DISTRIBUZIONE E HABITAT
E’ un pesce d’alto mare che compie vere e proprie migrazioni seguendo le correnti superficiali. Non di rado si avvicina alla costa seguendo i banchi di pesce azzurro di cui si nutre. Le concentrazioni maggiori si trovano nel canale d’Otranto, in Sicilia e in Liguria, non sono rari gli avvistamenti e le catture al largo delle coste della Sardegna e nel canale tra l’isola d’Elba e la Sardegna.

LA PESCA
Si pesca prevalentemente a traina di superficie, con esche che possono variare dalle piume agli octopus, ai minnow. Data la sua appartenenza ai rostrati e quindi l’abitudine a colpire l’esca con il rostro prima di mangiarla, i cona morbidi, più comunemente conosciuti come “soft head”, sembrano essere più catturanti. La velocità di pesca può arrivare fino ai 10 nodi, con esche che sopportino tale velocità, ma di media si aggira intorno ai 6-7 nodi. I più esperti possono impiegare attrezzi da 8 o 12 libbre, ma se si è alle prime armi, occorre passare alle 20 o addirittura alle 30 libbre.

Preferibilmente si mettono in pesca almeno quattro canne, di cui due interne e due esterne o sugli outrigger. Quelle interne possono essere stand-up, mentre le due esterne è meglio siano lunghe. I mulinelli vanno rapportati al libbraggio dell’attrezzatura, così come la lenza in bobina. Il calamento standard si compone doppiando gli ultimi due metri di lenza e fissando il terminale con una girella con moschettone. Il diametro del terminale può variare dallo 0,60 allo 0,90 e la lunghezza non sarà superiore a 1,50-2 metri. Gli octopus sono una delle esche di nuova concezione e di derivazione oceanica. Possono essere sia con testina rigida, sia veri e propri polpetti in silicone. In genere si usano misure che vanno dai 12 ai 18 centimetri, in colorazioni vivaci. La batteria di lenze standard è rappresentata da due soft head sui divergenti o su portacanne orientabili che volgono all’esterno delle murate, filate a 40-50 metri da poppa e due teste piumate o due octopus più interni filati a 15-20 metri da poppa. Se si ha la possibilità di pescare con la quinta lenza, si può calare un jet da 18 centimetri a pochi metri da poppa nella scia dei motori. L’attacco dell’aguglia imperiale non sempre è deciso, ma a volte può essere caratterizzato da colpi secchi sull’esca dovuti alle rostrate del pesce. In questi casi, filare un po di lenza libera potrebbe indurre il pesce a un attacco più deciso.

DIMENSIONI
Nel mar Mediterraneo può raggiungere i 15-20 chilogrammi di peso e la lunghezza di oltre un metro e mezzo, mentre in oceano sono stati catturati esemplari fino a 30 chilogrammi. La taglia media nei nostri mari si aggira tra gli 8 e i 16-17 chilogrammi.

CURIOSITÀ
L’aguglia imperiale è un rostrato a tutti gli effetti. La sua particolare forma e i colori, sono molto simili al marlin bianco, pur appartenendo a famiglie diverse. La distribuzione di questo pesce, che vede le maggiori concentrazioni lungo le coste del nord Africa, si è allargata in tutto il Mediterraneo grazie all’aumento della temperatura media del nostro mare. La dimostrazione di questo è rappresentata dalla presenza di esemplari piccoli lungo le nostre coste, che dimostra l’allargamento delle aree di riproduzione.