mite situate a 90 km a SE della Sicilia. Per i diportisti le isole di Malta, Gozo, Comino, Cominotto e Fifla, rappresentano una meta di sicuro interesse, dov’è possibile trovare luoghi dalla storia millenaria e fondali in grado di regalare emozioni uniche agli amanti della subacquea.
  • Nella rubrica dedicata allo sport Paolo Venanzangeli ci parla della Volvo Ocean Race. Dopo 6.700 miglia percorse, in mezzo alle acque più agitate del globo, cinque scafi sono arrivati al traguardo di Rio de Janeiro nell’arco di soli 22 minuti. Una tappa entusiasmante, raccontata in questo articolo corredato di immagini spettacolari e arricchito con un estratto del diario di bordo di Stefano Rizzi, il nostro connazionale a bordo di “Nautor Challenge One”.
  • Nautica ha provato per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti imbarcazioni: Jeanneau Sun Odyssey 32, Sunseeker Predator 68, Lagoon Lagoon Power 43, Neptunus Shipbuilding Neptunus 41 Sport, Sealine F 42, Luhrs 320 Convertible, Nautica Serena Rio 600 Cabin Fish.
  • Nautica è andata alla scoperta di Otranto e delle coste salentine, un tratto di mare caratterizzato da coste che si gettano a precipizio nel mare e meravigliose grotte sommerse. Fin dai tempi remoti questo luogo rappresenta un punto di incontro tra popoli diversi, per cultura e religione, che qui hanno svolto i loro commerci, si sono confrontati con le armi e hanno lasciato il segno indelebile del loro passaggio.
  • Nautica si è spinta nel Bacino di Arcachon, dove le maree l’acqua e la sabbia sembrano rincorrersi come un gioco senza fine e quando l’oceano si ritrae lascia libero campo ai bagnanti e ai cercatori di ostriche. Situato a pochi km da Bordeaux e in prossimità del parco naturale regionale di Guascogne, il Bacino Arcachon regala ai suoi visitatori emozioni uniche, che l’autore in questo articolo ci propone con immagini spettacolari.
  • Nautica è andata alla scoperta di un mondo affascinante nel Nord di Sabah, Borneo, dove si trovano isole con giungle impenetrabili che mantengono il loro aspetto primordiale e dove non arriva il turismo di massa. Il mare in cui è immerso questo paradiso è unico per i colori e l’immenso numero di specie animali che ospita.
  • Nella rubrica “Pesca in Barca” l’autore, Riccardo Fanelli, ci parla della cernia di profondità e ci suggerisce le tecniche per la cattura e le indicazioni per evitare inutili stragi quando si cerca di catturare altre specie.
  • La rubrica “Una barca per tutti”, che comprende i piccoli annunci, affronta i seguenti argomenti: il charter: agenzie e proposte di noleggio e itinerario in barca scuole e patenti: indirizzi; il Consulente l’usato: consigli e suggerimenti sulla manutenzione delle barche, le schede delle barche di una volta e intervista ad un broker; pagine blu.

Editoriale

“Nautica” compie 40 anni

GUARDANDO AL FUTURO

Con questo numero, di aprile, “Nautica” compie quaranta anni di pubblicazioni. Ci siamo arrivati con un’attività così intensa che quasi non ce ne siamo accorti. Eppure ci sembra ieri. Avevamo anche noi “quasi i calzoni corti” e vivido ci è rimasto nella memoria il primo giorno di lavoro, nei locali della gloriosa tipografia Tumminelli – in una palazzina sulla cinta della Città Universitaria de “La Sapienza”, a Roma – avendo come desk un vecchio banco di scuola.
La partenza fu garibaldina, eppure fu un successo clamoroso, anche dal punto di vista economico editoriale, una ventata di gioventù e innovazione che entusiasmò tutta la nautica italiana. Sono stati quarant’anni vissuti in full immersion in un settore fantastico e così ricco di umanità come pochi. Giornalisti, diportisti, operatori: eravamo a tutti i livelli un team pervaso dal sacro fuoco dell’ardore per una passione che ancora non ci abbandona: il mondo delle barche, il mare e tutto ciò che vi gira attorno, toccando con mano un infinito numero di problemi e cercando sempre di porvi rimedio nell’interesse generale del settore.

Ci rendemmo immediatamente conto che il fenomeno nautico era così giovane nel nostro paese da risultare pressocché sconosciuto agli stessi enti preposti alla sua amministrazione, dalle Capitanerie di Porto all’allora Ministero della Marina Mercantile, a quelli dei Trasporti, del Commercio, dei Lavori Pubblici.

Gli stessi diportisti erano alla ricerca di un’identità, perché man mano scoprivano di essere considerati per lo più dei… rompiscatole, perché ponevano domande a cui nessuno sapeva rispondere. Fu facile rendersi conto che gli Uffici Marittimi, fino ad allora adusi a trattare con una vasta flotta mercantile, ci consideravano essenzialmente disturbatori della loro quiete e pensavano a reprimere invece di prendere coscienza dell’importanza di quanto stava avvenendo. L’esempio, ma anche la moda, ci veniva d’Oltralpe, ma anche dall’Inghilterra. A una quindicina d’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, ancora si parlava della capacità marinara dimostrata da quelle migliaia di diportisti che avevano salvato l’esercito inglese a Dunkerque. Ora quei tempi sembrano lontani anni luce, ma anche da quello spirito indomito nacquero le transatlantiche e altre avventurose regate.

Sì, all’epoca ne eravamo convinti, la nautica era anche ribellione alle guerre e l’affermazione al diritto di un tempo “libero” che gli altri europei stavano conquistando, suscitando la nostra invidia. E il benessere che stavamo assaporando, grazie al miracolo economico dell’Italia di quegli anni, ci consentiva di cominciare a pensare anche alla barca, magari piccola piccola per la pesca sportiva o una deriva, al seguito di inglesi e francesi, ma era un inizio che apriva orizzonti infiniti e creò quello zoccolo duro di appassionati, sul quale la nautica nazionale ha vissuto per decenni.

In tanti volevano sapere, volevano conoscere e noi fummo al servizio di tutti, presentando novità di barche, motori, accessori, che nascevano nel retaggio delle poche esperienze nazionali anteguerra o venivano importati per la fortuna di operatori d’intuito. I progettisti italiani erano pochi, ma il settore era ricco di tante professionalità esistenti nelle varie marinerie, che fecero da balia a diportisti e mercato. Poi il progresso fu travolgente.

Seguimmo il proliferare di progetti che nascevano in Inghilterra e Francia grazie a una falange di nomi prestigiosi e leggevamo i quotidiani inglesi che lanciavano concorsi per barche semplici e alla portata di molti – famosi in proposito i londinesi “The Daily Mirror”, che fece studiare e produrre anche dei kit per costruirsi la barca a casa, e “The Observer”, che lanciò la prima transatlantica in solitario – mentre in Francia si realizzava una vera e propria esplosione di piccoli cabinati a vela, come il mitico Corsair, spartani ma sufficienti per provare l’emozione della crociera. Ogni anno, c’erano tante derive e multiscafi nuovi che per capirne qualità e prestazioni ci vedemmo costretti a organizzare la nostra prima “Uno per Classe”, mentre per far conoscere i gommoni organizzammo gare internazionali e campionati italiani di serie. Tempi gloriosi. Ma in breve, specie nel motore, raggiungemmo e superammo i maestri con il nostro stile italiano e l’intraprendenza di molti.

Tuttavia la nautica è stata sempre un mondo a sé stante, che lavorava e produceva paradossalmente senza bisogno d’aiuto, in un sistema nazionale impostato sul triangolo: grande industria, sindacati e capitale finanziario. Solo la costruzione di porticcioli turistici, per gli investimenti connessi, riuscì a suscitare attenzione e qualche appetito.

Così, fin dall’inizio, dovemmo anche proteggere i diportisti e il settore dalle normative che non prevedevano il diporto, poi da quelle che lo vessavano. Ed è una battaglia che dura anche oggi, con molti dei nostri più recenti editoriali recepiti nel disegno di legge Cutrufo-Perlini attualmente in esame congiunto alla Camera unitamente a quello Muratori-Germanà.

Però, in quegli anni ruggenti, il principale compito di “Nautica” fu quello di grande divulgatrice a rotocalco, scelta che ci fece raggiungere diffusione nazionale e divenire opinion leader. “Nautica indirizza le scelte” era lo slogan di quei tempi, ma è una realtà che continua anche oggi e ne siamo orgogliosi: chi vuole veramente, capillarmente comunicare col settore si deve rivolgere alle pagine di “Nautica” e sono migliaia ancora oggi coloro che leggono la nostra rivista dal primo numero, riconoscendo ad essa un primato che ci onora. Del resto è il risultato della nostra leadership, testimoniata anche dalla certificazione della tiratura e della diffusione, unica tra le riviste del settore.

Un altro motivo di orgoglio è anche quello di vedere le idee di “Nautica” e dei suoi collaboratori puntualmente far parte di programmi, di manifesti e proposte di altri, che se ne appropriano. Pazienza.

E’ il destino e forse anche il compito di chi sta all’avanguardia.

Concludendo, quarant’anni di battaglie, quarant’anni di comunione con i diportisti e tutto il settore, quarant’anni di amore e di rispetto reciproco, ma, come si suol dire, il nostro auspicio è “ancora cento di questi giorni”, cioè altri cento anni di pubblicazioni sempre con lo stesso spirito indomito, poi… continueremo.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Jubilee
rubrica: Vela libera | annata: 2003 | numero: 480 | pagina: 241

2
Porto turistico “Imperia mare” e dintorni
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 218
3
Nautica compie 40 anni: Guardando al futuro
rubrica: Attualità | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 98
4
A Ponza con la Volvo Cross Country: Piacere integrale
rubrica: Autonautica | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 252
5
La borsa del nuovo: Il mercato del 2002
rubrica: Borsa nautica | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 283
6
Cantieri di Pisa: Nuova vela classica
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 317
7
Charter a Malta: L’isola dei Cavalieri
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 315
8
Kousto Sailing: Grecia per tutti
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 317
9
Sea Doors: Sea Doors in espansione
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 318
10
Sea Horse: Sea Horse nel mondo
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 317
11
Sunsail: Sunsail in Croazia
rubrica: Broker & Charter | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 318
12
Attrezzature di coperta – 2: Gli avvolgivele
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2002 | numero: 480 | pagina: 134

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