La traina alle alalunghe ha come obiettivo l’intercettazione dei pesci in alto mare, a questo scopo è una tecnica errabonda che come filosofia si rifà molto agli antichi istinti dei pescatori professionisti oceanici che praticano la pesca del tonno. Per poter individuare i pesci che interessano questa tecnica è necessario “leggere” il mare, ovvero rintracciare quegli indizi che celano la presenza di alcune specie. Le mangianze sono i segnali più eclatanti, il segno evidente che uno o più predatori sta cacciando a pelo d’acqua, dividendo il suo pasto con gli uccelli. Ma anche il volo radente delle berte o dei gabbiani o delle impercettibili scie a pelo d’acqua, possono segnalare la presenza dei pesci, così come le sbollate che in genere sono opera dei delfini, ma che possono essere causante anche da tonni o alalunghe. L’esperienza e il tempo sapranno affinare l’occhio e ci daranno i rudimenti necessari per capire quali sono gli indizi da seguire. In questo gli occhiali polarizzati sono di grande aiuto.

La traina d’altura in teoria potrebbe essere effettuata lungo tutte le coste italiane, ma le aree dove si è sviluppata da maggior tempo non sono molte. L’hot spot principale è il canale di Otranto, qui si verifica, a partire da fine aprile, un discreto passaggio di alalunghe a una distanza dalla costa che può variare dalle 10 alle 40 miglia. Ma la tenacia dei pescatori sportivi ha permesso di individuare tali prede un pò in tutto il sud Italia, dalle coste della Puglia a quelle della Campania. Da qualche anno, le alalunghe sono cominciate a passare relativamente vicini alle coste del Lazio e della Toscana, in particolar modo in estate e autunno. Una zona divenuta un vero e proprio hot spot per la traina alle alalunghe è l’Adriatico centrale; l’area compresa tra Porto San Giorgio e Termoli è diventata uno dei campi di battaglia più validi nel periodo autunnale.

Per catturare alalunghe di peso fino a 12-13 chilogrammi si possono impiegare attrezzi da 8 o 12 libbre. Se si è alle prime armi occorre passare alle 20 o addirittura alle 30 libbre. Preferibilmente si mettono in pesca almeno quattro esche, di cui due che lavorano in scia della barca e le altre due esternamente. Quelle interne possono essere stand-up, mentre le due esterne è meglio siano lunghe. Essendo una tecnica di traina veloce, è preferibile utilizzare canne abbastanza rigide e con azione ripartita. I mulinelli vanno rapportati al libbraggio dell’attrezzatura, così come la lenza in bobina. Il calamento standard si compone doppiando gli ultimi due metri di lenza e fissando il terminale con una girella con moschettone. Il diametro del terminale può variare dallo 0,50 allo 0,70 e la lunghezza non sarà superiore a 1,5-2 metri. La colorazione del terminale dovrà essere bianca trasparente, blu o verde acquamarina. Le esche si dividono in due categorie; i minnow, che andranno trainati a corto, e le piume o gli octopus, che saranno più a lungo. I minnow potranno essere sia affondanti che galleggianti, nelle misure che variano dagli 11 ai 16 centimetri; per quanto riguarda le colorazioni, non esiste una regola fissa, soprattutto con i tonni e le alalunghe. Le piume dovranno avere la testina metallica e non essere più lunghe di 15 centimetri, le colorazioni più valide sono il bianco, il rosso e il nero. Gli octopus sono una delle esche di nuova concezione e di derivazione oceanica. Possono essere sia con testina rigida, sia veri e propri polpetti in silicone. In genere si usano misure che vanno dai 10 ai 16 centimetri, in colorazioni vivaci.

La batteria di lenze standard è rappresentata da due teste piumate o due octopus sui divergenti o su portacanne orientabili che volgano all’esterno delle murate, filate a 40/50 metri da poppa e due minnow più interni filati a 15/20 metri da poppa. Se si ha la possibilità di pescare con la quinta lenza, si può calare un minnow da 18 centimetri a pochi metri da poppa nella scia dei motori. La velocità di traina non è mai inferiore ai 6 nodi e in alcuni casi può arrivare fino ai 10. A tale velocità alcuni minnow non riescono a rimanere immersi, bisogna quindi applicare delle pinzette o degli elastici da fissare sul mulinello o su una parte bassa della barca, in modo da abbassare le lenze.

Le alalunghe sono pesci che si spostano e cacciano in branchi composti da numerosi individui, e una volta avuta una ferrata possiamo star certi che ripassando sul punto ci sono buone possibilità di ritrovare il branco. La taglia media è di 7-8 chilogrammi.