OCCHIO AL TALLONE

Quando la cronaca ci prende a sberle, risvegliandoci di soprassalto da quello strano torpore che si impadronisce della mente quando sembra che nulla di spiacevole possa accadere, ci accorgiamo improvvisamente di quanto si sarebbe potuto fare per evitare un disastro. Questo valetanto per una cabinovia che precipita nel vuoto quanto per uno yacht che prende fuoco. Cose che tuttavia
accadono, pur troppo, anche quando i grandi media non le riportano con quello stesso clamore, infondendo nel pubblico l’erronea sensazione che si tratti comunque di eventi eccezionali. Da prima pagina o da apertura di telegiornale, appunto. Ma i report di chi indaga sugli incidenti raccontano un’altra storia, fatta di micro-eventi quotidiani che solo per circostanze fortuite o per abilità di qualcuno restano nell’ambito di quei sussurri di banchina che, più spesso di quanto non si pensi, non giungono neppure alle orecchie degli armatori, pur trattandosi di potenziali tragedie sfiorate. La regola non scritta dice infatti che il proprietario dello yacht deve essere protetto il più possibile da qualsiasi cattivo pensiero, essendo il suo pieno godimento del bene-barca incompatibile con la gestione dei problemi, che spetta di dovere al comandante e al suo equipaggio. A ben vedere, questa discutibile dinamica prende inizio già nella fase di progettazione di alcuni su-per yacht prodotti “in serie”, cioè quei semi-custom dove le scelte che vengono proposte direttamente all’armatore e non a una squadra di surveyor riguardano quasi esclusivamente la par te per così dire esidenziale. E tale dinamica trova il suo apice nella fase di presentazione dell’opera, quando cioè il modello viene esposto a un salone o mostrato in cantiere a un possibile/probabile cliente. Fateci caso: a questo signore – com’è giusto che sia – vengono magnificate la suite armatoriale, le cabine per gli ospiti, la sala da pranzo, la beach area e quant’altro è dedicato a un lussuoso benessere. Ma assai difficilmente gli si mostra la sala macchine e quant’altro è dedicato alla sicurezza e alla gestione delle emergenze. Il motivo di questa sorta di censura può essere senz’altro ricercato in un’imperdonabile forma di scaramanzia ma, molto più razionalmente, è dovuto alla probabile impossibilità che la persona in questione riesca effettivamente a passare dentro un tor tuoso cunicolo claustrofobico – possibilmente con chi lo accompagna – per entrare nelle viscere dello scafo e aggirar visi senza farsi del male. Un tallone di Achille non da poco, su una nave da dipor to, se solo si immagina che comunque qualcuno dell’equipaggio deve pur passare di lì tutti i giorni. E magari un giorno dovrà farlo per fronteggiare un’emergenza, non in porto ma fuori. E che da quel suo ipotetico intervento dipenderà la vita di chi, in quello stesso momento, tre ponti più su, sta giustamente godendosi i vortici della Jacuzzi. Corradino Corbò

 


Le novità del Mercato

● Benetti B.Yond 37
● Leopard Yachts 36M
● Columbus Atlantique
● Rosetti Superyachts 55M Support Vessel
● Isa Yachts Ayrton 63M
● CRN M/Y 142
● Wally 10


Le Barche

Sanlorenzo Yacht – 62Steel “Cloud 9”
Azimut – Grande Trideck
Custom Line – Navetta 30


Le Rubriche

● Editoriale – Occhio al tallone – pag. 3
● Project & Design: Nauta 54M Wide – pag. 36 Oceanco Kairos – pag. 38
● Design: I foil e l’era delle barche volanti – pag. 42
● Tecnica: L’idrogeno – Il carburante green del futuro – pag. 50
● Tender&Toys: Wooden Boats WB 10.70 LimoTender – pag. 82 Le geometrie variabili di GerrisBoats – pag. 84 43wallytender X – pag. 86
● Accessori – Besenzoni BeElectric – pag. 90
● Décor – Infinito Design Aura – pag. 92
● Launching – pag. 94
● Designer: Who’s who – pag. 108
● Piccole News – pag. 126