Sommario

  • L’editoriale di Nautica sul numero di febbraio, come sempre scritto da Lucio Petrone, illustra come il patto per la crescita stipulato al Nautico di Genova lo scorso ottobre da Anton Albertoni, presidente Ucina, e Massimo D’Alema, vicepresidente del Consiglio del Governo Prodi, finora sta funzionando, nonostante lo sgarbo dell’aumento dei canoni e la riduzione del periodo di durata massima per le concessioni demaniali della portualità turistica, che se non modificato a breve, rischia di bloccare la costruzione di quei nuovi porti e approdi indispensabili per attirare verso il nostro Paese una massiccia presenza del diportismo europeo. All’interno dell’editoriale Lucio Petrone esprime il suo punto di vista.
  • 46e Salon Nautique de Paris. Ancora una volta la fiera di Porte de Versailles si rivela come il luogo nel quale ciascuno può trovare il suo sogno raggiungibile. Mancano i superyacht, d’accordo. Ma qui la gente va in mare per davvero. Con qualsiasi cosa.
  • Testa a testa. Bowrider Vs Gommone. Gli scafi con la prua aperta, di ispirazione americana, fino ad oggi non hanno incontrato i favori del grande pubblico, che per avvicinarsi al mare ha preferito scegliere il gommone. Le cose però stanno cambiando, e per capire quale tipologia d’uso sia più adatta all’uno e all’altro mezzo, abbiamo scelto di confrontarli in acqua. Divertendoci.
  • Le prove pratiche di “Nautica”. Il teak dei poveri. Rivestimento della coperta con pannelli di teak di soli 5 millimetri di spessore, ottenuti incollando sui lati fasce di teak massello di spessore maggiore, poi levigate e portate a misura; la superficie del rivestimento è continua, senza l’interruzione di comenti longitudinali gommati, come avviene comunemente per le coperte; per l’incollaggio sia delle fasce di teak fra loro sui lati che dei pannelli sulla coperta è stata utilizzata resina Epoxi Tixo Cecchi 10-10, sistema epossidico strutturale tixotropico (denso) a due componenti; per ottenere la pressione per l’incollaggio dei pannelli sulla coperta sono stati utilizzati sacchi di rena confezionati per l’edilizia del peso di 25 chilogrammi ciascuno.
  • Ipotesi di studio per tre catamarani. Imbarcazioni multiuso. Rispetto ai monocarena, il catamarano offre degli innegabili vantaggi, che possono essere così riassunti: abitabilità senza pari, possibilità di navigare su bassi fondali, notevole stabilità, sia in navigazione che all’ancora, e velocità elevata, che si traduce in risparmio di carburante. Inoltre, sono proprio queste caratteristiche a renderlo idoneo, oltre che per il diporto, per usi militari, d’intervento rapido e trasporto veloce.
  • Alberi senza sartiame. Ritorno alle origini. Alcune migliaia di barche a vela di tutte le dimensioni solcano i mari del globo con alberi senza sartiame. Non c’è nulla di magico o misterioso nel fatto che un albero resti in piedi senza l’ausilio di cavi, lo fanno già in natura le querce, i larici e i pini.
  • La cura dell’imbarcazione: l’attrezzatura. Sempre efficiente. Un’imbarcazione deve soprattutto… galleggiare; ma è la presenza dell’attrezzatura a permetterne il suo uso. Attenti e periodici controlli ai tanti elementi che la compongono e ai sistemi di propulsione e direzione, costituiscono l’unica garanzia alla continuità del funzionamento dell’insieme e concorrono nel creare le migliori condizioni di sicurezza.
  • Supermaxi. Il vento e il pendolo. La ricerca di una velocità sempre maggiore, per conquistare i record delle regate più importanti, ha portato gli scafi verso dimensioni sempre più importanti e attrezzature più sofisticate.
  • Rolex Sydney Hobart 2006. Onde da canguri. Vincitore d’epoca per questa edizione della classica dei mari del sud, che continua a mettere a dura prova, con vento e onde, le barche e gli equipaggi.
  • La tradizione marittima del west. Passggio a Nord-Ovest. Ad esclusione dell’Alaska, che fa caso a sé, la costa occidentale degli Stati Uniti è costituita da tre stati, di cui quello più importante e conosciuto è la California. Meno noti sono gli altri due: Oregon e Washington, che presentano uno sviluppo costiero di circa 750 chilometri, vantano porti importanti, come Portland e Seattle, e cha hanno giocato un ruolo notevole nella storia marittima americana. Vale quindi la pena di conoscere meglio il loro rapporto con il mare.
  • Brasile: Parco nazionale marino delle Abrolhos. L’arcipelago delle megattere. Il parco marino delle Abrolhos, un arcipelago composto da cinque piccolissime isole, rappresenta un habitat perfetto per le megattere, tanto che qui vivono e vengono a riprodursi i cinque sesti degli oltre 6.200 esemplari di questa specie che nel 2005 sono stati censiti nelle acque dell’oceano Atlantico tra Rio de Janeiro e Salvador de Bahia.
  • Vela libera. Nella rubrica Vela Libera del numero di febbraio Paolo Venanzangeli illustra una panoramica sulle varie ere della Coppa America, giunta ormai a uno stadio mediatico da Formula 1, perdendo quindi quel poco che le era rimasto di tradizionale.
  • Nella rubrica dedicata allo sport notizie sul Trofeo Campobasso, sul record di traversata atlantica stabilito da Matteo Miceli, oltre al resoconto del varo di “ITA 94” Luna Rossa.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Bavaria 39 Cruiser, Cantiere Nautico Azzurro Azzurro 80, Seafortune Sanremo 465, Monterey Boats 350 SY, Promarine Vigo Starfisher 1060, Apreamare 38, Larson 318 Cabrio, Sea Ray 275 Amberjack, Italmar Mistral 20 SF, Tecnofiber Almar 190.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti. All’interno della rivista, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter – Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

VA AVANTI IL PATTO PER LA CRESCITA

UN SUCCESSO DI UCINA

Come si può leggere nella rubrica “Nautimondo” di questa stessa rivista, il patto per la crescita stipulato al Nautico di Genova lo scorso ottobre da Anton Albertoni, presidente Ucina, e Massimo D’Alema, vicepresidente del Consiglio del Governo Prodi, finora sta funzionando.
Lo ha ribadito l’incontro politico che, saggiamente, Albertoni ha voluto a Roma per evitare che passata l’euforia suscitata da la grandeur della manifestazione genovese – quest’anno veramente magnifica nei nuovi, più vasti spazi in acqua – tutto cadesse nel dimenticatoio.

C’è stato, è vero, lo sgarbo dell’aumento dei canoni e la riduzione del periodo di durata massima per le concessioni demaniali della portualità turistica, che se non modificato a breve, rischia di bloccare la costruzione di quei nuovi porti e approdi indispensabili per attirare verso il nostro Paese una massiccia presenza del diportismo europeo.

Ora speriamo funzionino i tavoli di lavoro previsti e l’ordine del giorno sottoscritto dalla Camera dei Deputati, ma per modificare una legge occorre un’altra legge e la strada più rapida potrebbe essere quella della prossima legge Finanziaria dello Stato, a ottobre 2007.

Certo la bagarre politica in atto su problemi di grande importanza per il futuro, specialmente dei giovani, non induce all’ottimismo, ma il buonsenso, al di là del colore politico, dovrebbe impedire che si riduca la vitalità di uno dei pochi settori nazionali in grado di crescere ulteriormente con le sue forze.

Siamo sempre di fronte alla stessa cecità che per oltre un decennio ha regalato alla Francia l’Iva sul leasing agevolato per l’acquisto di unità da diporto, facendo perdere al nostro erario miliardi e miliardi delle vecchie lire. Ora che anche il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio si è convinto dell’importanza del turismo nautico per la sopravvivenza delle aree marine protette, in una visione condivisa di regole e prevenzioni, è necessaria sempre di più una politica del mare integrata tra le diverse amministrazioni pubbliche competenti. Anzi, ribadiamo un concetto da noi sempre espresso in questi anni, un Governo italiano illuminato non può prescindere dall’avere un ministero del Mare: siamo un paese immerso nel mare, le nostre attività marittime, assieme alla nautica, sono uno dei comparti nazionali più attivi e ora, in aggiunta, si prospettano, anche in tempi brevi, notevoli problemi che potrebbero derivare dai mutamenti climatici sotto i nostri occhi.

Per oltre un secolo abbiamo trascurato agricoltura, turismo e artigianato per puntare, senza materie prime e fonti energetiche, all’industrializzazione. Nonostante tutto, abbiamo fatto miracoli, ma ora i paesi emergenti del terzo mondo ci fanno una concorrenza sempre più incalzante e noi dobbiamo mettere a frutto quel che abbiamo: un ambiente unico al mondo, un patrimonio genetico, artistico e culturale, che nessuno ha, come dimostrano gli italiani sparsi nel mondo, che ovunque eccellono.

Nel suo piccolo, la nautica da diporto ne è un esempio. Qualità e gusto! Non è solo lo slogan di un caffè, è anche la realtà di alcuni settori dove eccelliamo e la nautica ne è un fiore all’occhiello. Purtroppo parliamo solo dell’attività produttiva, perché quanto alla pratica della nautica siamo molto indietro.

La cultura demagogica imperante – non possiamo dimenticare – individua ancora in ogni proprietario di unità da diporto, anche la più piccola, un evasore fiscale, dimenticando che oggi, con i controlli incrociati, è praticamente impossibile evadere il fisco: anche gli evasori totali prima o poi vi incappano. La Guardia di Finanza dispone di un quadro completo degli armatori italiani che navigano nelle acque nazionali e non solo, tanto da aver abbandonato i blitz aeronavali e i controlli in acqua.

Un evasore non comprerà mai una barca né un appartamento o altro, li prenderà sempre a noleggio, ma anche in quel campo la Guardia di Finanza vigila. La nautica è un’attività di tempo libero che attiene alla qualità della vita, come del resto altre. Smettiamola, quindi, con la caccia alle streghe e lasciamo chi guadagna onestamente, libero di godersi la sua barca e le sue vacanze. Molti politici, anche di sinistra, l’hanno compreso e ciò spiega l’adesione bipartisan all’ordine del giorno ottenuto da Ucina, azione anche da noi sostenuta e alla quale intendiamo dare tutto il nostro appoggio di media.

Ora è necessario che il Governo sia in grado di mantenere vivo il patto per la crescita. I problemi creati da una parte della coalizione di maggioranza, ma comunque attesi per la necessità dell’estrema sinistra di essere coerente con le attese dei propri elettori – come le scelte pacifiste e sostanzialmente antiamericane, la difesa dei lavori usuranti e dell’attuale età pensionabile ecc. – rendono difficile il compito di mediatore di Prodi. Ulivo e Quercia sperano in un’evoluzione favorevole degli eventi attraverso la creazione del Partito Democratico, ma la cartina di tornasole saranno le elezioni amministrative, che si avvicinano rapidamente.

Per la nautica, però, la partita politica si gioca sempre più a livello regionale, con i Distretti Industriali delle attività produttive. Stiamo seguendo da vicino quello del Lazio, il primo in Italia integrato a tutte le attività connesse con la nautica, promosso dal prof. Elia Valori, presidente di Confindustria Lazio e di Sviluppo Lazio, assieme agli assessori regionali Francesco De Angelis (Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato) e Raffaele Ranucci (Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo) che potrebbe essere la chiave di sviluppo del settore nella regione e un esempio guida in altre regioni.

È una strada, questa, che Ucina non dovrebbe trascurare, perché è la strada del futuro, anche per assicurare alla nautica quel supporto logistico vitale, da cui non può prescindere. Infine: siamo ai vari delle barche sfidanti di Coppa America che parteciperanno alla Luis Vuitton Cup: scaramanticamente incrociamo le dita per i nostri e come al solito “Nautica” li seguirà da vicino.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

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