NUOVI COMPETITOR NEL BUSINESS CHE CRESCE

Superyacht 09 - copertinaBen 260 contratti dei 684 totali, per scafi oltre i 24 metri di lunghezza, acquisiti in tutto il mondo per l’anno in corso, sono appannaggio dei cantieri italiani, contro gli 85 degli Stati Uniti, i 55 dell’Inghilterra e i 52 dell’Olanda, che ci seguono in questa speciale classifica. Un dato che sta a significare che il 38% del mercato internazionale è detenuto dall’industria italiana, che si conferma così leader incontrastata nel settore, quantomeno nel numero delle unità prodotte. Analizzando ulteriormente questi dati forniti da Ucina durante il Satec 2006 – la convention che annualmente vede riunita l’industria nautica italiana – si nota come rilevante stia divenendo la capacità produttiva della cantieristica di Taiwan e quindi la sua penetrazione nel settore dei superyacht – dove peraltro è presente ormai da qualche tempo – visto che ha ordini per 37 barche e, soprattutto di quella cinese che, pur affacciandosi solo ora in questo specifico ambito, già vanta 36 commesse. Ma non basta, poiché durante la nostra visita al recente MIB di Mosca – il salone nautico che si svolge ogni aprile nella capitale russa – siamo venuti a conoscenza di un indubbio sviluppo della cantieristica per superyacht anche in quel paese, specificamente orientata alle grandi costruzioni in acciaio.

La Russia, in pratica, in virtù del know how acquisito nel tempo come produttore di navi in metallo, soprattutto militari, sta seguendo le orme di quanto già accaduto ad esempio in Polonia, paese dove diverse realtà sono state riconvertite alla costruzione di grandi barche da diporto, entrando di fatto nell’orbita di alcuni cantieri olandesi per i quali lavorano in pratica come terzisti. Tirando le somme, dunque, l’Italia in tema di superyacht mantiene inalterato il suo ruolo dominante sul resto della cantieristica mondiale, ma per il futuro bisognerà tenere nella giusta considerazione non solo gli abituali competitor occidentali ma anche tutte quelle nazioni emergenti che, oltre a un costo della manodopera particolarmente basso e competitivo, possono offrire strutture e maestranze in grado di costruire dei buoni scafi.

“Per rendere ancor più appetibile il made in Italy nel settore dei superyacht – ha comunque detto al Satec il neo Presidente UCINA, Anton Francesco Albertoni – dopo l’introduzione del recente regolamento per i superyacht, che ha dato ulteriore impulso all’affermazione della nostra cantieristica in questo comparto, l’Unione nazionale Cantieri e Industrie Nautiche e Affini si batterà, in primis, per uno snellimento dell’iter burocratico che rende ancor oggi difficoltosa l’iscrizione delle barche allo speciale registro dei superyacht, inficiando di fatto la sua piena applicazione”. Torniamo dal Satec con altri numeri che fanno riflettere, forniti da Frazer Yacht, una delle più importanti aziende che operano nell’attività di charter a livello mondiale, durante un convegno sul turismo nautico, tenutosi sempre nell’ambito della convention italiana. Nel mondo sono 858 le unità oltre i 24 metri che vengono utilizzate per il charter, delle quali 230 sono barche comprese fra i 24 e i 30 metri, 338 fra i 30 e i 40 metri, 180 fra i 40 e i 50 metri, 70 fra i 50 e i 60 metri, mentre 40 sono le navi oltre questa soglia.

Da questi dati appare emergere una netta preponderanza nella disponibilità di barche “piccole” rispetto alle grandi. Se però si analizza il business generato dal noleggio di tutte queste navi da diporto, si vede come la classifica risulti assolutamente inversa: le stime sull’ammontare del volume di affari generato, espresso in dollari, riscontrato nel settore delle barche fra i 24 e i 30 metri non arrivano ai cento milioni, fra i 30 e i 40 metri siamo vicini ai 200, fra i 40 e i 50 metri tocca quota 370 milioni, dai 50 ai 60 metri è oltre i 300 milioni e per gli scafi più lunghi, quelli da 60 metri e oltre, che sono solo una quarantina di unità, si attesta oltre i 350 milioni. Anche da questi dati, dunque, si evince quanto il mercato dei superyacht di taglia più grande stia diventando sempre più importante e appetibile per chi costruisce ma anche per gli armatori che, pur non potendo considerare gli introiti derivanti dalla charterizzazione del proprio yacht come una reale fonte di guadagno, con i soldi
derivati dal noleggio possono senz’altro rendere meno onerosa la gestione del bene barca.
Fabio Petrone


LE BARCHE

  • Trinity Y. Mustang Sally CNB 117 Hamilton II
  • Oceanco Lady Christina Pershing 90’
  • Sanlorenzo 88 Tecnomar Velvet 83
  • Fipa Maiora 43 Terranova Y. Explorer 85

IL MERCATO

  • Mondomarine Fabri’s pag. 10
  • Pendennis 38 pag. 12
  • Benetti Legend pag. 14
  • Burger Mirgab V pag. 16
  • Lürssen Yachts Oasis pag. 18
  • Posillipo Technema 85 pag. 20
  • Fincantieri Project Morpheus pag. 22
  • Southern Wind Farr Nauta 95’ Dharma pag. 24
  • Codecasa 41s pag. 26
  • C. N. di Pesaro Naumachos 82 pag. 28
  • Alloy Yachts Red Dragon II pag. 30
  • C. Di Pisa Akhir 95 pag. 32

LE RUBRICHE

  • Charter pag. 136
  • Capitani pag. 154 – 156
  • Tender pag. 158 – 160 – 162
  • Designer pag. 164
  • Accessori pag. 166 – 168 – 170 -172
  • Marina pag. 176 – 178
  • Services pag. 174
  • Industry Report pag. 180
  • News pag. 186