Sommario

  • L’editoriale di Nautica sul numero di gennaio, come sempre scritto da Lucio Petrone, parla della crisi della piccola nautica e dei problemi dell’usato, punto dolente per tutta l’Europa.
  • In manovra con l’Inboard Performance System. Come in un videogioco. A circa tre anni dalla sua presentazione, il sistema di trasmissione IPS inventato dalla Volvo Penta incontra ancora qualche perplessità. Ma i dati sono tutti a suo favore. E basta provarlo anche solo una volta, per uscire dall’ormeggio, per rendersi conto che è una vera rivoluzione.
  • Mets 2007. Venti anni da leader. Ha raggiunto la ventesima edizione quello che oramai da tempo viene riconosciuto come l’appuntamento da non perdere per chi si intende di accessori.
  • La revisione dell’autogonfiabile. La sicurezza non ha prezzo. Troppi diportisti sottovalutano l’importanza della zattera di salvataggio, relegandola in posti pressoché inaccessibili dell’imbarcazione e trascurando le norme basilari da tener presenti per il suo corretto utilizzo. Quanto alla revisione periodica, poi, molti la ritengono solamente un inutile spreco di tempo e soldi, eppure è solo tale revisione che può garantirci la perfetta efficienza di questo importante accessorio, l’unico in grado di salvarci la vita in caso di malaugurato incidente in mare.
  • La rinascita di “Chiattone”. Second Life. Un rimorchiatore quasi centenario, originariamente a vapore, di cui si sono perse le tracce storiche, un’armatrice che se ne innamora, un architetto eclettico, un recupero di tipo industriale. Ecco gli ingredienti che hanno portato a nuova vita “Chiattone”.
  • Il Centro Ricerca & Sviluppo del Gruppo Azimut-Benetti. L’esperienza e la ragione. Si dice che un paese senza ricerca è un paese senza futuro. E allora, estendendo il concetto, si può anche dire che un’azienda senza ricerca è un’azienda senza futuro! Il gruppo Azimut- Benetti, costituendo un proprio Centro R&S in cui studiare, sviluppare e sperimentare nuove tecnologie e nuove soluzioni, ha creato i presupposti per mantenere un ruolo di primissimo piano nel panorama nautico mondiale.
  • Lo yacht reale 12 Metri S.I. Bloodhound. Lo scorso giugno, dopo un completo restauro durato circa tre anni, e molte inevitabili modifiche e sostituzioni di pezzi originali, è tornato all’antico splendore lo yawl con il quale il Principe Filippo, consorte della Regina Elisabetta e grande amante degli sport velici, si è cimentato su vari campi di regata. La storia di quello che per alcuni anni è stato considerato il tender dello yacht reale di Britannia.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Jeanneau 45 DS tre cabine – Bertram Yacht 700 – Queens Yachts 70 – Sunseeker Predator 62 – Vicem Liberty 58′ Classic – Cantieri Navali del Mediterraneo Continental 50 – Absolute 52 – Fairline 48 Phantom – Intermare 43 – Donzi Marine 38 ZF Open – Tiara Yachts 3000 – Capelli Cap 32 WA – Chaparral Boats Signature 250 – Quicksilver 700 Weekend – Maxum Boats 2400 SE.
  • Transat Jacques Vabre. Trionfa la strana coppia. In coppia con D’Alì, Soldini ha portato “Telecom” alla vittoria sul traguardo di Salvador de Bahia. Al secondo posto dei Class 40 i francesi Dominique e Thierry Vittet. Nella trimarani 60 piedi si registra la vittoria di “Groupama 2” di Franck Cammas e Steve Ravussin che hanno stabilito il record assoluto della regata.
  • Dalle Isole Egadi a Ustica. Tropici Siciliani. Gli italiani sono decisamente esterofili, ed è per questo che molti di quelli che amano il mare e le sue meraviglie sono costantemente alla ricerca di posti esotici negli angoli più sperduti del mondo. Eppure basterebbe guardarsi intorno per accorgersi che nel nostro Paese esistono luoghi che oltre a storia, cultura e natura, anche per ciò che riguarda il mare non hanno assolutamente nulla da invidiare alle più rinomate mete tropicali, come abbiamo constatato durante la nostra crociera a bordo di un caratteristico caicco turco.
  • “Strambate”. Oracle vince il ricorso all’alta corte di New York. La Coppa s’è rotta. Cause perse, appelli mancati, differimenti certi, barche incerte, risarcimenti milionari, contratti che saltano, sponsor che entrano, e tutti a dire che è uno schifo. Ma in fondo la Coppa non è questo? Quanti eventi fanno parlare di sé a cinque mesi dalla conclusione? Pubblicata, inoltre, la lettera aperta di Ernesto Bertarelli, Presidente di Alinghi.
  • Nella rubrica dedicata allo sport curiosità riguardo i Campionati Invernali, la Rolex Trophy One Design Regatta, la Transatlantic Maxi Yacht Rolex Cup.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti, in più in allegato troverete “La borsa del nuovo”. All’interno della rivista, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter – Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

CONTINUA IL DIALOGO DI UCINA CON LA POLITICA ITALIANA

Speriamo di superare questo periodo difficile

Questo inizio di 2008 si apre su un panorama pesante per la nautica da diporto e non solo in Italia. Non ci sono compratori per le barche, come del resto per tutti gli altri comparti produttivi.
Per quanto riguarda il nostro settore, si salvano solo le unità grandi e grandissime dal prezzo milionario che, anche se in percentuale minore, fortunatamente si vendono ancora. Economia e politica attraversano un momento d’incertezza a livello globale, che rischia di prolungarsi parecchio, anche a causa della concorrenza dei paesi cosiddetti emergenti e spinge alla prudenza. I più ricchi in Europa, i Tedeschi, in passato ottimi clienti dei cantieri italiani, non spendono, tengono i loro quattrini in banca. Da noi, frattanto, si divarica sempre più la forbice tra ricchi e poveri, a spese di una classe media che nelle varie fasce vede sempre più assottigliarsi il potere d’acquisto. Hanno mercato in questo momento, in tutta Europa, come conseguenza della debolezza del dollaro, le unità medio-piccole, specie fisherman, importate a stock dagli Stati Uniti, dove negli ultimi tempi sono stati chiusi molti cantieri o quanto meno accorpati stabilimenti di costruzione.

Nel nostro paese è conclamata già da qualche anno, anche da Ucina, la crisi della piccola nautica, che deriva da un cambiamento di costume, da una preferenza generalizzata degli utenti verso barche più grandi, ma anche, se non soprattutto, dalla mancanza di strutture come scivoli, campi boe, porti a secco, spiagge attrezzate ecc. Per chi ha passione, le piccole barche hanno un prezzo ancora accessibile, specie le usate. Quello che scoraggia invece è il costo della gestione delle unità: carburanti, rimessaggio, riparazioni, movimentazione e ancor più lo spazio in acqua, costi esagerati se si tiene conto del valore intrinseco del mezzo.

È perciò principalmente sulle strutture che si deve combattere la battaglia italiana. Gli emendamenti alla Legge Finanziaria 2008, com’è noto, non sono stati recepiti, ma molto bene ha fatto Ucina, col suo Presidente Anton Albertoni, a indire l’Assemblea Generale della Nautica a Roma il 12 dicembre. La nautica non ha la forza di altre categorie, che protestano quotidianamente davanti a Montecitorio o bloccano strade e ferrovie, ma l’Assemblea – di cui riferiremo per esigenza di tempi col prossimo numero di febbraio – ha opportunamente ricordato l’esistenza di un settore che, oltre a contribuire col 3% al PIL nazionale, è di fondamentale importanza per l’esistenza stessa di tante economie locali. Non ci sono stati, al momento, risultati pratici, ma sicuramente c’è stato il successo politico.

Ma torniamo all’usato. Questo è un punto dolente per tutta l’Europa. C’è tanto usato sul mercato che si può esitare solo svendendolo. Ciò perché è, in realtà, più conveniente comprare una barca nuova, avvalendosi di agevolazioni e risparmi offerti dal leasing, specie di banche francesi e italiane. Molti ricorrono alla permuta, ma i cantieri che ne hanno abusato, ora sono pieni e tali barche, in genere sopravvalutate per accontentare il cliente, che incidono negativamente sui bilanci aziendali. Tanto che adesso le permute si effettuano solo se vi si è proprio costretti. In Francia, tanto per far comprendere che la crisi non è solo italiana, l’usato ha messo in grossa crisi anche il settore dei cabinati a vela, da sempre trainante in quel mercato.

C’è però un altro fenomeno che riguarda tutti i settori produttivi della nautica che ha cominciato ad avere il suo peso. Stimolati dagli ottimi affari degli scorsi anni, con produzioni spesso insufficienti a soddisfare la domanda, molti cantieri hanno investito in nuovi stabilimenti che stanno generando sovrapproduzione. Questo fenomeno è stato molto evidente nella vela. Ora l’offerta supera la domanda e non vi sono mercati alternativi per colpa della crisi economica dei paesi occidentali e la mancanza di strutture e normative di quelli emergenti. Nel motore, la fortuna commerciale di super e mega yacht ha stimolato molti altri cantieri a salire nelle dimensioni delle unità prodotte con lo scopo di riuscire a inserirsi nel mercato. Come dicono i pokeristi, “piatto ricco mi ci ficco” e questo erode comunque i guadagni dei grossi gruppi affermatisi finora.

Per la nautica italiana oggi, fare i miracoli è più difficile, anche perché gli investimenti finanziari di fondi pensionistici e speculativi, se nel momento degli affari rafforzano le aziende, nel momento delle difficoltà le indeboliscono. Si va in borsa per trovare capitali da investire o per sanare situazioni debitorie con le banche. Fin quando il lusso tira tutto bene, ma quando, come in questo momento, l’aria politica non è favorevole, alla minima difficoltà c’è il “si salvi chi può”, senza andare molto per il sottile. Si distruggono, così, realtà imprenditoriali ancora valide che il privato creatore salverebbe, anche per la salvaguardia di chi vi lavora, l’investitore invece nò. Quando a perdere tutto sono i piccoli risparmiatori, l’evento è ancora più grave, perché nell’immaginario collettivo si mina irrimediabilmente la credibilità della nautica e quindi il suo futuro.

Stiamo assistendo alle vicissitudini di Aicon, il cantiere messinese appena entrato in Borsa, punito pesantemente dagli investitori quando il suo advisor non ha firmato i bilanci. Ora è in corso un’operazione di recupero che ci auguriamo dia i migliori risultati.

Infine, al momento, sono in molti a chiedersi le ragioni dell’uscita dal Gruppo Ferretti di Fulvio Dodich, cui era stato affidato il rilancio di Ferretti Yachts. Anche se il Gruppo pilotato da Norberto Ferretti ha superato recentemente un giro d’affari di un miliardo di euro, cifra impensabile fino a qualche anno fa, rinunciare a una colonna come Dodich ci sorprende, specie nella prospettiva di un rientro in Borsa dell’azienda. Ma non sono affari nostri.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
I porti turistici al 47° Salone nautico di Genova
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 216

2
Crociera a 5 stelle con Stella Cometa
rubrica: Broker & Charter | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 290
3
I piccoli segreti della natura
rubrica: Broker & Charter | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 288
4
La signora del vento
rubrica: Broker & Charter | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 291
5
Spedizione antartica con Equinoxe
rubrica: Broker & Charter | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 290
6
Viacolvento ai Caraibi
rubrica: Broker & Charter | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 291
7
Come in un videogioco
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 68
8
La sicurezza non ha prezzo
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 80
9
L’esperienza e la ragione
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 94
10
Black Fin, il nuovo package di Brunswick Marine
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 212
11
CCYD con Tri Yachts
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 206
12
Coperte in teak dalla falegnameria navale Roberto Tomassini
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 549 | pagina: 212

Scritto da: