Sommario

  • L’editoriale di Lucio Petrone sul numero di giugno è dedicato alla nomina di Anton Francesco Albertoni per la carica di presidente Ucina. Lucio Petrone sottolinea che si tratta di persona di indiscusso valore che saprà garantire un seguito allo sviluppo del settore nautico come ha fatto il suo predecessore Paolo Vitelli. Il nostro editorialista ci offre un’analisi del contributo offerto dal settore nautico all’economia nazionale. Putroppo è anche costretto a segnalare alcune iniziative che sembrano andare in direzione opposta, in particolare quella posta in essere dal Presidente della Regione Sardegna con l’apposita legge Soru.
  • In allegato al numero di Nautica di giugno i nostri lettori troveranno in omaggio una copia dell’ultimo numero di Superyacht. L’allegato periodico che Nautica offre ai suoi lettori italiani, è pubblicato ogni tre mesi anche in lingua inglese ed è distribuito in 37 paesi nel mondo.
  • XI China Boat Show. Alba nautica. Il China Boat Show rappresenta uno dei primi passi di una Cina nautica che è ancora tutta da inventare, dove imprenditori locali mostrano i loro prodotti e le loro iniziative a favore dello sviluppo del settore e aziende internazionali cominciano a conquistare posizioni su un mercato potenzialmente molto vasto.
  • Pagine Azzurre 2006. Tante novità. Torna in edicola e in libreria, nella sua XXII edizione, il portolano dei mari d’Italia, altro nome usato da molti per indicare il nostro Pagine Azzurre.
  • Le eliche di superficie e Celeste Soccol. Un geniale precursore. Per chi ama le barche, un pò di storia nautica è sempre interessante. Il racconto, poi, diventa affascinante quando chi scrive ha il dono di saper comunicare al lettore il suo sentire, la sua curiosità, i risultati della sua ricerca per risalire attraverso antichi documenti a competenze ed esperienze dimenticate. Parliamo di Antonio Soccol e del suo bell’articolo “l’idroscivolante”, da noi pubblicato sul precedente numero di Natuica. Partendo da una sbiadita fotografia di famiglia, recuperata da uno “scatolone dei ricordi” egli ha potuto dimostrare, anche con il supporto di tre celebri amici progettisti – Levi, Arrauer e GB Fraire, autori dei tre articoli che seguono – che suo padre, Celeste Soccol, è stato il primo in Italia, verso la fine degli anni ’30, a dotare di elica di superficie alcune barche commissionate al suo cantiere veneziano per consentire ai postini navigare nei bassi fondali della Laguna. La soluzione era artigianale, ma non per questo meno efficace. Poi non vi fu più tempo per lui… e solo alla fine degli anni ’60 quando aumentò la richiesta di velocità da parte dell’utenza, Renato “Sonny” Levi propose a Sergio Sonnino Sorisio, per l’Italcraft la sua idea del velocissimo Drago, però dotato di eliche di superficie appositamente progettate a tale scopo. Ecco il resto della storia.
  • Stabilità di forma, stabilità di peso, sicurezza e appendici. La carena ideale. Ovviamente il titolo vuole essere solo una provocazione. La carena ideale per ogni circostanza è solamente una pia illusione. Come ci spiega l’autore, si tratta di trovare il compromesso che meglio si adatta alle nostre esigenze. Prestazioni e stabilità sono le facce opposte di una stessa medaglia e non possono coesistere ai massimi livelli, così come la deriva fissa ha sia dei vantaggi sia degli svantaggi rispetto a quella mobile. Sta a noi scegliere il giusto equilibrio, in base all’uso, prettamente croceristico o sportivo, che intendiamo fare della barca.
  • I multiscafi trasportabili. Yachting camping all’italiana. La crociera campeggio, o yachting camping (YC), di cui si è tanto parlatoo e scritto negli anni ’70 e ’80 con un ritorno pratico peraltro modesto, è un affascinante sistema di andare a zonzo per mare con uno spirito di grande indipendenza, senza particolari richieste di infrastrutture.
  • Illuminare la coperta. Sole di notte. Una soluzione adottata da sempre, soprattutto su imbarcazioni di grandi dimensioni, che può facilmente essere applicata anche sulla nostra “piccola”. La necessità di vedere in coperta, specialmente durante la navigazione notturna e in particolari situazioni, prescinde dalla stazza per diventare, invece, un puro fatto di sicurezza.
  • Moby RomaX2-Moby RomaXtutti. Tirreno d’altura. Oltre 70 agguerritissime imbarcazioni, con equipaggi in doppio e numeroso, hanno affrontato, all’insigna del vento debole, il triangolo più lungo del Tirreno.
  • Crociere per tutti. Da Telamone a Bastià. L’estate alle porte e non avete ancora programmato la vostra ferie in barca? Oppure, la barca l’avete acquistata da poco e ancora non avete trovato il coraggio di allontanarvi dai vostri soliti lidi? Vi suggeriamo di leggere questo articolo, dove l’autore racconta “l’avventura” della sua famiglia, gatta compresa, lungo una delle innumerevoli rotte che legano la Toscana alla Corsica. Fra consigli, aneddoti ed emozioni di vita a bordo, ecco un itinerario poco impegnativo, tra i più classici per i diportisti che navigano nel Tirreno, che potrà servire da stimolo per cimentarsi in crociere più impegnative come preludio necessario che condurrà alla scoperta del mare e delle coste di un’isola che è tra le più belle del mediterraneo.
  • La costa turca da Gocek a Bozukkale. Nel regno del Meltemi. Una crociera in Turchia può risultare una vacanza indimenticabile. Lungo queste coste è possibile incontrare, in una simbiosi perfetta, marina moderni e attrezzatissimi, che nulla hanno da invidiare ai migliori di Europa, villaggi nei quali sembra che il tempo si sia fermato e siti archeologici tra i meglio conservati del Mediterraneo.
  • Maranhao. Tra deserto e mangrovie. Visitare il Maranhao, regione del nord est del Brasile tra l’Oceano Atlantico e il deserto, fuori dalle classiche rotte turistiche, è un pò come tornare indietro nel tempo. È in luoghi come questo che si ritrova il mondo selvaggio e primordiale delle origini, quando la Natura era integra e ancora non erano stati fatti tutti i danni ambientali che stanno portando il nostro pianeta alla rovina.
  • Vela libera. Nella rubrica Vela Libera del numero di giugno Paolo Venanzangeli ci propone un’intervista alla plurivittoriosa campionessa del windsurf Alessandra Sensini, la quale per la quinta volta parteciperà alle prossime Olimpiadi, record in campo femminile superato solo da altre due atlete.
  • Nella rubrica dedicata allo sport come sempre tante notizie dai campi di regata internazionali e dai circuiti di motonautica. In particolare resoconto delle regate: VIII Transat AG2R, Volvo Ocean Race, II Rolex Capri Sailing Week, Pasquavela, XXXVII Regate Pirelli – Coppa Carlo Negri, I Star Eastern Emisphere Championship, XXIII Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno, XXV Trofeo Ermenegildo Zegna – Regate di primavera e Comet Lombardini Cup.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Contest Yachts – Contest 50 CS; Cantieri Spertini – Allunga 78; Abati Yachts – 55 Portland; Airon Marine – Airon 388; Wellcraft – Coastal 360; Manò Marine – Manò 38,50; Gobbi Atlantis – 39; Cabo Yachts – Cabo 32.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti e in allegato il fascicolo con le caratteristiche e i prezzi del nuovo. All’interno, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter – Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

Albertoni nuovo presidente UCINA, quasi 2,3 miliardi di euro il contributo del settore nautico al PIL nel 2005 (quasi +5%), frattanto

LA SARDEGNA PUNISCE CHI HA INVESTITO SU DI ESSA

Alcuni eventi molto importanti hanno richiamato, in questi giorni, l’attenzione del mondo nautico. Siamo stati a un passo dall’avere Massimo D’Alema – che già molto bene, a suo tempo, ha operato per il settore – come Presidente della Repubblica; per la prima volta un appassionato velista sarebbe assurto alla massima carica dello Stato, invece è poi divenuto Ministro degli Esteri. Il nuovo Ministro dei Trasporti, prof. Alessandro Bianchi, nella riconquistata indipendenza del dicastero, conosce già bene, ed è un vantaggio per tutti, il problema che più condiziona il futuro della nautica: l’importanza della portualità turistica per l’economia regionale, tanto da averla inserita, poco tempo fa, in un suo Progetto Calabria. Il prof. Romano Prodi, frattanto, – a quanto ci viene riferito – ha ricevuto un’ottima impressione del settore nautico e parla spesso dell’incontro alla Posillipo, in cui, assieme a Gianfranco Rizzardi, gli abbiamo chiesto di poter lavorare in pace. Abbiamo infine, da qualche giorno, anche il nuovo presidente Ucina, Anton Francesco Albertoni. Proclamato praticamente all’unanimità (solo 5 contrari rispetto ai 1200 aventi diritto al voto) egli succede all’iperattivo e meritevole Paolo Vitelli, al quale va il vivo ringraziamento di tutto il settore, che lui ha portato a un livello d’importanza mai raggiunto prima. Albertoni ci sembra sicuramente in grado di continuarne l’opera al meglio, essendo persona seria, concreta e capace. Prima, in Ucina, era solo uno dei due vicepresidenti, ma al contempo, non a caso, era ed è uno dei primari imprenditori nel campo della sicurezza in mare a livello mondiale. Al pragmatismo di Vitelli e del suo Pollicardo, si sostituisce una via Albertoni, che fin dai primi momenti ha già dimostrato di saperci fare, annunciando un ottimo programma.
Nota positiva nel quadro politico ed economico, quando si preannuncia una stretta fiscale: il settore nautico continua a tirare. È stato comunicato a Santa Margherita, nell’annuale Convention Ucina, che nonostante crescenti difficoltà: il suo contributo al Prodotto Interno Lordo, nel 2005 ha sfiorato i 2,3 miliardi di euro, con una crescita rispetto al 2004 di quasi il 5%; resistono le esportazioni, tanto che il 60% della produzione nautica continua a essere venduta all’estero; l’Italia, con 260 nuovi ordini in essere, rimane l’assoluto leader mondiale nella costruzione delle navi da diporto; il Mediterraneo (dati Frazer Yachts 19 maggio 2005) è il mare preferito per chi prende a noleggio una nave da diporto e, quindi, sono giusti sia l’apertura politico-amministrativa del precedente governo di centrodestra a questa industria sia i progetti di potenziamento della nostra rete di porticcioli messi a punto in numerose località.

Dalla Sardegna, invece, viene la conferma di una notizia pessima: l’approvazione (da parte di quel Consiglio Regionale) della proposta di legge Soru, che instaura la tassa sulle seconde case e sulle barche sopra i 14 metri, insomma sul turismo di qualità. È una scelta inopportuna, perché viene proprio nel momento di ulteriore sviluppo delle navi da diporto (appartenenti, ricordiamo, ai Paperoni di ogni parte del mondo), evidenziato da Frazer Yachts, operatore leader mondiale nel brokeraggio, nel noleggio e nel service agli armatori. Così, mentre tutto il Mediterraneo cerca il turismo ricco, cerca i superyacht che lasciano una scia d’oro (almeno 10.000 euro di spese al giorno, è stato calcolato), ora la Sardegna e domani forse altre regioni gli sbattono la porta in faccia… e proprio in un momento di disperato bisogno di entrate da parte del nostro Erario. “Il semplice annuncio dell’approvazione della tassa sul lusso – ha dichiarato Umberto Masucci, presidente della sezione yacht di Federagenti (Confcommercio) – ha già provocato numerose cancellazioni delle prenotazioni nei porti sardi per l’imminente stagione nautica. Ancora più grave il fatto che gli operatori internazionali hanno già cambiato le abituali rotte italiane a vantaggio di altri bacini turistici”. E noi ricordiamo – lo segnalò “Nautica” dal Boot di Düsseldorf, in gennaio – che già alle prime dichiarazioni del Governatore Soru, la sezione nautica dell’Automobil Club tedesco, l’Adac, aveva immediatamente suggerito al suo milione di soci circa, di non andare più in Sardegna.

Abbiamo già dedicato un editoriale, quello del febbraio scorso, a tale improvvisa follia, a questo autolesionismo a fini elettorali: che però costituisce un esempio molto preoccupante di ciò che potrà accadere in virtù di una prossima “devolution”. La Sardegna ci offre una delle interpretazioni più immediate dei nuovi poteri, che si trasformano in un attacco all’unità sociale del paese (per il momento), con discriminazioni di nascita e di residenza a scopo biecamente elettorale, un sostanziale esproprio di parti del comune patrimonio nazionale. Ma a questo punto cediamo la penna al nostro Franco Bechini, che illustra il caso con dovizia di particolari.

SASSI E OLIO BOLLENTE

La nuova tassa sulla sosta delle barche nelle acque della Sardegna, è divenuta realtà. Il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato il 4 maggio scorso (42 a favore, 12 contrari) la legge che instaura la tassa definita “sul lusso”. A carico – manco a dirlo – di chi non è nato in Sardegna, e di chi vi ha eletto domicilio fiscale da meno di 2 anni; esentate le mogli dei nati in Sardegna e i figli degli emigrati. Per quanto riguarda la nautica, l’imposta colpisce senza distinzione le barche più lunghe di 14 metri (fino a 14 metri non si paga alcuna tassa); ma sono esentate quelle che sostano tutto l’anno presso le strutture portuali dell’isola, e le barche a vela impegnate nelle regate, il che ha già fatto pensare a scappatoie per favorire amici e clienti. Si dice già, inoltre, che il conteggio della tassa da pagare sarà macchinoso e la riscossione difficile perché non omogenea, e darà certamente luogo a contestazioni. Solleva perplessità, inoltre, il riferimento “agli articoli 265 e seguenti del Codice della Navigazione” fatto al comma 3. dell’art. 4 nell’individuare il “soggetto passivo dell’imposta”, senza tener conto che ora la nautica da diporto ha una sua specifica normativa. Staremo a vedere.
Da parte nostra, solleviamo subito il primo dei tanti dubbi interpretativi: il comma 2. dice che “presupposto dell’imposta è lo scalo nei porti, negli approdi e nei punti di ormeggio ubicati nel territorio regionale delle unità da diporto”: ne consegue che chi sosterà in rada non dovrà pagare niente? Sarebbe un invito alle barche grandi a non entrare nei porti, a riempire le rade e a scendere a terra con il pram. Bel risultato. E magari andare a far carburante a Bonifacio. Ma se le rade, specie quelle ridossate, dovessero diventare così importanti anche ai fini fiscali, tutte le barche in transito che lo possono, eviteranno accuratamente l’Isola e probabilmente, a scanso di sorprese – non dimentichiamo i balzelli e le multe delle aree marine protette – tutta l’Italia. Bel risultato, mentre sono già stati spesi miliardi di euro di promozione turistica per richiamarle, per fare nuovi porti, per incrementare gli ormeggi con campi boa.

Pertanto vorremmo, lo auspichiamo e lo chiediamo con forza, che questa legge fosse sconfessata in toto, al più presto. Per non arrivare d’un balzo, come prevedeva anni or sono il futurologo Roberto Vacca e il Club di Roma, al “medioevo prossimo venturo”, con l’imposizione di dazi per il viandante, in un mondo che invece ha combattuto e combatte per l’abbattimento delle frontiere. Questa iniziativa nella sua filosofia appare quasi come un’istigazione a gettare sassi e olio bollente dall’alto del nuovo muro costruito attorno alle coste sarde, contro chi si avvicina dal mare. Brutti tempi, se dovesse prendere piede il concetto che solo pagando si può vivere ed esistere al di fuori del territorio dove si vota. Dove, essendo residenti, si elegge chi ci protegge. Attorno a casa, ma non fuori di casa. Sarebbe la fine della vita libera itinerante.

Sintesi della nuova Legge Regionale Sarda per la parte che riguarda la nautica

La tassa è annuale e scatta da questo 2006. Presupposto dell’imposta è lo scalo delle unità da diporto nei porti, negli approdi e nei punti di ormeggio ubicati nel territorio regionale nel periodo compreso dal 1° giugno al 30 settembre. Soggetto passivo dell’imposta è la persona o la società avente domicilio fiscale fuori dal territorio regionale che assume l’esercizio dell’unità da diporto ai sensi degli articoli 265 e seguenti del Codice della Navigazione.
L’importo è stabilito nella misura di Euro: 1.000 per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 14 e 15,99 metri – 2.000 per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 16 e 19,99 meri – 3.000 per le navi di lunghezza compresa tra 20 e 23,99 metri – 5.000 per le navi di lunghezza compresa tra 24 e 29,9 metri – 10.000 per le navi di lunghezza compresa tra 30 e 60 metri – 15.000 per le navi di lunghezza superiore ai 60 metri.

Per le unità a vela con motore ausiliario l’imposta è ridotta del 50 per cento.

Sono esenti dall’imposta le navi adibite all’esercizio di attività crocieristica e le imbarcazioni che partecipano a regate sportive; non sono soggette altresì al pagamento della presente imposta le unità da diporto che sostano tutto l’anno nelle strutture portuali regionali.

L’imposta è versata entro 12 ore dall’arrivo delle unità da diporto nei porti, negli approdi e nei punti di ormeggio ubicati nel territorio regionale ai soggetti incaricati della riscossione, i quali rilasciano un contrassegno comprovante l’assolvimento dell’obbligo tributario. La riscossione del tributo può essere affidata dalla Giunta Regionale mediante apposita deliberazione a: a) Corpo Forestale Regionale; b) personale dell’Amministrazione Regionale, c) soggetti che gestiscono i porti, gli approdi e punti d’ormeggio ubicati nel territorio regionale previa stipula di apposita convenzione nella quale è prevista a favore degli stessi soggetti il riconoscimento di un aggio pari al 5% del gettito tributario riscosso. Gli impiegati dell’Amministrazione Regionale autorizzati e muniti di appositi cartellini possono effettuare controlli presso gli scali portuali. Chi non esegue in tutto o in parte i versamenti dell’imposta dovuta o li esegue tardivamente è soggetto alla sanzione amministrativa pari al 100% dell’importo versato.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Importanti novità per Marina di Riposto
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 218

2
Indagine sugli scarichi dei reflui nella nautica
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 214
3
Albertoni nuovo presidente UCINA
rubrica: Attualità | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 90
4
Alla scoperta della Sicilia
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 328
5
Caicchi in Turchia: Golette orientali
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 326
6
Charter al top
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 330
7
Moorings amplia la sua flotta
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 332
8
Sailing Policoro
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 328
9
Turismo fluviale
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 330
10
Una barca per tutti
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 332
11
I multiscafi trasportabili: Yachting Camping all’italiana
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 110
12
Illuminare la coperta: Sole di notte
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2006 | numero: 530 | pagina: 118

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