a cura di Lydia Gaziano Scargiali

Siracusa non è una meta qualsiasi del Mediterraneo. Punto di congiunzione tra le rotte Est/Ovest, più che una città sembra il sogno di un viaggiatore alla ricerca della bellezza senza tempo e senza paragoni.

Descriverla, infatti, non è facile. Più che un luogo, è un racconto, forse la tavolozza di un pittore o una musica senza autore. Afrodite che nasce dal mare e viene fuori da una conchiglia sarebbe un bel paragone. La città siciliana si proietta verso il continente africano, verso il magico oriente. Vero ponte naturale tra civiltà un tempo affini e rivali, dove fiorivano i commerci e tra i cui vicoli risuonavano tutti gli idiomi del tempo.

Il porto naturale e la sua posizione geografica privilegiata l’avevano resa grande e potente. Se a tutto ciò si aggiunge la genialità di un personaggio come Archimede, grande inventore e difensore della città, si può capire quale fascino abbia esercitato nei secoli questo avamposto ellenico nell’isola dalle tre gambe.
Il turista che arriva dal mare, colpito non solo dalla magia di secoli di storia, resta abbagliato anche dal rosso degli incredibili tramonti, dalle stradine di Ortigia, l’isola tra terra e acqua, che più di tutto sembra caratterizzare Siracusa.

Il Marina Yachting (https://www.marinayachtingsr.it/),situato nel Porto grande, ben protetto dai marosi, offre un ormeggio sicuro alle imbarcazioni, ma dà anche la possibilità di visitare facilmente la città, trovandosi proprio all’interno del centro storico. Si trova, infatti, sulla costa jonica meridionale della Sicilia, all’interno del Porto Grande, vicino al canale che separa Ortigia dal resto della città. È un approdo privato costituito da pontili galleggianti muniti di attrezzature e servizi per l’ancoraggio di circa 150 yacht, esposto prevalentemente a Grecale e Scirocco con un fondale che varia dai 6 ai 15 metri. Costituito dagli apporti dell’Anapo, fiume noto per i papiri che crescono lungo le sue sponde, il fondo è fangoso e soggetto a interramento. Si tratta tuttavia di un approdo sostanzialmente sicuro, essendo l’unica zona pericolosa la “Secca Galera”, situata a Sud dell’allineamento di entrata.

Il Marina, sviluppandosi su strutture galleggianti, si presenta assai poco invasivo dal punto di vista ambientale. Andrebbe, però, completato con adeguati servizi a terra, come ad esempio la club house. Non si tratta solo di migliorarne la fruibilità, ma di offrire anche un bel biglietto da visita all’intera città.
Il direttore della struttura portuale, Dino Polizzi, ci ha fornito delle informazioni sulle sue condizioni attuali e sugli obiettivi verso cui i gestori puntano per migliorarla e renderla ancora più godibile.

“A questo scopo – dice il dottor Polizzi – già dal 2015, avevamo presentato dei progetti per sistemare il molo Zanagora. Ci saremmo anche fatti carico delle spese relative, ma chiedevamo, in cambio, che ci fosse data la possibilità di creare delle strutture a terra, non invasive ma idonee a fornire servizi adeguati. Del resto, nel porto, non mancano certo le strutture abbandonate che si potrebbero ristrutturare”.

Siracusa è una città unica al mondo, ma avrebbe bisogno di maggiori servizi e infrastrutture.
Purtroppo, infatti, non mancano neppure le difficoltà, come, ad esempio, una movida cittadina che andrebbe controllata tramite una maggiore presenza di forze dell’ordine.

Avete delle critiche da muovere all’attuale primo cittadino, Francesco Italia?
“Non per quanto riguarda il suo operato. Ad esempio, l’anno scorso, il sindaco ha contribuito alla riuscita di un bellissimo evento, organizzato con Dolce & Gabbana. La manifestazione, infatti, ha dato un grande ritorno di immagine alla città, ma, in generale, vorremmo che si istaurasse una maggiore sinergia con le varie amministrazioni pubbliche siciliane, non solo a vantaggio del porto turistico, ma anche dell’intera città.”

Non sempre, però, la popolazione locale vede con favore la nascita di un porto turistico.
“Indubbiamente questo è un aspetto che non va trascurato neppure in fase di progettazione. Il favore dei cittadini è importante e non va ignorato, per molti motivi. Il porto deve essere considerato parte integrante della città e, di conseguenza, devono poterne fruire anche i locali, ma vanno assicurati i servizi necessari perché ciò avvenga in sicurezza. Un porto turistico precluso al pubblico si può trasformare, infatti, in una sorta di deposito di barche, senza più alcuna attrattiva, senza vitalità.”.

Riguardo all’alveo portuale, c’è qualche altra criticità da segnalare?
“Senza dubbio. Un problema piuttosto serio, per noi, è costituito dall’ingresso all’interno della baia di enormi navi da crociera che rendono trasformano l’acqua da trasparente a nera. Pescano, inoltre, ben nove metri, quando il fondale è di soli dieci, undici metri”.
Lydia Gaziano Scargiali