Sommario Nautica Giugno 2021

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Le prove in mare

Prova di navigazione dello Swan 58

Prova di navigazione dell’Azimut 53 Flybridge

Prova di navigazione dell’Alfastreet Marine 23 Cabin Evo

Prova di navigazione del Daytona 34 di Rio Yachts


Gli Articoli

Salone nautico di Venezia 2021, volontà premiata

Emergenze: acqua nel carburante, come risolvere salvando la crociera

America’s Cup: cosa resta delle Formule 1 del mare

Tecniche di ancoraggio: barche alla catena

Emergenze: collisioni in mare, una ogni tre giorni

Motori fuoribordo: ecco i nuovi V6 Yamaha

Cantieri: Fjord, la barca che venne dal freddo

Puglia: Gargano e Isole Tremiti, le meraviglie dello Sperone

Grecia, arcipelago Egeo: un mare di isole

Norvegia, Bergen e il Sognefjord: Rotte nordiche

Le Rubriche

La regolamentazione nella cantieristica navale e nei porti turistici (seconda parte)

Noleggio: 7 isole in 7 giorni con Horca Myseria

Noleggio: Dea dei mari, le nuove barche

Il salpancora e la sua potenziale pericolosità

Le nuove linee guida dell’ASDEC, l’associazione delle barche d’epoca

Quel bicchiere di troppo

C-Map lancia la sua App Premium

Le nuove linee guida dell’ASDEC, l’associazione delle barche d’epoca

Harken MKIV Ocean, nuovo avvolgitore per la crociera

Un contest che sa di Bentley

Simrad lancia un nuovo aggiornamento

Dtorque in vendita con Neander

Xenta Advanced Full Stabilty

OSEA D, semplicemente perché?

Dolceriva Hard Top, runabout per tutte le stagioni

X4³ MK2, poppa più larga, maggiori volumi interni, più potenza nel piano velico

Frauscher Timesquare 20, piazza galleggiante

De Antonio Yachts D28 deck, una lounge sul

Austin Parker Mahon 54, la tradizione che non muore

Quali sono i titoli professionali necessari per poter esercitare il noleggio unità da diporto


Biblioteca nautica


Le ricette di CAMBUSA chef-cambusa


L’Editoriale

LA MONTAGNA DISINCANTATA

Un dolce profilo collinare in mezzo al quale si stagliano i ripidi contorni di un vulcano. Non è un acquerello di Hiroshige, bensì il percorso di un diagramma che, ciclico, si ripete di anno in anno rappresentando in forma grafica l’andamento degli incidenti che, da gennaio a dicembre, occorrono nell’Italia diportistica.

Per quanto fondato e comprensibile, l’errore da evitare è quello di considerarne l’andamento fisiologico, normale: due termini che costituiscono l’anticamera per l’inaccettabile definizione di “inevitabile”. Proprio per questo ne parlo adesso, cioè nel mese in cui le pendici di quel Fuji Yama si fanno evidenti, lasciandone intuire lo sviluppo fino alla classica vetta di agosto. Lo so, pure per un’imperdonabile scaramanzia, in questo periodo si vorrebbe sentir parlare soltanto di altro: di sole, di baiette incontaminate, di ripresa del mercato, di uscita definitiva dalla pandemia.

Tutte cose strenuamente auspicabili, ovviamente, ma che hanno senso soltanto se fanno parte di un mondo nautico sano, abitato da diportisti prudenti, consapevoli, responsabili. Ed è proprio per dare un contributo in questa direzione che questa rivista concentra soprattutto in questi mesi clou gli articoli che, direttamente o indirettamente, trattano il tema della sicurezza. Non tutti lo fanno. Alcuni fanno addirittura il contrario.

Qualche settimana fa, per esempio, mi è capitato di guardare un video promozionale nel quale un papà felice tiene in mano la barra del suo fuoribordo mentre i suoi bimbi, ancora più felici, si godono l’ebbrezza della velocità sull’acqua. Peccato che, in primo piano nell’inquadratura, si noti il lacciolo di sicurezza – quello che dovrebbe sempre essere indossato dal pilota – tutto avvolto a mo’ di guarnitura intorno alla barra, come una cosa inutile, fastidiosa, ingombrante. Un piccolo ma significativo monumento all’incoscienza: sia quella del papà alla guida del battello sia quella di chi ha diffuso quel video con un intento ben diverso da quello di stigmatizzare una mostruosa omissione.

Ma c’è una raccomandazione di prudenza più ampia e per certi versi più sottile che desidero rivolgere anche a chi le regole basilari le rispetta puntualmente: quando siete al comando, considerate una situazione possibile come se fosse probabile. Sempre. E non è una sfumatura. Cioè, se notate in lontananza i baffi di una barca che rapidamente si avvicina alla vostra, non pensiate accademicamente “è possibile che non ci abbia visto”; pensate piuttosto “è probabile che non ci abbia visto”.

Scoprirete in questo modo che le vostre stesse reazioni saranno più rapide, nette, puntuali. Se poi noterete che dall’altra parte non solo vi hanno visto ma avranno anche la bontà di “allargarsi” e rallentare per non farvi ballare troppo con le loro onde di scia… meglio così. Sarà stato soltanto un bell’incontro tra diportisti per bene.

Corradino Corbò