Sommario

  • L’editoriale di Lucio Petrone sul numero di luglio ci propone una riflessione sulle novità introdotte in Sardegna dal presidente della regione, suggerendoci anche dei quesiti sulle potenziali cause di tali decisioni ma soprattutto sulle potenziali conseguenze.
  • Un amico nato per contrastare il nemico. Il radar. A bordo delle imbarcazioni da diporto l’elettronica è presente in modo sempre più massiccio. I fattori da considerare per l’analisi dello sviluppo di questo specifico segmento commerciale nel settore nautico sono diversi, anche se, primo fra tutti è certamente l’abbattimento dei costi seguito dalla riduzione degli ingombri e dell’assorbimento elettrico contenuto che i più recenti apparati sono in grado di assicurare, a fronte di prestazioni sempre maggiori.
  • Alla riscoperta della vela latina. Eleganza senza tempo. Non conosciamo con esattezza la sua provenienza né quando fu introdotta la prima volta e nemmeno l’etimologia del suo nome, ma una cosa è certa, questo tipo di vela ha cambiato tutte le regole che sino ad allora avevano governato la navigazione. In grado di raggiungere approdi lungo i fiumi, in quanto grazie all’albero abbattibile può passare sotto i ponto, e di raggiungere i bassi fondali, visto che questo tipo di armamento non richiede derive e appendici varie, la vela latina rimane di grande attualità anche per i moderni diportisti.
  • Binocoli marini. Il trionfo del 7×50. Tra la lunga lista di accessori nautici da tenere a bordo, uno spazio va sicuramente dedicato ai binocoli, strumenti utili in navigazione per avvistare riferimenti a terra oppure ostacoli in mare. Per il test abbiamo selezionato una gamma eterogenea di binocoli, accontentando in questo moto un pò tutte le tasche. Senza entrare troppo in profondità negli aspetti tecnici di tali apparecchi ecco alcuni consigli per un acquisto sicuro.
  • Maree. Moto incessante. L’incessante moto delle maree condiziona molte decisioni relative alla navigazione. Nonostante oggigiorno ci si possa avvalere sia di tavole di marea su carta stampata sia di programmi computerizzati per pianificare la navigazione, capire i fattori di fondo delle maree non è solo interessante ma anche utile.
  • In barca lungo il Tevere. Navigare nocesse est! Il Tevere interamente navigabile in città, dal cuore antico di Roma fino al mare, non è impossibile, come non lo è sognare un’approdo turistico all’ombra “der Cuppolone”. Ma è un sogno che passa obbligatoriamente per il rispetto della natura e per il ripristino delle leggi, perché più che un problema di ingegneria è una questione di qualità delle acque. Nautica vi spiega il perché. La Città Eterna ne avrebbe solo da guadagnare.
  • Louis Vuitton Act 10 e 11. Coppa Azzurra. Ognuno dei team più accreditati ha avuto la sua vittoria: “BMW Oracle” nel Match Race, i detentori di “Alinghi” nelle regate di flotta, mentre “Luna Rossa”, seconda in entrambe è la prima del 2006.
  • Museo della marineria di Cesenatico. Le farfalle dell’Adriatico. Non solo un tradizionale ambito museale nel quale i reperti sono raccolti secondo una ben precisa logica. Qui le barche che hanno scritto la storia del medio e alto Adriatico sono esposte nel loro ambiente naturale: l’acqua. Infatti, ben dieci di queste opere d’arte sono ormeggiate lungo il canale che secondo l’idea di Leonardo avrebbe dovuto collegare Cesena al mare.
  • Il dipartimento della Charente-Maritime. Il mare di Guascogna. Un tratto di mare caratterizzato da spiagge, dune e scogliere, che fin dall’antichità deve la sua fortuna, oltre che dai commerci, alle saline e all’allevamento delle ostriche che grazie alle notevoli escursioni di marea, qui trovano un habitat particolarmente adatto, tanto che Plinio il vecchio, naturalista “ante litteram” già nel I secolo dell’era Cristiana decantava le elevate qualità dei molluschi allevati in queste acque.
  • Vela libera. Nella rubrica Vela Libera del numero di luglio Paolo Venanzangeli ci parla della sovrapposizione critica dei tanti campionati che prendono vita nel corso dell’anno.
  • Nella rubrica dedicata allo sport come sempre tante notizie dai campi di regata internazionali e dai circuiti di motonautica. Il resoconto delle regate XV Sardinia Rolex Cup, Settimana dei Tre Golfi – Trofeo Progetto Italia – Coppa TIM, Yacht Club Punta Ala Trophy TP52, Audi IMS European Championship, Campionato del Mediterraneo IMS, Circuito Farr 40, XII Trofeo Challenge Roberto Trombini, Regata del Fiasco, Trapani Gran Prix, Panerai Classic Yacht Challenge, XVI Primatist Trophy.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Catana Catamarano – 52 Ocean Class; Ferretti Yachts – Ferretti 630; Seaway/Shipman – Skagen 53; Saline – T50; Azimut Yachts – Azimut 43S; Tiara Yachts – Tiara 3900; Sea Ray – 245 DA Sundancer; Italmarine – Cap 18 Open Blu Pack; Surmarine – Bahia Sport.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti e in allegato il fascicolo con le caratteristiche e i prezzi del nuovo. All’interno, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter – Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

IL CONSIGLIO È DI ASPETTARE A PAGARE

CI SONO FINI RECONDITI?

Torniamo a parlare della tassa sulle seconde case e sull’ormeggio delle imbarcazioni appena introdotta dalla Regione Sardegna. Se il Governatore Soru voleva scioccare il mondo della nautica, ha pienamente raggiunto il suo scopo, ma, in effetti, ha fatto molto di più: ha scioccato tutti coloro che hanno investito i loro quattrini sulla Sardegna e coloro che potenzialmente avevano intenzione di farlo. Non vorremmo pensarlo, ma considerata l’assurdità dell’iniziativa, sorge il sospetto che dietro ci possa essere un fine recondito, ben diverso da quello proclamato, assolutamente non in grado di risollevare le entrate fiscali dell’isola, anzi dannoso proprio a queste.
Ragioniamo. Il crollo del valore del patrimonio immobiliare sardo delle seconde case e delle strutture per il turismo nautico è stato immediato. Quasi tutti i “continentali”, al momento, vorrebbero vendere o lo faranno appena possibile.

Il desiderio di fuga è cominciato appena Soru ha iniziato le sue esternazioni in merito con grande clamore: non vorremmo neanche pensare che lo scopo di tutto possa essere anche quello abbattere il valore delle seconde case nell’isola per acquistarle successivamente a pochi euro. Se ciò fosse, ci sarebbero molte similitudini con quegli scandali di aggiotaggio che stanno distruggendo la nostra immagine nel mondo.

Per quanto riguarda le barche, in realtà, il Consiglio Regionale Sardo – non va dimenticato che l’iniziativa è stata approvata da tutto il consesso regionale – non ha nessuna possibilità di portare avanti il suo progetto per evidenti motivi di incostituzionalità, in primis perché introduce un tipo di imposta appena abolita dal Parlamento nazionale.

La Regione Sarda non può reintrodurre la tassa di stazionamento, abolita con la legge 172 del 2003. Deve perciò inventarsi qualche altra cosa, ma è evidente il danno che tale iniziativa, nata per ragioni politiche – si dice di ripicca per alcuni no ricevuti dal precedente Governo – sta arrecando alla Sardegna. Ci dicono che il Governo Prodi sia intenzionato a stoppare il provvedimento, anche per non consentire tentazioni imitative da parte di altre Regioni.

Sarebbe auspicabile che lo stop partisse proprio dal Ministro dei Trasporti Bianchi che, come il prof. Prodi, dovrebbe già essersi reso conto dell’apporto che la nautica può dare alle economie costiere e anche al Paese, contribuendo al PIL nel 2005 con 2 miliardi e circa 200 milioni di euro, come ampiamente illustrato dal recentissimo rapporto del Censis sull’economia del mare.

Sardegna, estate 2006:
un’ancora in più e tutti in rada

Noi la vediamo così: resistenza

Il nostro consiglio: proviamo ad applicare anche in Sardegna la legge fisica, che dice: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. All’azione di imposizione della tassa sulla sosta nei porti, approdi, punti di ormeggio, corrisponde una reazione uguale e contraria di sosta in rada all’ancora.
Quindi chi questa estate intende – nonostante tutto – recarsi in Sardegna con una barca più lunga di 14 metri (attenzione: fino a 14 metri non esiste alcuna tassa; per le lunghezze al limite portatevi appresso dichiarazioni e perizie di convalida della misura esatta della barca da mostrare ai controllori, per difesa) può investire in ancore supplementari, in catene e cime di rispetto, arricchendo la dotazione di bordo. Magari utilizzando in modo produttivo, positivo e marinaro quelle stesse somme che la Regione Sardegna (meglio, diciamolo, il suo presidente, Antonello Soru, perché il “merito” è suo) pretende per la sosta anche di un solo giorno all’interno di porti, approdi, punti di ormeggio. Certo, per questa reazione uguale e contraria le barche a vela sono avvantaggiate.

A meno che la genialità italica non metta in moto la fantasia e si vedano questa estate lungo le coste sarde barche botte che vendono carburante. A chi sosta in rada, all’ancora. Oppure si ricorra all’utilizzo del pram di bordo e di alcune taniche per collegare con il distributore di carburante in banchina la barca ormeggiata in rada all’ancora. Una seccatura, forse, ma vuoi mettere la soddisfazione di non subire una prevaricazione gratuita. Alla tassa medievale sul sale la Toscana rispose con il pane sciocco, che si fa ancora oggi. Ed è più buono di quello salato, perché non copre i sapori dei cibi a cui si accompagna.

Per un parallelo, pensate alla comodità di fare rifornimento di carburante in rada con la bettolina che si affianca e ti fa il pieno. Potrebbe diventare una cosa gradita e rimanere anche in seguito. Come il pane sciocco. Questa è l’Italia vera, questi sono gli italiani. Altro che le amministrazioni.

Aggiornamento della situazione nelle acque della Sardegna

La Giunta Regionale della Sardegna, su proposta dell’ass. della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio, ha approvato in data 30/5/2006 la Deliberazione n. 23/26 avente per oggetto “Direttive concernenti l’applicazione dell’art. 4 legge regionale 11/5/06 n. 4, Disciplina transitoria delle modalità di pagamento e controllo dell’imposta regionale su aeromobili ed unità da diporto”. La Deliberazione precisa e ribadisce che “il tributo è dovuto… una volta all’anno per le unità da diporto che sostano nei porti, negli approdi e nei punti d’ormeggio della Sardegna”.
Questo ha rilevanza determinante, tanto che la Deliberazione:

– al punto 6) stabilisce “che venga dato mandato ai competenti uffici degli Assessorati regionali dei Trasporti, dei Lavori Pubblici, del Turismo e degli Enti Locali, di provvedere a censire nel territorio regionale tutti… i porti, gli approdi, i punti di ormeggio e i soggetti preposti alla loro gestione”…

– al punto 8) stabilisce che “venga dato mandato all’Assessorato degli Enti Locali di provvedere… alla stipulazione delle convenzioni per l’attribuzione ai soggetti gestori delle strutture portuali della Sardegna del servizio di riscossione dell’imposta regionale sulle unità da diporto”…

Da quanto sopra deriva la nostra interpretazione, suffragata peraltro dalle valutazioni dei nostri esperti referenti per la Sardegna (i quali ovviamente non desiderano essere citati, per ovvi motivi), che è la seguente: la sosta all’ancora di unità da diporto nelle rade che costituiscono mare territoriale, e quindi non sono né “porti”, né “approdi”, né “punti di ormeggio” (vedi punto 6), peraltro non “gestite” da alcuno (vedi punto 8) deve considerarsi libera e gratuita, non soggetta ad alcuna tassazione perché non rientrante nell’oggetto della nuova imposta regionale.

– Alcuni ritengono, a loro avviso – e riportiamo questa valutazione solo a titolo informativo – che i campi boa ancorché gestiti non rientrerebbero fra i punti di ormeggio. Noi ci limitiamo a riportare quanto stabilisce l’art. 2. Definizioni, del DPR n. 509/1997 (Decreto Burlando), il quale al comma c) definisce i “punti d’ormeggio”… gli specchi acquei dotati di strutture che non importino impianti di difficile rimozione, destinati all’ormeggio…”.

– Ancora: la citata Deliberazione (n. 23/26 del 30/5/2006) prescrive:

– al punto 1) “che il pagamento per l’anno 2006 dell’imposta sia effettuato dall’esercente… l’unità da diporto… non oltre 24 ore dall’arrivo nelle strutture portuali… mediante il versamento degli importi dovuti sul conto corrente postale n. 72729809 intestato a: “Regione Autonoma della Sardegna, Imposta regionale su aeromobili e unità da diporto”;

– al punto 2) “che nella causale del conto corrente debba essere riportato… b) per le unità da diporto: l’anno d’imposta; la lunghezza fuori tutto dell’unità da diporto; il numero e la sigla dell’ufficio d’iscrizione”.

Interessantissimo e significativo quanto indicato al punto 3) della Deliberazione, e cioè “che… nel periodo compreso fra il primo giugno e il trenta settembre al Corpo Forestale della Regione venga affidato il compito di:

a) acquisire dai gestori delle strutture… portuali della Sardegna i dati concernenti:… l’individuazione delle unità da diporto non inferiori ai 14 metri di lunghezza e dei relativi esercenti (capito? n.d.r.);

b) effettuare nell’ambito dell’attività di vigilanza del territorio, i controlli e le verifiche del corretto adempimento degli obblighi tributari regionali, mediante la richiesta ai soggetti passivi d’imposta (quindi ai diportisti, n.d.r.) di esibizione: delle ricevute di conto corrente postale attestanti il pagamento dell’imposta… (capito?, n.d.r.);

c) redigere in caso di violazione degli obblighi tributari i processi verbali di contestazione”…

Il punto 4) prescrive “che la documentazione comprovante la non assoggettabilità all’obbligo tributario o il diritto alle esenzioni… da esibire al Corpo Forestale se richiesta sia costituita:

b) per la dimostrazione della sosta annuale dell’unità da diporto nelle strutture regionali da: copia dei contratti stipulati con le strutture portuali; codice fiscale o partita IVA dell’esercente l’unità da diporto;

c) per la dimostrazione della partecipazione a regate di carattere sportivo da: copia dell’attestazione comprovante la partecipazione alla regata rilasciata dall’ente o dalla federazione organizzatrice la manifestazione sportiva;

5) che ai fini dell’applicazione delle esenzioni d’imposta previste… per regata di carattere sportivo si deve intendere la manifestazione organizzata sotto l’egida di organizzazioni e federazioni sportive riconosciute a livello nazionale e internazionale” (vedremo come se la caveranno le varie Fiv, Fim, Aive, Asdec, ecc. che finora riuscivano ad allungare la stagione nautica in Sardegna con i loro raduni, n.d.r.)

Infine la ciliegina burocratica: il punto 9) prescrive di “dare mandato all’Assessorato della Programmazione e Bilancio di predisporre:

a) la modulistica necessaria all’espletamento dell’attività di riscossione da parte dei gestori delle strutture portuali;

b) i contrassegni… nei quali dovranno essere riportati gli elementi identificativi degli agenti della riscossione, l’importo riscosso, la data del pagamento, il codice fiscale o la partita IVA del soggetto passivo d’imposta” (creare una burocrazia passiva la cui messa in piedi assorbirà e supererà sicuramente l’importo incassato, n.d.r.).

Tuttavia la Deliberazione termina con il punto 11), in cui si dice “che in sede di prima applicazione l’imposta dovuta possa essere assolta senza alcun onere aggiuntivo a carico dei soggetti passivi entro 60 giorni dalla data di pubblicazione della presente deliberazione, passati i quali sono applicati gli interessi e le sanzioni previste”. Il che significa che tutto questo casino scatta dai primi di agosto 2006, fino ad allora si rimane liberi. C’è veramente da sperare che per quella data la ragione sia ritornata anche in terra sarda. Ce lo auguriamo e lo auguriamo di tutto cuore agli amici della Sardegna. Che davvero non si meritano una stortura del genere.

Alcuni flash di commento a quanto sta avvenendo in Sardegna con la nuova tassa

– Il “Corriere della Sera” di venerdi 2 giugno, a pagina 22, in un articolo a firma Alberto Pinna, ha riportato la notizia che il comandante di “Octopus”, la barca di 120 metri di Bill Gates di Microsoft, avrebbe chiesto conferma alla gestione di Portorotondo che anche per la sosta di un solo giorno doveva pagare una tassa di 20.000 dollari. Dopodiché ha detto che faranno sapere se verranno con la barca. Come dire, anche i ricchi hanno un cuore. Oltre al cervello, altrimenti non sarebbero ricchi. E quanto previsto dalla nuova tassa sulla sosta delle barche fa male anche al cuore.
Ancora il “Corriere della Sera” di sabato 10 giugno a pagina 21 ha titolato così un articolo a firma Alberto Pinna: “Tassa sugli yacht, in rivolta i porti sardi. Undici Comuni dicono no all’imposta introdotta da Soru”. Si dice che il Sindaco di Castelsardo, presidente della rete che comprende 11 porti sardi, sarebbe il portavoce della protesta. Che consisterebbe nel fare contratti annuali: il diportista che arriverà in uno degli 11 porti della rete sottoscriverà un contratto tipo e pagando una somma modesta (ancora de definire, ma sembra si tratti di pochi Euro) avrà diritto ad attraccare in tutti i porti della rete per l’intero anno; salvo poi restarci effettivamente per un mese o una settimana o una sola notte. Molti dei porti della rete sono comunali e i Sindaci non vogliono far pagare l’esosa tassa regionale ai diportisti, che creano indotto e portano ricchezza.

Del resto la Sardegna ha un precedente, che emerge da un’inchiesta apparsa su “Nautica” n. 365, settembre 1992, pagina 172, dal titolo “Costa Smeralda e oltre, inchiesta sui porti comunali della Sardegna”, che ricorda una situazione per certi versi simile. Nel porto pubblico di La Caletta di Siniscola (NU) la Regione Sardegna aveva installato a propria cura e spese alcuni pontili galleggianti, che per il disinteresse dei due Comuni competenti (Siniscola e Posada) furono affidati in gestione dalla CP di Olbia (dall’allora Comandante Specchia) al Circolo Nautico La Caletta. Il quale consentiva l’ormeggio alle sole barche dei soci. Così turisti e diportisti in transito non avrebbero potuto accostare, con grave danno per l’ospitalità e l’indotto. Allora fu escogita la “Tessera Verde”, che al costo modesto e simbolico di 10.000 lire (che poteva venir ammortizzato anche con la sosta di una sola notte) consentiva alle barche in transito l’associazione temporanea al Circolo Nautico. Così il diportista di passaggio poteva usufruire degli ormeggi e dei servizi dei pontili gestiti dal Circolo. Quando si dice la genialità italica.

– Si dice che qualche operatore abbia presentato ricorso al TAR, frattanto Assonat – l’Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici, cui aderiscono gran parte delle imprese operanti nel settore della portualità turistica partecipe di Federnautica- Confcommercio, Federazione Italiana Imprese Turistiche Nautiche alla quale aderisce anche il settore del “charter” con Ainud – attraverso il suo Presidente Luciano Serra, ha dichiarato La “tassa sul lusso” prevista in Sardegna costituisce una forte preoccupazione per le imprese del settore, che vedono gravemente minate le possibilità di crescita e di sviluppo. In quest’ottica l’Assonat si riserva di prendere in esame azioni giudiziarie a tutela dei propri associati e della portualità turistica italiana in generale.

– Paolo Vitelli, presidente uscente di Ucina, secondo “Il Sole 24 Ore” di domenica 4 giugno, parla di incostituzionalità, di contrasto con l’art. 120 della Costituzione che vieta alle Regioni di “istituire dazi di transito fra le Regioni” e queste non possono “adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose fra le Regioni”: Concordiamo con questa valutazione di Vitelli.

– Interessante quanto comunicatoci da Ucina: è stata presentata una interrogazione parlamentare di contrapposizione dal Gruppo Parlamentari Amici del Mare (on.le Mauro Cutrufo ed altri); è stato effettuato uno studio da cui risulta che l’introito possibile della tassa sarda sarebbe sicuramente di molto inferiore ai 22 milioni di Euro, per il cui incasso bisognerà peraltro approntare una struttura paraministeriale diffusa; e per questo si sta uccidendo l’economia di un’intera isola, quasi un continente; si può ritenere ragionevole che per questa stagione la legge non possa essere applicata per motivi tecnico-amministrativi; si ritiene infine che la normativa possa rivelarsi economicamente dannosa per l’economia nazionale in quanto potrebbe dirottare su altri Paesi (ad esempio sulla vicina Corsica) la grande nautica internazionale; i ministeri competenti sono il ministero delle Infrastrutture e il ministero delle Finanze.

– Alcuni consigliano, vista la moratoria di 60 giorni, di non pagare, se ne riparla i primi di agosto, a quella data la cosa potrebbe anche essersi sgonfiata.

– La nuova normativa impone al Corpo Forestale di fermare i diportisti e chieder loro conto se han pagato la tassa sull’ormeggio; non bastavano tutti i Corpi sguinzagliati finora nella caccia a chi va per mare per turismo e relax.

– Pensate all’onere della prova a carico del diportista per dimostrare che la barca è di lunghezza inferiore a 14 metri, poche cose nella nautica sono più incerte della lunghezza di uno scafo.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Baia di Sivota: un approdo per barche fino a 30 metri
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 198

2
Bilancio positivo per Marina dei Cesari
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 202
3
Ingemar per Marina di Stabia
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 198
4
Marina Chiavari: nuovo impianto aspirazione di reflui
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 194
5
Marina di Roma: centro servizi nautici e sede di CNM
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 200
6
Nuovo porto turistico di Jesolo
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 202
7
Riva di Traiano anche per i superyacht
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 192
8
Il consiglio è di aspettare a pagare: Ci sono fini reconditi?
rubrica: Attualità | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 76
9
In barca lungo il Tevere: Navigare necesse est!
rubrica: Attualità | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 148
10
Sardegna, estate 2006: Resistenza
rubrica: Attualità | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 76
11
Charter in Liguria: Cinque terre ma non solo
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 288
12
Dentici in Corsica
rubrica: Broker & Charter | annata: 2006 | numero: 531 | pagina: 290

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