Sommario

  • L’editoriale di Nautica sul numero di gennaio, come sempre a cura di Lucio Petrone, si parla di un cambiamento culturale nella nautica, con acquisti improntati maggiormente al raziocinio che alla passione.
  • Mets 2009. L’innovazione spinge la ripresa. Sotto il cielo di Amsterdam, malgrado tutto, si muove la speranza di un’uscita dal tunnel della recessione, se non in tempi brevi, almeno prima della fine della stagione nautica corrente. Qualcosa ci dice, sentendo le voci e i sussurri dei moltissimi espositori presenti e dei tanti visitatori provenienti da ogni parte del mondo, che la più brutta crisi nella vita della nautica da diporto potrebbe almeno aver toccato il fondo, per invertire la tendenza in un periodo che ci auguriamo non troppo lungo.
  • Prova comparativa. Cinque natanti e due scuole a confronto. I cabinati a motore non immatricolati stanno resistendo alla crisi economica meglio di qualsiasi altra tipologia di imbarcazione. Ne abbiamo scelti tre di produzione americana, due di produzione italiana e li abbiamo messi a confronto in un serrato set di prove in acqua.
  • Antenne terrestri e satellitari. Tanta voglia di TV. Il novello Ulisse è affascinato dalle emozioni derivanti dalla navigazione: sole, sconfinato blue e profumo di salsedine sono elementi per lui insostituibili; ma quando a sera giunge in porto, con l’immancabile aperitivo arriva il desiderio di informazione, format o spettacolo. È a questo punto che la moderna tecnologia gli permette, ovunque si trovi, di godere della sua razione giornaliera di televisione.
  • La ricetrasmittente VHF. A portata di voce. Quello della sicurezza è da sempre un tema fondamentale per i naviganti. Il VHF è un apparato in grado di garantire tale sicurezza, consentendo di contattare imbarcazioni che si trovano in un raggio medio di 25 miglia, distanza che può ridursi a causa di ostacoli o particolari condizioni meteo, o che arriva a oltre 35 nel caso di comunicazioni con velivoli di soccorso o stazioni a terra poste in posizione elevata. Un sistema che consente di non essere mai soli, in qualsiasi condizione.
  • “Groupama 3” ma è già pronto a tentare la conquista del trofeo intitolato a Verne. Au revoir Jules. Un trimarano straordinario, dieci uomini d’acciaio e una grande impresa: battere il record sul giro del mondo e aggiudicarsi il challenge in equipaggio, senza scalo e assistenza. Ma ancora una volta fra il team di Franck Cammas e la meta ci si è messo il mare, causa di una frattura allo scafo sinistro che lo ha costretto al ritiro a 1.700 miglia da Città del Capo.
  • La Costiera amalfitana. Là dove il mare luccica. Cinquanta chilometri di costa rocciosa e impervia, piccole spiagge, baie, antichi borghi marinari, agrumeti, storia, folclore e un mare da cartolina, hanno fatto sì che la Costiera amalfitana venisse inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. E il diportista è senza dubbio un turista privilegiato, avendo la possibilità di ammirare queste bellezze anche dal mare.
  • Proiettati nel futuro. Il primo master di “Nautica”. Informazione di qualità. Da sempre questa è la mission di Nautica Editrice, che i lettori nel tempo hanno puntualmente potuto apprezzare fra le pagine delle nostre testate, Nautica in primis. Notizie vere, scritte non per sentito dire ma perché “toccate con mano”, riscontrate, analizzate e poi commentate sulle nostre pagine. Una filosofia premiante, che ha contribuito a far conquistare alle nostre pubblicazioni la leadership nel mercato dell’editoria nautica nazionale e internazionale, e che segnerà anche l’impronta del nostro futuro. Proprio partendo da questo modo di fare giornalismo, stimolati dalle continue novità che ogni giorno il processo tecnologico ci propone, ci siamo resi conto di quanto fosse necessario innalzare ulteriormente il livello dei nostri articoli, partendo proprio dai test che mensilmente pubblichiamo su “Nautica”. E lo abbiamo fatto investendo su uomini e mezzi, una ricetta che, specie se applicata in momenti di crisi come quelli che stiamo attraversando, sicuramente porrà le nostre pubblicazioni ancor più al servizio dei lettori, siano essi diportisti che addetti ai lavori. Un nostro vecchio slogan diceva: “Nautica guida le scelte” e questo sarà ancor più vero nel futuro.
  • La nautica italiana è tutta in crisi? La qualità non conosce crisi. Recependo il pessimismo che c’è in giro sembrerebbe così, invece non è vero, e per dimostrarlo iniziamo un viaggio in quella parte che continua a crescere.
  • Il sogno russo di sole e di mare. I tesori dell’Ermitage. L’Italia, vagheggiata dai russi come un paradiso mediterraneo, assunse nelle testimonianze dei pittori del Grand Tour la connotazione fantastica che tuttora conserva.
  • “Strambate”. In questo numero, a cura di Roberto Neglia, si parla delle nuove regole ORC 2010 che aiuteranno a rilanciare l’altura grazie alle modifiche regolamentari e al nuovo sistema di calcolo.
  • Nella rubrica dedicata allo sport curiosità riguardo la Louis Vuitton Trophy-Nice Côte d’Azur e i campionati invernali.
  • Su questo numero di “Nautica” svelati pregi e difetti delle seguenti imbarcazioni: Catana 47′ Custom, C. N. Crosera 70 Classica, Sunseeker Predator 60, Fiart Mare 4tFour Genius, Azimut Yachts 38 Fly.
  • Anche questo mese “Nautica” propone tutte le sue rubriche dedicate alla nautica e ai diportisti. All’interno della rivista, troverete la rubrica “Una barca per tutti” che, oltre ai piccoli annunci, contiene: Il Charter – Scuole e patenti – Il Consulente – L’Usato – Pagine Blu – Il Broker.

Editoriale

C’è un cambiamento culturale nella nautica

RIPARTIRE DAGLI APPASSIONATI

Parlando con molti utenti, leggendo le mail di molti lettori, ascoltando la situazione di molti cantieri e operatori, ci siamo convinti che al di là delle ristrettezze economiche causate dalla negativa congiuntura, la crisi sia sempre più espressione di un diverso atteggiamento della gente verso le barche, nel quale la ragione sembra prevalere sulla passione. E ciò anche in chi gode comunque di buone disponibilità.
L’evoluzione dei tempi mina alcune certezze finora ritenute incrollabili e spaventa l’assedio in atto al potere e quindi alla ricchezza dell’Europa e degli USA, di cui ci martellano quotidianamente televisioni e giornali. Quanto potremo resistere alla globalizzazione, ormai inarrestabile, di cui noi stessi siamo stati artefici? Ci priverà essa del sostanziale benessere economico diffuso di cui abbiamo goduto finora?

Per quanto riguarda la nautica, una realtà sembra certa: è opinione comune che per un lungo periodo non si possa tornare al giro d’affari degli ultimi anni. Anche perché, nell’illusione di un mercato sempre crescente, si sono prodotte troppe barche rispetto a quello che poteva essere il fisiologico assorbimento stagionale. Proprio nel momento in cui si sarebbe dovuto ridurre, si è costruito di più. Tutto lascia pensare perciò che assisteremo a un grosso ridimensionamento del settore.

Sono valutazioni che le grandi case USA, disponendo evidentemente di migliori informazioni finanziarie e di marketing, avevano fatto già nel 2006-2007 predisponendosi in anticipo ad affrontare la crisi che poi puntualmente è venuta. E dal loro esempio ci vengono indicazioni sulle scelte da operare per il dopocrisi: la concentrazione in gruppi, il massimo impegno nel core business aziendale, l’innovazione di alta qualità, l’attenzione sempre più accurata alla soddisfazione dell’utente, il marketing a 360 gradi.

Il terremoto finanziario USA era già iniziato con il crak della multinazionale Exxon e, nella nautica, col fallimento della OMC, da allora tutti si muovevano nella consapevolezza che i tempi stavano rapidamente cambiando e già a inizio 2008 si preparavano all’austerità della crisi. Ormai queste sono cose note a tutti.

Al momento la nautica dei ricchi ha problemi, ma sempre meno delle altre fasce di produzione. Anche se si è ridimensionata, sugli oltre 600 supermiliardari oggi esistenti ci sarà sempre qualcuno che vuole comprare la sua barca, fatta come dice lui e più bella delle altre. E questo anche se con le normative che entreranno in vigore nel 2011 per i superyacht – che impongono alloggi equipaggio socialmente abbastanza vicini a quelli degli armatori – è intuitivo che le navi da diporto potranno solo costare di più.

Al resto dell’utenza i costruttori devono dare unità a basso costo, ecologiche, sicure, semplici da gestire, mentre i governi devono fornire o consentire ai privati la realizzazione di infrastrutture adeguate per ogni tipo di esigenza – dal marina, al porto a secco, allo scivolo, al campo boe – per riportare la nautica alla portata un pò di tutti, come negli anni ’60, ’70, ’80, e permettere il ricrearsi di quelle generazioni di diportisti che finora hanno fatto la fortuna del settore, ma purtroppo sono ormai in via d’estinzione.

Per ottenerlo, deve essere diverso anche l’atteggiamento fiscale italiano e comunitario. Considerato: che ogni euro investito nel settore ne produce quasi 5; che il settore è rimasto uno dei pochi dove il lavoro dell’uomo è predominante e quindi genera in proporzione più occupazione a costo zero per i governi perché frutto dall’imprenditoria privata; che fa nascere un indotto turistico insostituibile in località rivierasche in genere carenti di altre possibilità economiche di sviluppo; che è un’attività di tempo libero sana e formativa per la gioventù e di grande soddisfazione per gli anziani; per tutte queste ragioni il buonsenso dice che è necessaria la riduzione dell’IVA al 10% per le tante attività che rientrano nel turismo e per la vendita dei natanti, di cui non si deve tener conto nel redditometro. Sono sogni? Volendo, applicando con grande vantaggio questi concetti a tutta l’UE, è possibile.

Aspettando che si rimetta in moto la locomotiva USA, che si fa carico dell’economia mondiale e particolarmente di quella occidentale, sembra che il nostro mercato dia i primi segni di risveglio nel settore più auspicato per la formazione di nuove generazioni di diportisti, quello dei natanti e degli scafi fino a 32-40 piedi.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Marina di Scarlino
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 146

2
5 Natanti e 2 scuole a confronto
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 50
3
A portata di voce
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 72
4
Il primo master di “Nautica”
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 78
5
La Qualità non conosce crisi
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 68
6
Tanta voglia di TV
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 60
7
Campagna repowering Yanmar
rubrica: Giri di bussola | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 142
8
Carnevali day 2009
rubrica: Giri di bussola | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 137
9
Da Silvanamare la barca per tutti
rubrica: Giri di bussola | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 138
10
Fari sommersi sea waterlight
rubrica: Giri di bussola | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 140
11
Ferretti e Pershing in Francia con ABYS
rubrica: Giri di bussola | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 140
12
Luxury & Yachts 2010
rubrica: Giri di bussola | annata: 2010 | numero: 573 | pagina: 138

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