Fruizione degli specchi acquei a ridosso della Diga foranea 

L’estate si avvicina e, per quel tempo, alla Spezia si spera in una risposta concreta alla petizione di oltre 1000 diportisti locali – espressione della nautica sociale di cui è portavoce Alfredo Gilone estensore dell’istanza – contro i divieti posti dalla Capitaneria di Porto alla fruizione degli specchi acquei a ridosso della Diga foranea nelle aree in prossimità dei fari di Levante e Ponente e all’ormeggio in prossimità della scogliera artificiale.

Aperture sono giunte dal presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva e dal sindaco Pierluigi Peracchini. L’ultima parola spetta al comandante della Capitaneria di Porto Giovanni Battaglini rigurdo gli specchi acquei a ridosso della Diga foranea.

Da un recente incontro della delegazione dei diportisti col primo cittadino della Spezia (che pur avendo poteri diretti sulla questione si sta adoperando per mediare) è emerso che l’ente titolare  della potestà demaniale, cioè l’Autorità di sistema portuale, sta studiando come armonizzare la propria ordinanza del 2000,  che autorizza la libera fruizione della diga, con le nuove norme  a tutela dell’incolumità delle persone, mentre la Capitaneria ha assunto l’impegno a  studiare come poter far fruire alle piccole  unità da diporto quello spazio di mare protetto.

Fruizione libera della Diga della Spezia

La delegazione ha evidenziato al Sindaco come il tema della fruizione libera della Diga della Spezia e della balneazione in prossimità di essa  è portato avanti, con alti e bassi, illusioni e disillusioni, da più di vent’anni dalle personalità che si sono succedute nelle varie posizioni di comando in Comune, Autorità Portuale e Capitaneria.

L’auspicio è che il 2024, col progetto di collocazione nella rada esterna degli impianti della mitilicoltura e del successivo  ‘rientro’ nella rada intera a fine dragaggio, possa innescare la svolta per trovare un assetto della storica attività produttiva che permetta la quadratura del cerchio con i desiderata dei diportisti (fatto salvo, ovviamente, il divieto di ormeggio e  la distanza di sicurezza dagli impianti) anche nella prospettiva di allargare gli orizzonti della categoria alle opportunità offerte dall’ittiturismo.