Sommario

  • L’editoriale di Nautica sul numero di novembre, come sempre a cura di Lucio Petrone, parla innanzitutto dei dati emersi dal 49° Salone Nautico Internazionale di Nautica e in secondo luogo della carena dei posti barca.
  • Il salone delle speranze… concrete. Un “piano per la nautica”. Un’edizione né buona né cattiva che ha consentito di mandare un segnale di forte volontà imprenditoriale per superare il momento critico. Una massiccia presenza di operatori ha rafforzato le ponderate richieste di Ucina al mondo politico e amministrativo per una rapida ed efficace ripresa del settore.
  • La Rolex Middle Sea Race regala una 30a splendida edizione. Partenza con arietta, poi vento nel canale di Sicilia, burrasca durissima dopo Stromboli e la volata finale da Favignana a Malta. Primo in tempo reale “ICAP Leopard”, 100 piedi di Farr che sfiora il record. In tempo compensato vince “alegre” con “luna Rossa” di Bertelli terzo. Ottima prova di “Calipso 4” in Classe 2.
  • Cresce l’interesse per gli scafi dislocanti d’acciaio. Made in Holland. Non veloci sull’acqua, gli yacht dislocanti olandesi si sono rivelati assai rapidi sul mercato. Ad appena tre lustri dalla loro prima apparizione sui mari italiani, già costituiscono una flotta che – in barba alle previsioni dei critici di allora – conta oggi un gran numero di estimatori.
  • Nuove frontiere per la stabilizzazione di bordo. Stabilizzazione giroscopica Seakeeper. Dotare uno yacht di un sistema di stabilizzazione giroscopico è oggi un plus sempre più richiesto da molti armatori. Rispetto al passato, il peso contenuto e l’assenza di appendici fuori scafo sono caratteristiche che ne stanno decretando la diffusione ma, soprattutto, questo tipo di stabilizzazione assolve egregiamente all’esigenza peculiare del diporto di stabilizzare lo yacht a zero speed. Nell’articolo vediamo quali sono le caratteristiche del sistema di stabilizzazione giroscopico Seakeeper Gyro, recentemente adottato dal Gruppo Azimut per i propri yacht.
  • Pannelli solari per ogni esigenza. Raggi di sole al nostro servizio. La scoperta dell’energia fotovoltaica risale alla fine dell’Ottocento, ma per anni è rimasta chiusa nelle aule di fisica come semplice dimostrazione sperimentale. Solo nel 1963 la Sharp produsse i primi pannelli solari per uso commerciale, e da allora è sempre più facile vederli installati su case, grandi complessi, pubblici e privati, e su molte imbarcazioni. Oggi, a parità di superficie, questi apparati sono in grado di produrre una considerevole quantità di energia elettrica che, opportunamente immagazzinata nelle batterie di bordo, può essere utilizzata quando viene meno l’irraggiamento solare.
  • Attrezzature di coperta. L’impavesata. Il noto insieme di elementi fondamentalmente utile per la sicurezza, con origini che si perdono nella notte dei tempi, seppur riveduto nel concetto e nei materiali, è arrivato fino ai nostri tempi conservando tutta la sua importanza. Ulteriore testimonianza a dimostrare come molte soluzioni, pur evolute nelle tecnologie costruttive e design, non hanno perso, nell’inesorabile cammino del tempo, l’originaria dimensione del loro contributo.
  • Nave scuola Cristoforo Colombo. La gemella ceduta. Ottant’anni fa veniva varato il Cristoforo Colombo, la regia nave scuola la cui costruzione precedette di tre anni quella dell’Amerigo Vespucci. Dopo solo due decenni dovette ammainare la bandiera tricolore per essere consegnata all’URSS come rimborso dei danni di guerra. Ricordiamo questa bella ma sfortunata gemella del Vespucci, la nostra nave scuola che viene ammirata da tutte le marinerie del mondo.
  • Misteriosa Indonesia. Paradise Dancer: “oltre i confini”. Navighiamo di bolina verso la più settentrionale delle province indonesiane: l’arcipelago delle isole Sangihe e Talaud. È un’area frequentata soltanto da viaggiatori propensi all’esplorazione, pertanto non incontreremo residenti bianchi o visitatori da pacchetto turistico tutto compreso. L’itinerario è percorso dal Paradise Dancer, per coloro che non vogliono privarsi del lusso e del comfort offerti da un’imbarcazione meravigliosa.
  • “Strambate”. In questo numero, a cura di Roberto Neglia, si parla delle idee del nuovo Presidente FIV Carlo Croce, intenzionato a cambiare regole quali quella della classificazione degli atleti, che attualmente serve per definire la distinzione tra professionista e non.
  • Nella rubrica dedicata allo sport curiosità riguardo la Barcolana, la Puerto Calero Global Cup, la X-41 World Championship, l’italiano Match Race, il Trofeo Challenge Ignazio Florio.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Gianetti Star Navetta 65 – Prestige Yachts 60 – Viking Yacht 54 C – Cayman Yachts 43 WA – Airon Marine 400 T-Top – Manò Marine Manò 35 – Sea Ray Boats 355 Sundancer – Frauscher Bootswerft 909 Benaco – Nuova Jolly per Brunswick Marine in Italia Black Fin Elegance 34 – Sacs S680.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti. All’interno della rivista, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter –Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

49° SALONE INTERNAZIONALE
DELL’INDUSTRIA DELLE BARCHE

NO PORTI, NO PARTY

Sapevamo tutti che questo Nautico 2009 non poteva essere assolutamente un salone di rilancio del settore e così è stato. In pochi hanno parlato chiaro, c’è stata molta confusione sui bilanci dei costruttori, spesso tendenti al nebbioso e perciò poco rispettosi del diritto d’informazione della clientela, e anche della stampa specializzata. Per questo abbiamo deciso di non riferirne sulle nostre pagine.
Il momento rimane sempre ottimo per gli utenti che vogliono acquistare, così c’è qualche accenno di risveglio, ma sarà dura. Un segnale forte l’evento però l’ha dato sicuramente: la volontà di non accasciarsi, di continuare con caparbietà e impegno per rendere possibile una ripresa al più presto, determinazione chiarissima nel messaggio politico lanciato da Anton Albertoni, il presidente Ucina, con un pacchetto di richieste molto concrete non più rinviabili nel tempo. Ma c’è questa volontà politica nell’Esecutivo? Il ministro delle Finanze Giulio Tremonti ha dato una mano per risolvere lo stallo del leasing che gli toglieva entrate. Deve anche convincersi che la nautica, attraverso il lavoro e le vendite, può dare molto di più se si abbandona l’attuale terrorismo fiscale, autolesionistico se si fa finta di non sapere dove mirare concretamente. Certo, il momento politico continua a essere anch’esso confuso, ma per una vera ripresa occorre che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi mantenga la vecchia promessa di cento nuovi porti turistici senza i quali la nautica – che dà da vivere, è bene sottolinearlo, tra diretto e indiretto a circa 130.000 persone – rimane soffocata.

Riflettendo su questo Nautico 2009 – sicuramente stupendo nel colpo d’occhio, il più bello del mondo da quando dispone delle sue magnifiche darsene colme di scafi -, esso dà giustamente significativo corpo all’industria d’importanza mondiale che vi è dietro, ma per contro offre un’immagine errata del diportismo italiano, che contrariamente a quanto pensa buona parte dell’opinione pubblica, è fatto essenzialmente di barchette, di unità che al massimo possono richiedere una spesa da poche migliaia di euro (come una lancetta o un gozzetto per il bolentino) fino a non più di due o trecentomila euro per i più abbienti. Poi vi sono i milionari, ma sono eccezioni, cittadini del mondo che tutte le nazioni, tranne noi, cercano di attrarre perché con le loro barche portano ricchezza.

Il Nautico, con tanta esposizione di barche di lusso massicciamente evidenti, induce a pensare i disinformati e certa opinione pubblica che gli italiani siano diventati un popolo di goderecci sciuponi, dimenticando che la mostra è divenuta il punto d’incontro di tutto il mondo nautico internazionale. Avendo una personale esperienza, di qualche decennio, riguardo ai diportisti “appassionati”, in genere molto attenti negli adempimenti previsti dalle normative, questo ci indigna, specie ascoltando certi servizi televisivi o leggendo alcuni giornali che scrivono “Volete trovare gli evasori? Andate a Genova”. È come se si dicesse “Volete trovare gli spacciatori? Andate a Milano”, facendo ingiustamente di tutta l’erba un fascio, mentre si sa che non è vero.

E appunto “Torniamo agli appassionati” ha detto saggiamente Paolo Vitelli al Salone, “Meno barche e più attente al progresso” aveva già anticipato Norberto Ferretti nel divorzio dal mondo finanziario che l’ha portato sull’orlo dell’abisso. E gli appassionati italiani vogliono in genere scafi a dimensione umana, che anche se abbastanza grandi si ha il piacere di portare da soli, con i figli o qualche amico. Il Nautico è soprattutto di essi ma è anche una vetrina mondiale dell’industria nautica per imprenditori e affaristi. Quando riusciremo a far comprendere al grande pubblico che questo è innanzitutto il Salone dell’industria che costruisce barche – allo stesso modo di Ginevra o Detroit per l’auto – e non un raduno di VIP esibizionisti evasori che snobbano le difficoltà dei poveri e degli impiegati a posto fisso?

C’è stata l’ubriacatura di grandezza che tutti conosciamo, ma gli utenti, con le loro richieste, dimostrano che c’è un ritorno del mercato verso una nautica meno esasperata e più popolare, dove però trovano spazio, in Italia come in Europa e altri mercati emergenti, le produzioni statunitensi agevolate dalla debolezza del dollaro – mentre scriviamo il rapporto euro/dollaro è di 1,51 – mentre marchi nostrani famosi hanno comunicato alla loro rete di vendita la possibilità di rispolverare vecchi stampi. Sulle barche medie, invece, i nostri competitor sono gli inglesi, anch’essi molto concorrenziali con la sterlina pari o appena sotto all’euro. Qualcuno afferma che l’utenza chiede ancora motorizzazioni molto alte, ma il barile di petrolio quotato oggi già oltre gli 80 dollari, se da una parte indica che la ripresa si fa consistente dall’altra allarma l’utenza tradizionale, che cerca motorizzazioni e scafi compatibili con i suoi budget del tempo libero. Questo significa che i costruttori devono proporre unità adeguate ai tempi se non vogliono riassaggiare i morsi di una crisi che può essere sempre dietro l’angolo. Ci salverà l’industria dell’auto che in pratica ha gli stessi problemi?

Il vero nodo per una ripresa è però la carenza di posti barca. Basterebbe consentire la costruzione o comunque la realizzazione di qualche decina di migliaia di posti barca a spese dei privati, come si auspica anche nei porti commerciali, e la nautica ripartirebbe con la velocità di un Nastro Azzurro transoceanico. Sempre che non ostino le Regioni, che spesso non utilizzano l’unico strumento efficace per ridurre i tempi di esame e approvazione delle concessioni demaniali relative – la Conferenza dei Servizi, regolata dal DPR 509/97 – perché sono state emanate o sono in via d’emanazione specifiche norme regionali. Anche in questo campo il passaggio della competenza, pur legittimo, è avvenuto senza preparazione, nel nostro caso senza l’emanazione di linee guida nazionali concordate prima in Conferenza Stato-Regioni che salvaguardassero l’interesse nazionale. Inoltre, il costo eccessivo delle concessioni vecchie e nuove e l’attuale limite di 20 anni, costituisce un aggravio che ha spento qualsiasi entusiasmo degli investitori privati verso il settore. Senza i loro investimenti, però, senza nuove norme sapientemente armonizzate con le riduttive direttive comunitarie, i porti e la sana concorrenza di strutture e servizi ce li possiamo scordare.

E senza porti, come dice una pubblicità, niente party.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
A tutta vela
rubrica: Broker & Charter | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 330

2
L’impavesata
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 166
3
Made in Holland
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 154
4
Raggi di sole al nostro servizio
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 172
5
Stabilizzazione giroscopica Seakeeper
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 160
6
25 anni alla guida di Mulder
rubrica: Giri di bussola | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 272
7
Alfa Yachts Yard: refitting d’autore
rubrica: Giri di bussola | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 271
8
Bruno Acampora profumi
rubrica: Giri di bussola | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 273
9
Da Indemar i nuovi dissalatori HRO
rubrica: Giri di bussola | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 273
10
Geonav G12
rubrica: Giri di bussola | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 274
11
Glendinning: l’avvolgicavo intelligente
rubrica: Giri di bussola | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 273
12
H30: un nuovo team di design tutto italiano
rubrica: Giri di bussola | annata: 2009 | numero: 571 | pagina: 270

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