Sommario

  • L’editoriale di Nautica sul numero di giugno, come sempre redatto da Lucio Petrone, cerca di rispondere al quesito “Quanto durerà questa crisi?” analizzando l’andamento del mercato, dell’economia e della politica.
  • Controcorrente. Energia pulita: fantascienza e realtà. Tra il dire e il fare… c’è di mezzo il mare, dice un vecchio proverbio. Succede per le ipotesi o le sperimentazioni di propulsione marina diversa da quella tradizionale a motori endotermici alimentati a benzina o gasolio.
  • Costruzioni in lamellare. La nuova giovinezza del legno! I nuovi processi tecnologici di incollaggio permettono oggi di superare i limiti e i difetti del legno massello, consentendo una nuova vita a questo materiale, antico e moderno al tempo stesso. In questo articolo analizziamo quali sono i reali vantaggi di costruire un’imbarcazione in legno lamellare.
  • Tecniche e procedure di ancoraggio. Barche alla catena. Scegliamo il ridosso migliore in rapporto all’attrezzatura di ancoraggio della quale disponiamo e alle capacità del nostro equipaggio.
  • 16a Roma per 2/Roma per Tutti. Il “vento” soffia anche per D’Alema. Parte sotto la pioggia, prosegue nella burrasca e finisce con i (rari) sorrisi di Massimo D’Alema. La transtirrenica in doppio e in equipaggio vede il ritorno alla competizione d’altura di Pasquale De Gregorio e regala il podio a “Ikarus”, la barca dell’ex Presidente del Consiglio. Ma i dominatori incontrastati sono Mura e Maisto, con “Vento di Sardegna” vincitori per la terza volta.
  • Alla foce del Tagliamento. Dolce poesia d’acqua. Distese di sabbia dorata, suggestive lagune, riserve naturali, castelli e bianche falesie a picco sul mare. Dalla foce del Tagliamento all’antica cittadina istroveneta di Muggia, i 130 chilometri di costa del Friuli Venezia Giulia riservano non poche sorprese a chi ama navigare senza fretta, alla scoperta di insoliti paesaggi naturali, città e cittadine d’arte e una gastronomia fondata su profumi e sapori della tradizione.
  • GPS palmari. Ecco dove siamo! Fino a circa trent’anni fa un’affermazione simile avrebbe richiesto un tempo di elaborazione dei dati, faticosamente raccolti, abbastanza lungo. Oggi è sufficiente premere il pulsante di un GPS, in molti casi tascabile, e dopo pochi secondi ottenere le coordinate della nostra posizione.
  • Sardegna sud-occidentale: il Sulcis Iglesiente. Sulla rotta dei galanzieri. Ebbe inizio nel 1851, con il trasporto dei primi 11.000 quintali di galena e cerusite, e si concluse nei primi decenni del 1900 l’epopea dei galanzieri, pescatori che, per aumentare i miseri guadagni, adattarono le loro barche al trasporto di rocce metallifere dalle miniere lungo le coste a Carloforte, da dove venivano spedite nei centri di lavorazione del continente. Oggi, moderni diportisti, ripercorriamo le rotte di quei marinai alla scoperta di paesaggi di incomparabile bellezza.
  • “Strambate”. In questo numero, Roberto Neglia ritorna sul caso Coppa America, la cui telenovela prosegue a causa di un reclamo di Oracle, che accusa Alinghi di non rispettare appieno le decisioni dell’Alta Corte di New York.
  • Nella rubrica dedicata allo sport curiosità riguardo la Volvo Ocean Race, le Regate Pirelli – Coppa Carlo Negri, il TAN, la Marsiglia-Hammamet e il Powerboat P1.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Tartan Yachts 4300 – Ferretti Yachts 631 – Enterprise Marine EM 600 – Fairline Squadron 55 – Abacus Marine 52′ – Sessa Marine C43 – Bénéteau Flyer 850 Sun Deck.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti, oltre all’allegato Marevivo, periodico del mare e per il mare. All’interno della rivista, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter – Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

La domanda che molti si pongono con angoscia

QUANTO DURERA’ QUESTA CRISI?

Siamo stati criticati da alcuni perché i nostri editoriali non sono catastrofici, perché preferiamo guardare sempre, come abbiamo scritto, al bicchiere mezzo pieno piuttosto che al mezzo vuoto. Non è stata un’affermazione tesa a rialzare il morale del settore, non siamo abituati alle piaggerie, ma abbiamo espresso una convinzione che ci deriva dalla lunghissima esperienza nel campo, avendo superato molte crisi, anche petrolifere. Non solo la nautica ha in sé la forza per ripartire, ne siamo sempre più convinti, ma la ripartenza sarà meno lontana di quel che non si pensa. Ci sono però a intralciarla elementi di forte contrasto fiscale e normativo che possono prolungarla.
Il Governo Berlusconi è per il momento latitante e ancor più lo sono i ministri istituzionalmente competenti. In ogni momento di confronto, come al recente Satec Ucina a Venezia, sentiamo parlare sempre di provvedimenti allo studio per gli anni a venire, mentre la nautica senza l’accoglimento immediato delle istanze già presentate, rischia grossi sacrifici di aziende e posti di lavoro. Prioritaria per tutta la filiera nautica nazionale, è la riduzione dei canoni del demanio utilizzati dalla portualità turistica, senza dimenticare gli spazi per la portualità alternativa, quella cui fa capo la gran parte dell’utenza.

Favorendo gli investimenti privati crescerà il numero dei posti barca, si venderanno più natanti e imbarcazioni, si stimolerà la concorrenza nei servizi, si avrà un’utenza più soddisfatta invece che strozzata e si darà ai costruttori la necessaria base di mercato nazionale indispensabile per puntare alle esportazioni. Cose semplici, elementari, invece si continua a ignorarle, mentre sono allo studio complicazioni burocratiche che con l’intento di immettere gente di mare nel diporto, contribuiranno ad allontanare dallo stesso molti armatori.

Altro problema che si sta aggravando è il leasing: quello italiano è stato praticamente fermato (le banche sono molto restie ai finanziamenti, causa le cancellazioni di numerose stipule, con tanto di barca indietro da gestire) mentre l’Agenzia delle entrate guarda in retrospettiva ai contratti stipulati negli ultimi cinque anni per contestare eventuali elusioni percentuali di IVA. Alcune agenzie hanno fatto di tutto e di più e si corre ai ripari quando, come si dice, i buoi sono scappati dalla stalla.

In Francia, invece, i contratti di leasing non hanno penalizzato in nessun modo i diportisti, neanche quelli esteri comunitari, come gli italiani, perché nell’abbattimento dell’imposta fa fede senza controlli la dichiarazione dell’utente. La normativa del leasing è stata creata infatti per stimolare la vendita delle barche, pur essendo coscienti che la dichiarazione preventiva dell’armatore sulla permanenza in acque non territoriali sarebbe stata infedele. Fatti due conti si è calcolato che il ricavato della filiera nautica sarebbe stato per l’erario ben maggiore rispetto all’incasso della sola IVA.

I nostri diportisti invece ora tremano e cercano di vendere per passare ad altri la patata bollente (leggi cantieri o importatori, per la permuta), ma non ci riescono perché quando questo rivende deve assolvere un’altra volta l’IVA del 20%. Ora chi ne necessita deve nuovamente chiedere il leasing a banche francesi o addirittura (il mercato si è sviluppato) maltesi, inglesi ecc.

Per quanto riguarda il danno ai cantieri, la circolare dell’Agenzia che ha bacchettato le agenzie di leasing, ha chiarito che il finanziatore non può dare anticipi sull’avanzamento delle costruzioni (si paga solo alla consegna finale) così a molti che per loro fortuna continuano a lavorare a buon ritmo, viene a mancare la liquidità preventivata, mettendoli in crisi finanziariamente. Insomma, come al solito, la nostra burocrazia dà testimonianza di ottusità e autolesionismo.

Ma torniamo al titolo di questo editoriale. Non abbiamo mai scritto che la crisi è finita. Abbiamo solo affermato che nonostante tutto si incomincia a vedere qualche raggio di sole, e proprio in questi giorni qualcuno ha iniziato a vendere anche un pò d’usato, quello buono, garantito anche dal nome. Abbiamo sempre testimoniato – anche quando registravamo, controcorrente, che gli acquirenti erano perplessi, cioè preferivano aspettare senza comprare – il grande interesse per le barche dei visitatori di saloni nautici.

Anche in questo, ora abbiamo avuto il conforto di un’indagine presentata, sempre al Satec Ucina di Venezia, dall’ISPO di Renato Mannheimer, sul tema “Gli Italiani e la nautica ai tempi della crisi dei consumi”, che non solo conferma il grande interesse del popolo della nautica, ma anche altri potenziali neofiti da convincere.

La perplessità però permane, anche se con dichiarazioni di volontà di prossimo acquisto (di cui molte entro un anno). Ma di ciò parleremo più ampiamente sul prossimo numero. Il crollo verticale delle vendite iniziato da luglio 2008 ha portato al ricorso alla cassa integrazione per quasi tutti i costruttori, ma il soccorso dello Stato non ha impedito la chiusura di alcuni cantieri famosi (in questi giorni anche il glorioso Dalla Pietà di Venezia), ma siamo convinti che il settore avrà in sé la forza per riprendersi in tempi ragionevoli. L’esempio ce lo sta dando Norberto Ferretti col suo Gruppo (di cui si può leggere a parte nel Nautimondo), che si è salvato dal taglio dei fondi finanziari e ora vuol essere solo industria.

Ma lo abbiamo toccato quasi con mano sempre al Satec. Nessuno degli operatori presenti pensava di lasciare, anche perché il ritorno della buona stagione ha immediatamente aperto alcuni spiragli di sole. Certo la situazione è pesante, molto pesante, ma chi ci accusa di essere degli utopisti dimentica che in Italia ci sono almeno tre generazioni di cittadini (alcuni milioni di persone) che sono saliti in barca e non ne sono più scesi… e non ne scenderanno, perché per ognuno di noi il mare senza barca è inconcepibile. Costoro rappresentano lo zoccolo duro dell’utenza, che man mano che cresce nelle esigenze cambia barca.

Ecco, questo è il processo che si è bloccato, sia per la preferenza del nuovo innescata dal leasing sia per le alte valutazioni richieste da privati e cantieri per le barche vecchie. Questo mentre un mercato drogato dai facili acquisti di speculatori in borsa si indirizzava su scafi sempre più grandi e costosi, senza contrastare l’allontanamento ancora in atto dalla nautica minore. Ma ne usciremo, con barche sempre più ecocompatibili e facili da condurre.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
A La Maddalena la casa più la barca
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 164

2
Scarlino, il salotto della vela
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 168
3
Una nuova fase per il Marina Dei Cesari
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 166
4
Agenzia Blue Point
rubrica: Broker & Charter | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 224
5
Alle Maldive con Forzatre
rubrica: Broker & Charter | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 224
6
La Sardegna con Marinasarda
rubrica: Broker & Charter | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 225
7
Navigare con il proprio cane
rubrica: Broker & Charter | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 225
8
Portale internazionale per il charter
rubrica: Broker & Charter | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 225
9
Vela o motore
rubrica: Broker & Charter | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 222
10
Barche alla catena
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 80
11
Ecco dove siamo!
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 76
12
Energia pulita: fantascienza e realtà
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2009 | numero: 566 | pagina: 64

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