Sommario

  • L’editoriale di Nautica sul numero di dicembre, come sempre scritto da Lucio Petrone, è dedicato al leasing nautico italiano in chiara difficoltà. Lucio Petrone ne espone le cause e le sue considerazioni.
  • 49° Fort Lauderdale Boat Show. Crisi ed elezioni per un clima d’attesa. L’ultima edizione del Fort Lauderdale Boat Show, tra vicende internazionali ed elezioni statunitensi. Un salone diverso dal solito, con meno novità e tante promesse per il prossimo Miami Boat Show che si svolgerà a febbraio 2009. La presenza degli italiani era massiccia come di consueto, tutti ottimisti per un mercato che si auspica ritroverà il suo ritmo.
  • 47° Salón Náutico de Barcelona. Precios Increibles. La crisi picchia sulle coste spagnole, apparentemente più duro che in Italia, e al Salón Náutico fioccano i cartelli di svendite e occasioni dei produttori iberici. Persino in stock.
  • Praticità e sicurezza. Salire a bordo. L’entusiasmo di trascorrere una spensierata giornata in barca subisce spesso, al momento del trasferimento a bordo, un lieve momentaneo stop all’atto di affrontare il salto giusto. Specie se eccessivi movimenti delle acque fanno ballare la barca in modo brusco. Soprattutto nelle piccole stazze l’eventuale presenza di una passerella, oltre a rendere più agevole la salita sul mezzo, migliora sensibilmente le condizioni di sicurezza. Vediamo insieme alcune soluzioni adottate, sia dai costruttori che dagli armatori, per ridurre la pericolosità di questa operazione.
  • Dal Salone le ultime proposte per la vela super veloce. La crociera? In stile oceanico. Class 40 è la barca del momento, anche grazie alla vittoria di Giovanni Soldini all’Artemis Transat 2008 con “Telecom Italia” e la successiva, meno fortunata, partecipazione alla Quebec-Saint Malo. Così quest’anno al Salone erano ben tre i modelli rientranti nella formula: “Este 40” di Matteo Miceli, “Akilaria” di Marc Lombard e “Azuree 40” di Giovanni Ceccarelli.
  • Marinai alla scoperta dei Poli. Navi tra i ghiacci. Artide e Antartide, le zone più lontane del globo, sono state meta di conquista di eroici marinai, alcuni dei quali italiani, che superarono con le loro navi mari e ostacoli terribili. In omaggio all’Anno Polare Internazionale in corso, ricordiamo la storia marittima delle esplorazioni dei regni dei ghiacci.
  • Rolex Middle Sea Race. La quiete dopo la tempesta. Quarantesima edizione abbonacciata, dopo quella al limite della sopravvivenza dello scorso anno, ma non priva di emozioni. Intanto il record di partecipanti, ben 78, e poi il gran ritorno per “Stormvogel”, vincitore in tempo reale della regata inaugurale del 1969. Per la prima volta dal 2002 prevale uno scafo sotto i 50′, il francese “Spirit of Ad Hoc”, che sul finale beffa il nostro “Chestress 2”. A “Rambler” rimane il record stabilito nel 2007.
  • Aloha State. Le Hawaii sono il sogno di tutti i vacanzieri, che le vedono come il paradiso tropicale per antonomasia. Anche se oggi sono ipercivilizzate e costellate di alberghi favolosi, ciò è assolutamente vero, grazie alla ferrea politica di tutela ambientale che è riuscita a salvaguardare il loro immenso patrimonio naturalistico.
  • Nella rubrica “Strambate”, a cura di Roberto Neglia, si parla delle elezioni alla Fiv, Federazione Italiana Vela, di cui Carlo Croce è nuovo Presidente Federale.
  • Nella rubrica dedicata allo sport curiosità riguardo il 6° Vendée Globe, il secondo atto della Volvo Ocean Race, la XXXIII Coppa America.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Itama Seventyfive – Viking Yachts 74′ Convertible – Cantiere Nautico Azzurro Azzurro 64 “Deriva” – Aicon Yachts Aicon 58 – Raffaelli Calima – Grady White Boats Canyon 336 – Aquamarine 800 – Nadirmarine-Eolo Eolo 750 Day.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti, in più in allegato troverete la Borsa del Nuovo e Superyacht, la rivista dedicata alla nautica oltre i 24 metri. All’interno della rivista, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter – Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

L’ARGOMENTO CHE PREOCCUPA TUTTA LA NAUTICA ITALIANA

È IN PERICOLO IL LEASING NAUTICO?

Affrontiamo un argomento molto importante per tutti coloro che in questi anni hanno sottoscritto un contratto di leasing per l’acquisto futuro della barca. E in particolare per i leasing “italiani” degli ultimi cinque anni. L’argomento è scottante perché, come abbiamo anticipato nel nostro precedente editoriale, dal convegno “La buona fiscalità nautica per consolidare il sistema nautico italiano”, organizzato da Ucina, a Genova, è emerso un atteggiamento molto fiscale dell’Agenzia delle Entrate.
Nel mirino dell’Agenzia in primis gli operatori finanziari, accusati di proporre contratti “troppo” agevolativi negli anticipi, a volte elevatissimi, e nella durata, eccessivamente breve, che snaturano le basi di legittimità dell’agevolazione concessa dallo Stato. Vi rinviamo in proposito all’articolo sul leasing nautico di Marco Peirolo – che si può leggere nel Nautimondo – che tiene conto di quanto dichiarato dal Direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, Luigi Magistro, nel suddetto convegno. Sono state vere e proprie bacchettate, sacrosante nel caso degli abusi. E partono dal testo di legge in merito che il funzionario deve applicare. Una volta accertata l’elusione o l’evasione da parte del contribuente, l’Ufficio è tenuto a intervenire immediatamente per far pagare a ognuno le tasse dovute, e anche per evitarsi un’accusa d’omissione di atti d’ufficio. Questo dal punto di vista teorico, perché sappiamo che dietro ogni azione della pubblica amministrazione c’è sempre una volontà del vertice politico.

E il leasing “italiano” è nato infatti, dalla volontà politica di far cessare l’emorragia di risorse e quindi di gettito fiscale che il leasing francese trasferiva, legittimamente, al fisco d’Oltralpe. La stessa agevolazione francese era nata proprio con lo scopo di attirare in Francia la nautica europea.

E ciò anche in considerazione:

del maggior gettito fiscale che sarebbe derivato da un’industria nautica francese attiva, rispetto all’IVA persa con l’agevolazione fiscale offerta coi contratti;
del gran numero di unità estere che in conseguenza della legge sarebbe entrato sotto bandiera francese, sui registri marittimi francesi (per garantire il diritto di proprietà alle banche finanziatrici), quindi non solo il leasing ma anche il dopo, con un sostanziale contributo alle economie locali chiamate alla fornitura di servizi e la creazione, a costo zero per il pubblico, dei relativi posti di lavoro (oggi, si calcola che l’apporto economico di ogni unità medio-piccola si aggiri su alcune decine di migliaia di euro annui, senza parlare delle cifre milionarie delle più grandi);
dell’accorta politica attuata per valorizzare turisticamente le coste, specie mediterranee, stimolandone lo sviluppo economico con nuovi porti turistici e sostituendo in quelli pubblici, in via d’abbandono dal commerciale navale, la nautica da diporto.
Una lungimiranza che in Italia è completamente mancata. Come si dice, chapeau. Anche nella legge francese sono previsti i controlli, ma non sono mai stati svolti, perché inserirli nella normativa è stato un escamotàge volto a tacitare la Commissione Europea. C’è stata proprio una volontà politica di tolleranza, altrimenti il leasing non sarebbe mai partito. Se non fossimo accecati dalla virulenza della lotta politica, le stesse iniziative avremmo potuto prenderle pure in Italia e oggi avremmo anche quella rete di porti turistici indispensabile per lo sviluppo del settore.

Finalmente, dopo lungo penare, abbiamo ottenuto il leasing italiano, siamo riusciti a superare tutte le obiezioni comunitarie, ma la volontà politica del precedente governo era antagonista alla nautica – ricordate i manifesti elettorali? – e l’Agenzia delle entrate, e da questa la Guardia di Finanza, fra le mille urgenze ben più importanti sono andati a controllare se effettivamente alcune barche erano state all’estero per il periodo dichiarato. E infatti non c’erano andate, perché il tacito accordo era che, come in Francia, nessuno l’avrebbe verificato. Altrimenti perché abbandonare il leasing francese, che oltre tutto con quella bandiera eliminava tanti altri fastidiosi controlli? Ora è certo che se l’atteggiamento dell’Agenzia delle Entrate non cambia, il leasing italiano è morto, anche perché le autorità fiscali francesi hanno ancora semplificato le procedure burocratiche per gli armatori esteri. Ma ripetiamo, non si possono colpevolizzare i funzionari. Al di sopra ci vuole una precisa volontà politica da parte del Ministro, in questo caso Tremonti, che certo per recuperare pochi spiccioli non vorrà perdere la grande torta della nautica.

Per gli armatori che sottoscrivono nuovi contratti di leasing, ormai non vi sono rischi, sempre che portino la barca all’estero per il periodo dichiarato, perché le agenzie hanno preso nota e si attengono strettamente alla normativa. Per quanto riguarda il passato, di fronte a un recupero fiscale tutto da dimostrare caso per caso, si mettono in discussione le vendite degli ultimi cinque anni col leasing italiano. Anche quelle fatte a stranieri che tengono la barca in Italia e ora saranno costretti a portare l’unità in altre acque per una parte dell’anno (ma li volevamo attirare o scacciare?). Speriamo non si dia luogo a procedere, altrimenti tutti dovranno esibire le ricevute delle spese d’ormeggio sostenute nei porti esteri. Sul leasing francese non c’è potere, ma si aspetta bellicosamente il momento del riscatto e il passaggio sotto bandiera italiana, se mai avverrà, per trovare inadempienze. Assurdo! Già la fiducia era poca, ora si mette in discussione la credibilità di tutto il sistema.

Abbiamo sentito parlare di denuncia italiana alla Commissione Europea contro i paesi che offrono il leasing senza controlli. Non possiamo credere a questa estremizzazione che non conviene a nessuno, specialmente a noi italiani che costruiamo e vendiamo le barche. Sarebbe come tagliarsi gli attributi per far dispetto alla moglie. Ma ciò dimostra, una volta di più, come sia necessaria una politica nazionale per la nautica, affinché la mano destra sappia ciò che fa la mano sinistra.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
La Crociera? In stile oceanico
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 86

2
Salire a bordo
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 78
3
50° barca per Blu Martin
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 165
4
Aironblue e Red Travel per il Made in Italy
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 169
5
Blue point: servizi, barche a vela e a motore
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 164
6
IBS Yachts: nuovi accordi per servizi senza confini
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 165
7
In listino il nuovo Suzuki DF100
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 170
8
Maxi Commessa in Brasile per Mase Generators
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 170
9
Pagliarini Open Day
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 169
10
Porche e Sessa Marine insieme per una notte
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 169
11
Seacode: una realtà in crescita
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 166
12
Stardom si presenta alla Nautica
rubrica: Giri di bussola | annata: 2008 | numero: 560 | pagina: 168

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