Un tema attuale a dir poco scottante e per molti aspetti divisivo, quello dell’istituzione dell’area marittima protetta per l’isola delle meraviglie, letteralmente presa d’assalto per una quarantina di giorni l’anno.

Capri

Capri

Nautica lo affronta in tutti i suoi aspetti in una grande inchiesta che dà voce ai suoi attori più importanti e a coloro i quali guardano a quel piccolo magico territorio - unico al mondo - come a un’opportunità di lavoro, di ricchezza, di svago.

Bella come un topazio incastonato tra mare e cielo, rifugio privilegiato d’imperatori come Ottaviano e Tiberio, luogo dell’anima caro a scrittori e poeti, meta privilegiata d’un jet-set popolato da personaggi entrati nella storia di un’Italia che non c’è più, quella della Dolce Vita e del boom economico: i Kennedy, gli Onassis, i principi di Monaco, re Farouk d’Egitto, Maria Callas, Gianni Agnelli…

Questa è l’immagine di Capri fissata nei ricordi e nelle foto d’archivio, questa è l’isola azzurra che domina il Golfo di Napoli, 18 miglia dalla costa partenopea, 18 dalle altre isole del golfo, Ischia e Procida, vicinissima alle costiere sorrentina e amalfitana. Ai piedi del Monte Solaro un paradiso fatto di mare B blu, roccia calcarea, tanti anfratti (su tutti la mitica Grotta Azzurra), un salotto all’aperto allestito nella celebre Piazzetta, stradine popolate di griffe internazionali, ristoranti e alberghi stellati, ma anche angoli di quiete e discrezione nei silenzi e nella pace della discreta Anacapri.

Poteva sfuggire al turismo nautico un posto come questo? Certo che no. E dunque l’isola delle meraviglie, nel tempo diventata meta prediletta d’un turismo “mordi e fuggi” che ha creato non pochi problemi per la gestione degli sbarchi, è diventata una meta irrinunciabile per chiunque transiti nel golfo di Napoli: dal piccolo gommone al più grande dei megayacht, ogni estate l’isola viene letteralmente presa d’assalto da una flotta sterminata di imbarcazioni.

In particolare tra luglio e agosto, con picchi di super affollamento concentrati in una quarantina giorni, non c’è visitatore che rinunci a una sosta davanti ai Faraglioni, i tre scogli posizionati a Sud-Est dell’isola: il Faraglione di Terra (unito alla terraferma), il Faraglione di Mezzo (dalla galleria naturale di ben 60 metri) e il Faraglione di Fuori (alto 104 metri). Sono migliaia le barche che transitano e ormeggiano in quel tratto di mare, al punto da sconvolgere il panorama dall’alto dei Giardini di Augusto, creare grovigli di ancore al primo soffio di vento, mettere a rischio la sicurezza dei bagnanti e danneggiare il fondale marino.

“Sono troppi, si deve fare qualcosa per fermare l’assalto” dicono coloro che si schierano a difesa dell’ecosistema marino e della sicurezza, battendosi per l’istituzione di una rigida area marina protetta. “Non vanno respinti, contribuiscono a sviluppare l’economia dell’isola e a sostenere la nautica da diporto” sostengono altri. Tra i due fronti, il “partito della mediazione”. Che non dice No tout court all’istituzione dell’AMP, in arrivo entro l’estate di quest’anno (ormai sembra scontato), ma a condizione che la regolamentazione salvaguardi l’ambiente senza per questo penalizzare del tutto i diportisti e gli operatori del turismo nautico, in particolare quelli che gestiscono servizi di charter, noleggio e locazione.

Capri

Le ipotesi di zonazione dell'AMP

Due le ipotesi prese inizialmente in esame: una più restrittiva, con divieti di balneazione e navigazione nella zona dei Faraglioni, e una più morbida e richiesta da albergatori e associazioni di categoria, disposti ad accettare le restrizioni, ma senza trasformare le acque di Capri in zona off-limits.

Più in dettaglio, nella zona A, intorno ai Faraglioni, sarebbe vietato fare praticamente qualsiasi cosa: vietata la navigazione con qualsiasi barca, anche a remi, vietati l’ormeggio, la balneazione, le immersioni, la pesca. L’unica attività ammessa sarebbe la ricerca, pur con alcune...

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