Ratti: “un risultato eccezionale per il recupero del crediti da parte del marina e per l’ingresso di nuovi soci”

Procede in maniera spedita la messa in vendita, promossa dal con il Tribunale di Pisa e attivata tramite procedura concorsuale mediante manifestazioni di interesse con pubblica evidenza, degli ormeggi residuali, garage e posti auto nelle disponibilità della società controllata da Teseco di Pisa, fallita nel 2019 e socia con una quota pari all’11{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} di Marina Cala de’ Medici, porto d’eccellenza della costa toscana.

A darne comunicazione è l’amministratore delegato Matteo Italo Ratti per fare il punto sulla vicenda che interessa la marina di Rosignano da circa 9 anni e più precisamente da quando i circa 600 soci hanno dovuto far fronte alle difficoltà incontrate nel farsi carico di sostenere le spese di gestione del socio ora fallito per la gestione del porto, ma anche per quelle relative al borgo commerciale.

Marina Cala de’ Medici è un porto di eccellenza – scrive Ratti – ed ha proposto e poi condiviso con il Tribunale di Pisa, di mettere sul mercato attraverso una proceduta concorsuale i beni pari all’11{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} del capitale sociale detenuto dalla società controllata da Teseco. Dopo il blocco pressoché totale delle vendite che ha interessato in Italia il settore a partire dal 2008 e protrattosi per lungo tempo, il mercato della portualità per l’acquisto e la vendita di posti barca sta ripartendo. In poco più di 60 giorni, sono state presentate offerte di acquisto da parte di nuova clientela pari al 75{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} delle quote in vendita. Si tratta di un risultato eccezionale dato che, già nel 2014, Marina Cala de’ Medici aveva avuto incarico di gestire i beni di Teseco, ma è riuscita allora solo a locare i beni, riuscendo così a recuperare una buona parte dei crediti, ma con la procedura di vendita e l’incasso di nuove quote saremo in grado di riprendere nel tempo, l’intero credito e ridurre i costi di gestione del porto per tutti gli altri soci che fin qui se ne sono fatti carico con degli accantonamenti. Anche buona parte dei fondi del borgo commerciale sono stati ceduti negli ultimi mesi a nuove attività, risultato ottenuto con complessi accordi con le banche interessate e dopo una lunga azione legale cha ha liberato gli stessi da attività che non corrispondevano regolarmente i canoni di locazione da tempo”.

Ripercorrendo le tappe del caso, AD ricorda che “Marina Cala de’ Medici è una società particolare, a capitale diffuso con lo scopo del godimento di un bene in questo caso il porto. Per diventare socio e partecipare alla gestione della marina, è previsto l’acquisto di azioni della società che rappresentano il diritto d’uso esclusivo, di un posto barca, box o posto auto.  Nell’evoluzione della società, il primo socio di riferimento è stato Teseco che, nel 1999, ha realizzato il progetto “cala de’ Medici” in gestazione dal 1985 e costruito il porto detenendo il 100{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} della società rilevata da FIAT. Man mano che venivano venduti posti barca, la quota societaria in capo a Teseco e alle sue controllate, si è ridotta fino ad arrivare, nel 2012, ad un 11{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} e il restante 89{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} suddiviso tra altri circa 600 soci. Ogni anno, i soci si sono sempre fatti carico del loro dovere di pagare le spese societarie e del loro diritto all’uso esclusivo del posto barca. Con la crisi congiunturale del 2008, Teseco si è però appesantita di debiti verso la società e terzi non riuscendo a vendere gli ormeggi e gli altri beni tra cui i fondi del borgo in suo possesso e far fronte alle spese relative. Questo fatto ha determinato la sua crisi finanziaria e il suo fallimento decretato nel 2019. Il Consiglio di Amministrazione di Marina Cala de’ Medici, si è impegnato per trovare una soluzione alla crisi con una gestione attenta e ottimale sia degli ormeggi che del borgo: una buona pratica che ha permesso di recuperare fino ad oggi una buona quota delle spese insolute del socio. Il grande risultato ottenuto in questi giorni perché questa azione ben strutturata anche dal Tribunale di Pisa e dalla curatela, permetterà la chiusura della procedura e un recupero totale dei crediti che la società vanta rispetto al socio fallito e l’ingresso di nuovi soci”.