Sommario

  • Nell’editoriale di aprile Lucio Petrone augura buon lavoro ad Aldo Cosentino, direttore generale per la Protezione della Natura al Ministero dell’Ambiente. Augurio che si inserisce in una valutazione sul rispetto dell’ambiente, che fino a oggi ha visto imputare i suoi mali proprio alla nautica da diporto, che nella realtà rappresenta lo 0,0001 dell’inquinamento totale dei mari. Lucio Petrone ci illustra le manovre più corrette da mettere in atto per poter salvaguardare l’ambiente marino mettendo da parte integralismi di ogni tipo e salvaguardando anche gli interessi della nautica da diporto, ossia, quelli che possiamo definire interessi nazionali. Il nostro editorialista ci suggerisce un’analisi politica del problema e delle cause che fino a oggi hanno determinato un atteggiamento sbagliato nei confronti della difesa dell’ambiente marino.
  • Con il numero di Nautica di aprile, i nostri lettori troveranno in omaggio due importanti e preziosi allegati. Il primo è Nautica Charter, una guida per chiunque intenda affrontare la propria vacanza avvalendosi delle offerte delle aziende specializzate nell’attività di charter. Questa iniziativa editoriale tende a fornire informazioni tecniche con brevi accenni e rimando su Nautica On Line, mentre, particolare cura è stata riservata alle immagini fotografiche e alle descrizioni dei luoghi meta del charter. L’altro allegato è una nuova versione della Borsa del Nuovo, rubrica che fino ad ora è stata inserita in versione sintetica all’interno di Nautica, ma che ora diventa uno speciale che proporremo ai nostri lettori con dati aggiornati ogni mese.
  • L’Utenza. Franco Bechini sul numero di aprile ci offre un’analisi sociale sulla nautica, o meglio, sullo stile di vita in generale che di conseguenza ha cambiato il modo di fare nautica. La riflessione del Bechini parte dal racconto di un lettore di Nautica pubblicato sul numero di febbraio, il quale con coinvolgente passione ha raccontato la sua Esperienza di Bordo, stimolando Bechini ad affrontare l’analisi su come sia cambiato il modo di navigare. Naturalmente non mancano frecciate a chi in qualche modo è responsabile in maniera diretta di questo cambiamento, ma anche a chi, da utente e spettatore, tace e lascia fare.
  • Free Life’s Log. Il diario del nostro inviato tra i vagabondi del mare. Silvio Dell’Accio, ancora in sosta nel porto di Tel Aviv, ci racconta le sue esperienze nei rapporti con gli altri vagabondi del mare. Finalmente ha un nuovo timone a vento che lo aiuterà nel corso delle traversate che sta pianificando, per questo ha voluto rendere partecipi della sua gioia anche i nostri lettori, raccontando come ne è entrato in possesso. Sempre all’interno della pagina dedicata ai suoi racconti troviamo anche la storia di un suo vecchio amico, Elio, personaggio che Silvio incontrò oltre trent’anni fa e dal quale ha imparato molto.
  • Miami Boat Show. Domina il Cambio. L’appuntamento con il Miami Boat Show anche quest’anno ha riservato parecchi e “succosi” spunti di interesse, sia dal punto di vista delle nuove imbarcazioni esposte, sia perché la rassegna cade in un momento abbastanza cruciale della stagione.
  • Nauticsud 2004. Napoli fa centro. Il Nauticsud chiude i battenti e il suo bilancio è ancora una volta positivo, in linea con il trend avviato nella passata edizione, la prima del “nuovo corso” che ha visto Lino Ferrara e la sua Editalia, quali organizzatori della storica rassegna partenopea.
  • Seatec 2004. Operatori per operatori. Dal 19 al 21 febbraio 2004 all’interno della struttura fieristica di Carrara Fiere si è svolta la seconda edizione del Seatec, (www.sea-tec.it), rassegna delle tecnologie e della subfornitura per la cantieristica nautica e da diporto. Anche quest’anno siamo stati presenti con un nostro stand e ora siamo qui a riferirvi le nostre impressioni sulla manifestazione.
  • I Savoia e il mare. Marinai Reali. Una Casa Reale che, seppur di origini montane, ha sempre avuto uno splendido rapporto con il mare, fornendo al Paese ammiragli e sportivi. Questa la storia dei discendenti del conte Biancamano. Daniele Busetto ci racconta la storia della Casa Reale e del suo rapporto con il mare, con l’ausilio di immagini rare e di elevato valore storico.
  • La rubrica “Per saperne di più” del numero di aprile è dedicata alle antivegetative siliconiche, per aiutare i nostri lettori nella scelta del prodotto più adeguato per la carena della loro barca.
  • Celle energetiche. L’energia del terzo millennio. Antonio Neumann ci svela i segreti delle celle energetiche, conosciute anche come pile a combustione, le quali rappresentano il futuro dell’energia pulita, anche nel settore della nautica. In questo articolo l’autore ci spiega come sono fatte e come funzionano.
  • L’elica valutata all’ormeggio. Prove di spinta. Alfredo Gennaro ci suggerisce un modo “fai da te”, decisamente semplice ed economico, per misurare e comparare la forza di spinta dell’elica, in modo da scegliere con oculatezza la più idonea alla nostra imbarcazione.
  • Mondiale Star. È nata una stella. Paolo Venanzangeli ci racconta che i più grandi staristi al mondo sono impegnati in questi giorni a Gaeta, nel campionato mondiale della regina delle classi olimpiche, nata quasi un secolo fa. In questo articolo Venanzangeli ci racconta la storia di questa splendida classe, dalle origini ai giorni nostri, mettendo in evidenza i cambiamenti tecnici che la Star ha subito nel tempo e ripercorrendo la sua storia sportiva.
  • Albarella. In crociera per un fine settimana. Con la barca carrellabile dietro l’auto raggiungiamo i posti belli della bella Italia per navigarvi. Franco Bechini prosegue con la nuova serie di itinerari che hanno inizio da uno scivolo e che trovano nello scivolo la ragione per potersi effettuare.
  • Scozia: Isole Orcadi. Le rotte dei vichinghi. Non c’è bisogno di visitare luoghi esotici per provare l’ebbrezza che regala il viaggiare nei paesaggi di altre culture. Stefano Nicolini ci offre il suo racconto di viaggio nelle lande europee, che tuttora offrono generosamente questo tipo di esperienze.
  • Le isole Fiji. L’arcipelago dei reef. Nautica è andata alla scoperta delle isole Fiji. Navigare in un mare dagli splendidi colori ed immergersi su fondali mozzafiato e ricchi di vita. Queste sono le Fiji, abitate da un popolo che fino a pochi decenni fa era composto da guerrieri cannibali e oggi divenuto ospitale e desideroso di ascoltare, raccolto intorno al fuoco del villaggio, i racconti dei viaggiatori che vengono ad ammirare queste stupende isole.
  • Vela libera. Paolo Venanzangeli ci parla delle prossime Olimpiadi di Atene e del metodo di selezione degli atleti, che ci spiega, cambia di paese in paese. Per questa ragione a cinque mesi dai giochi olimpici solo cinque delle undici classi partecipanti sanno già chi sarà a rappresentarle nelle acque del Pireo. Alessandra Sensini è alla sua quarta olimpiade con le tavole a vela e Venanzangeli ce ne riassume le gesta sportive. Tutto in attesa delle gare a vela che ad Atene saranno uno dei momenti più convincenti ed entusiasmanti.
  • La rubrica dedicata allo sport è dedicata alla Volvo Cup, la Settimana Internazionale One Design di Alassio, valida come prima tappa della Volvo Cup, ha aperto la stagione agonistica delle classi monotipo Bènèteau 25, Melges 24 e UFO 22. Paolo Venanzangeli ci offre una panoramica sui Campionati Invernali, i quali sono sempre degli ottimi banchi di prova, quest’anno caratterizzati ovunque da vento forte e da temperature rigide. Sempre sulle pagine dedicate allo sport i nostri lettori troveranno il resoconto dei seguenti eventi: Bacardi Cup, la Corsica per Due per Tutti, Blurimini, Sorc di Miami, Trofeo Midwinter Star, Campionato del mondo Star, Surfestival. Inoltre, come ogni mese, la rubrica dello sport informa su curiosità ed eventi legati alla vela sportiva e all’offshore.
  • Nautica ha provato per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti imbarcazioni: Bavaria Yachts 38 Match, Cantieri di Baia Aqua 54, Ferretti Yachts Ferretti 500, Viking Yachts Viking 45, Sealine Sealine S 42,Giacomo Colombo & C Aliante 32S,Giolmarine Imago 32
  • La rubrica “Una barca per tutti”, che comprende i piccoli annunci, affronta i seguenti argomenti: scuole e patenti: indirizzi; Il Consulente l’usato: consigli e suggerimenti sulla manutenzione delle barche, le schede delle barche di una volta e intervista ad un broker; pagine blu.

Editoriale

Per una visione serena e non integralista dell’Ambiente Marino

BUON LAVORO, ALDO COSENTINO

Grande successo dell’Eudishow, tornato in quel di Genova, alla grande. Non è, come una volta, in abbinamento col mitico Nautico di ottobre – dove due eventi importanti si pestavano un pò i piedi, tanto che la subacquea si sentì danneggiata e preferì emigrare – ma col Bo.Ma., il Boat Market di primavera, inizialmente dedicato all’usato poi anche al nuovo pronto da portar via.
L’ Eudishow è già prestigioso, ma potrebbe vedere ulteriormente accresciuto il suo richiamo se completato da una mostra di barche ausiliarie per la subacquea, specialmente se queste potessero essere provate in mare, cosa impossibile nelle sedi della Mostra successive a Genova. E il Bo.Ma., che stava cercando una propria identità, potrebbe averla trovata proprio con l’affiancamento al settore subacqueo, se si considera che gran parte dei diportisti si dedica all’immersione subacquea, come dimostra la fortuna delle società di diving all’interno dei porti turistici negli ultimi anni. Riportare a Genova l’Eudishow è stato sicuramente un bel colpo per l’Ente Fiera cittadino, che è riuscito a far superare gli antichi dissapori tra le principali aziende della subacqea e l’Ucina.

Quel che però più ci interessa, in questa sede, è parlare del contorno, delle manifestazioni collaterali dove l’associazionismo che vive d’ambiente, ha la necessità di dimostrare le ragioni della sua esistenza e di promuoversi.

Per l’ambiente, ogni anno, ci sono in ballo molti milioni di euro e ognuno, è comprensibile, ne vorrebbe anche una pur minima parte per sé. A tale scopo si sono così creati dei nuovi centri di potere locale, nella maggior parte dei casi, pilotati politicamente. Per fortuna al Ministero dell’Ambiente ora hanno le idee chiare, anche se sono condizionati da quanto è stato fatto “selvaggiamente” in passato, col l’asso pigliatutto, e speriamo si ottenga al più presto una nuova normativa per le aree marine protette, dove la nautica non venga demagogicamente condannata come causa di tutti i mali, ma trovi invece quello spazio che le spetta come principale interlocutore degli enti di gestione delle riserve.

Ne abbiamo sentito parlare all’Eudishow da Aldo Cosentino, direttore generale per la Protezione della Natura, al Ministero dell’Ambiente, con chiarezza e in una visione serena del problema. Anche la nautica dovrà avere il suo spazio.

Bene, non è pensabile che lo Stato si accolli in eterno il costo di una cinquantina di riserve e forse più. Pertanto il loro sostentamento futuro potrà arrivare solo via mare, dai servizi turistici, culturali e logistici offerti al diportismo nautico, come già avviene in tutti i paesi del mondo in situazioni analoghe.

Il diportista, in tale ottica non può essere visto come un nemico ma in qualità di interlocutore di cui non si può fare a meno, col quale si deve attivare un’intensa collaborazione. Abbiamo visto cos’è successo in alcuni siti, dove l’interlocutore è stato individuato in barconi stracarichi di gente che trasformavano luoghi da proteggere in pattumiere inimmaginabili. Abbiamo anche vinto una causa in proposito, intentataci con intimidatoria richiesta di danni miliardari, perché le nostre critiche erano veritiere.

Una visione integralista dell’ambiente non serve a nessuno e la guerra alle barche è solo sciocca, a meno che non si sia in malafede. In nessuna riserva esistente all’estero si sognerebbero di rendere problematico l’arrivo delle barche da diporto, mentre giustamente sono difesi i fondali. Più l’acqua si muove, più si ossigena, più è vitale, come dimostra anche quanto fatto, anni fa, in Adriatico, nella lotta all’eutrofizzazione. Si stabiliscano delle regole, anche di lotta al rumore, e i diportisti dovranno assolutamente rispettarle, ma dovranno valere per tutti e principalmente per gli enti di gestione.

La Comunità Europea stima l’inquinamento causato dalle barche da diporto inferiore allo 0,0001 dell’inquinamento totale dei mari. E con i motori a controllo elettronico delle ultime generazioni, il dato può solo abbattersi ulteriormente.

È evidente che gli inquinanti vanno ricercati altrove: sono nei veleni di fiumi e canali, negli scarichi industriali e urbani, nel petrolio o altro che finisce a mare nel lavaggio delle stive delle navi, nei rifiuti di ogni genere buttati quotidianamente fuoribordo da traghetti e mercantili o trascinati fino a noi dalle grandi correnti marine costiere che vengono da Oriente, dove l’unica discarica esistente è il mare. Ricordiamo in proposito le battaglie sostenute dal magistrato Gianfranco Amendola, un vero difensore dell’ambiente, molto scomodo a tutti i politici. Mentre rimaniamo esterrefatti di fronte alla serietà con cui vengono accettati come parametri stagionali i dati di idoneità alla balneazione delle spiagge… Dal fosso in giù OK, poi per quindici chilometri no, poi di nuovo OK. E le correnti, i venti, le mareggiate? Quasi che il mare invece che vivo fosse morto e immobile nel tempo. Così spesso nasce il sospetto che più che le acque, continuamente in movimento, si analizzi il colore dell’amministrazione cittadina. E se spendessimo quei soldi per costruire i depuratori che non ci sono?

Abbiamo sentito parlare anche del depauperamento del patrimonio ittico. Oltre che dall’inquinamento, dipende, lo sanno tutti, dall’intensità del prelievo messo in atto dalla pesca professionale, dall’esigua larghezza delle maglie delle reti, che non danno tempo al novellame di crescere, dalle strascicanti che passano a ridosso della battigia, dalle soffianti che spazzano via ogni forma di vita dai fondali, dalla spropositata lunghezza di reti o palamiti derivanti, dalla presenza di flotte pescherecce extramediterranee che pescano appena fuori dalle nostre acque territoriali e non certo dallo “scaccio” causato dalla nautica da diporto e dalla pesca subacquea in apnea. Abbiamo sentito, a Genova, che molti sono contrari alla pesca subacquea perché temono l’estinzione delle cernie… Proibiamone assolutamente la cattura, per alcuni anni, e attiviamo un severo controllo sulla provenienza dei rifornimenti di pesce a ristoranti e mercati. Sarebbero soldi spesi molto meglio di quelli sciupati per andare a controllare se un malcapitato diportista ha scordato qualche pezzo delle dotazioni di sicurezza.

Le ancore delle unità da diporto possono contribuire alla distruzione di alcune praterie di posidonie. È vero, ma non si risolve il problema cacciandole da una parte per farle concentrare in zone vicine, come succede alle barche escluse dalla riserva di Punta Campanella, che confluiscono tutte a Capri. E di esempi del genere se ne potrebbero fare molti.

Né va dimenticato che la nautica è un’impiego del tempo libero essenzialmente stagionale, si svolge in maniera significativa per un paio di mesi all’anno, mentre le altre attività e cause inquinanti durano 360 giorni ogni anno.

È giusto peraltro, che anche il nostro settore dia il suo contributo nell’interesse generale. S’impegni l’industria nautica a produrre barche non inquinanti, s’imponga ai porti turistici e alle darsene di dotarsi degli impianti di aspirazione delle acque nere e di sentina, si stabiliscano delle regole logiche che tutti devono rispettare entrando in certe acque, si continui a incentivare il cambio dei vecchi motori, si premi l’accesso in acque protette di chi s’impegna a navigare solo a vela o usando motori elettrici. La maggior parte degli armatori di unità da diporto sono amici dell’ambiente, si creino per essi i famosi campi boe per l’ormeggio e strutture d’accoglienza per visitare parchi e riserve.

Questo per compensare la nostra parte di quel meno 0,0001% mondiale di inquinamento attribuibile alla nautica.

Vorremmo però, che nel redigere una nuova legge non si dimenticasse che:

prima di creare una riserva, oltre all’aspetto scientifico, si devono studiare le sue possibilità future di gestione e di sopravvivenza economica;
è meglio avere poche riserve ben organizzate e che si sappiano autogestire, piuttosto che una cinquantina di enti senza personale scientifico e di controllo e senza fondi;
dobbiamo assolutamente difendere i magnifici fondali delle nostre coste, ma al tempo stesso queste ricchezze devono essere fruibili da tutti, certo con buonsenso, ma nell’interesse non solo di un comune, ma di tutta l’area circostante, di tutta la Nazione;
i parchi e le riserve non sono proprietà dei Comuni in cui sono costituite o degli enti di gestione, ma della comunità nazionale che pagando le tasse ne consente la sopravvivenza.
Insomma, occorrono regole, ma per tutti e senza interessi privati in atti d’ufficio.

Ora che il Ministero dell’Ambiente, grazie ad Aldo Cosentino, sembra aver riscoperto le molte preziose potenzialità dell’ICRAM (l’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare) – fino al 1992 si chiamava ICRAP e sotto la vigilanza dell’allora Ministero della Marina Mercantile svolgeva ricerca in materia di pesca marittima e acquacoltura, mentre ora è un ente pubblico non economico – e che tale Istituto, grazie al nuovo presidente Folco Quilici, sembra ricordare di essere per legge, dal 1998, il braccio scientifico di quella Direzione Generale: perché non si affida a detto Istituto una valutazione delle aree marittime protette già create e da fare, per appurare se veramente esistono ragioni ambientali per insistere sul loro mantenimento e sulla loro creazione?

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Marina San Giusto
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 234

2
Poralu Marine International
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 236
3
Portualità turistica all’Argentario
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 236
4
Per una visione serena e non integralista dell’ambiente marino: Buon lavoro, Aldo Cosentino
rubrica: Attualità | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 114
5
La borsa del nuovo e dell’usato
rubrica: Borsa nautica | annata: 2004 | numero: 504 | pagina:
6
Celle energetiche: L’energia del terzo millennio
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 136
7
L’elica valutata all’ormeggio: Prove di spinta
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 142
8
Attività plurime a Porto Lotti
rubrica: Giri di bussola | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 228
9
Autopilota Geonav AP201
rubrica: Giri di bussola | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 226
10
Cantiere Fratelli Tulli: 50 anni di attività
rubrica: Giri di bussola | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 229
11
Dimensione Mare: Roma capitale del diporto
rubrica: Giri di bussola | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 231
12
Fashion Yachts, parola d’ordine: innovare
rubrica: Giri di bussola | annata: 2004 | numero: 504 | pagina: 220

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