IN COPERTINA

Entrando in porto a visitare il 58° Salone Nautico Internazionale di Genova.

Anteprime d’autunno

Una sintetica panoramica sulle novità che la maggior parte dei cantieri ha annunciato in previsione dei saloni nautici di settembre e che è destinata ad arricchirsi nel corso dei mesi a venite.

Lo SWATH

Acronimo di “Small Water Plane Area Twin Hull”, che significa letteralmente “Scafi Gemelli con Piccola Area di Galleggiamento”, lo SWATH è una sorta di catamarano con due grandi.

Realtà ibrida

La sperimentazione di nuove propulsioni comincia a farsi strada anche su imbarcazioni di medie e piccole dimensioni, come dimostra l’ultimo progetto firmato dal designer romano Massimo Paperini, il cui primo esemplare è già stato venduto negli USA. Ma anche il nostro mercato è pronto per questa tipologia di prodotto?

I pirati buoni

A tu per tu con Andrea Morello, rappresentante italiano di Sea Shepherd, che ci racconta la storia dell’associazione che da 40 anni protegge il mare.

L’enzima mangiaplastica

Alcuni studi hanno messo in luce la capacità di alcuni enzimi e batteri di degradare la plastica. Abbiamo sentito il parere di un esperto.

I gozzetti genovesi

Ci offrono l’occasione di tornare indietro nel tempo e di evocare l’atmosfera dei quartieri che punteggiavano il litorale cittadino.

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Lavezzi, star delle Bocche

Le rocce di Lavezzi, un piccolo scoglio perso nelle Bocche di Bonifacio, portano l’antico ricordo di una delle più grandi tragedie del nostro mare, ma oggi si presentano come una meta di primo livello per il diportista e come un’incredibile meraviglia per il subacqueo.

Thailandia in veliero

Da Phuket allo Stretto di Malacca. Una settimana a bordo del quattro alberi Star Clipper nel Mare delle Andamane, una delle più belle aree di navigazione al mondo con centinaia di splendide isole, spiagge da sogno e incontaminati fondi marini.

Croazia, Sibenik

Salata, dolce o salmastra, l’acqua è la protagonista della Riviera di Sibenik, che situata a mezza via tra Zara e Spalato, offre al diportista una pletora di attrezzate marina e piacevoli
rive dove ormeggiare, la foce del fiume Krka da risalire e isole con baie immacolate.

Le nostre prove

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L’editoriale

LA NUOVA DARSENA DI GENOVA: WATERFRONT O DIETROFRONT?

Ci piacerebbe sapere quali famiglie normali potrebbero scambiarsi con soddisfazione lo stesso appartamento nell’arco dell’anno, sapendo peraltro che una ama allevare gatti in casa, l’altra soffre di allergia al pelo dei felini; la prima pretende pavimenti di prezioso parquet, la seconda vuole il marmo botticino.

Forse a qualcuno non è chiaro, ma questo è esattamente il regime che sta per instaurarsi nella Nuova Darsena di Genova, dopo la decisione dell’Autorità di Sistema Portuale di assegnarla in concessione nella misura del 60 per cento, per vent’anni, ai Cantieri Amico, che si occupano di riparazioni e ristrutturazioni navali, e per il restante 40 per cento, per quattro anni, alla società che gestisce il Salone Nautico Internazionale.

Ma non è mica solo questione di durate e di aliquote. A monte di questa strana situazione, c’è il fatto che il piano di ristrutturazione di tutta l’area – il cosiddetto Waterfront di Levante, firmato da Renzo Piano, che lo ha definito un “rammendo” fondamentale per la città – non prevede alcuna forma di destinazione industriale, mentre, al contrario, comprende voci come “ricettivo/residenziale”, “terziario”, “commerciale”, “circoli nautici” e, dulcis in fundo, “fieristico polivalente”.

Se era genuino il diffuso entusiasmo con il quale, circa un anno fa, venne accolto questo progetto, non comprendiamo su quale logica si sia fondata, circa due mesi fa, la decisione che di fatto ne ha snaturato l’essenza. Migliore valorizzazione del compendio durante tutto l’anno, maggiori investimenti sull’area, un’entrata in termini di canone più che doppia rispetto al passato afferma in una sua dichiarazione Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale.

Già, ma come la mettiamo con i problemi legati all’organizzazione e allo svolgimento del Salone Nautico all’interno di un’area che verrà necessariamente e comprensibilmente trasformata per soddisfare le esigenze del cantiere navale? Troviamo la risposta nella delibera concessoria (al momento di andare in stampa, l’atto non è stato ancora formalmente pubblicato), quando fa esplicito richiamo all’impegno da parte di Amico & Co. a liberare le aree a terra e in mare 30 giorni prima dell’inizio del salone e complessivamente per 50 giorni, cioè, in pratica, per le due settimane successive alla sua chiusura.

Ma, lungi dal tranquillizzarci, questo ci crea un’estrema preoccupazione. Innanzi tutto, sappiamo per esperienza diretta che la macchina organizzativa del salone – per parlare solo dell’evento espositivo – necessita di un arco di tempo in loco più vicino ai tre mesi. Ma se si tiene conto di tutte le attività promozionali e trainanti ad esso connesse – formazione, campionati di vela federali e mondiali, prove a mare di cantieri ed espositori eccetera – si arriva a coprire anche l’intero anno.

Insomma, temiamo fortemente che il “caso Nuova Darsena” possa rapidamente tradursi in una traumatica spallata alla più importante manifestazione nautica del Mediterraneo, la quale, anche attraverso le sue attività collaterali, ha fino a oggi assicurato alla città di Genova un indotto dieci volte superiore a quello dell’attività industriale che, di fatto, incolpevolmente, è diventata la sua più pericolosa avversaria.

Corradino Corbò