Nella seducente cornice del Lago di Como, Suzuki ha offerto alla stampa l’occasione di provare il nuovo DF 250 Kuro, un motore che, dedicato a una clientela scelta, racchiude stile e prestazioni.

Un motore che, essendo appena nato, deve ancora tracciare la sua storia e un club che, invece, ha fatto storia in quel particolare settore che è la nautica dei grandi laghi. Come dire: il nuovo Suzuki DF250 Kuro messo a disposizione della stampa per provare in acqua le sue qualità e, intorno, la cornice storica dello Yacht Club del Lago di Como, che oggi fonde l’attività velica con quella motonautica mettendo sul palcoscenico alcune fra le più importanti manifestazioni di settore.

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Il Focchi 730

Se nella normalità i motori delle grandi case motoristiche vengono battezzati con aride sigle, il fatto che questo nuovo 6 cilindri della casa giapponese nasca con un nome ricco di significato fa già capire quanta attenzione sia stata posta nella sua realizzazione, tanto più che non si tratta di un nome qualsiasi. Il nome Kuro, per altro foneticamente gradevole, è infatti profondamente radicato nella storia e nella cultura giapponese e se il suo ideogramma rappresenta di base il colore nero, allo stesso tempo viene associato al concetto di esperienza, eleganza, raffinatezza, e questa è in realtà la prima sensazione che si percepisce nell’osservare il nuovo nato Suzuki.

Il primo impatto è indubbiamente quello estetico, e già qui si nota una strategia ben definita che colpisce per la sua originalità: il look cromatico del motore è infatti un nero totale, per giunta opaco, fino al punto di mantenere nero su nero – seppur in un lucido rilievo – anche i loghi di identificazione. Il risultato, indubbiamente d’effetto, sembra riprendere alcune scelte di un automotive d’élite e delinea già in partenza quello che potrà essere il target di questo motore, ovvero la voglia di identificarsi in un prodotto che senza essere esclusivo s’impone comunque all’attenzione.

Per inciso l’inedito cromatismo del Kuro nasconde uno speciale trattamento anticorrosione che protegge il motore dai maltrattamenti degli agenti esterni, corrosione del sale marino in primis. Nella calandra i ritocchi estetici sono significativi ma anche tecnici: la nuova presa dinamica posta sul top, ad esempio, influisce favorevolmente sulla gestione dell’aria favorendone l’afflusso in fase di aspirazione, ma anche effettuando una sorta di filtraggio dello spray salino a tutto beneficio di una migliore combustione e della durata del motore.

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Il Naumatec Freccia 800

Una scelta precisa

Prima di addentrarci nei dettagli tecnici del Kuro 250, una considerazione sulla scelta relativa alla potenza. Ci si può infatti chiedere come mai l’azienda abbia puntato su una fascia media, avendo per altro già in gamma soluzioni simili. L’andamento del mercato del fuoribordo in Italia non può ovviamente essere una risposta globale, ma vale la pena di considerarlo.

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L’elegante livrea mat del Kuro 250

Dopo l’euforia del Covid il mercato sta infatti ritrovando il suo giusto assestamento, il che, tradotto in cifre, equivale a dire che se nel 2019 sono stati venduti circa 19.000 motori che durante la pandemia sono saliti a 24.000, per la prossima stagione si prevede un ritorno alle cifre precedenti. Con una differenza: i numeri potranno essere simili ma, seguendo anche l’andamento del mercato nautico, la fascia di potenza sarà sensibilmente più elevata.

Fermo restando che la strategia commerciale di un colosso come Suzuki è ovviamente sviluppata su scala mondiale, una risposta più mirata può essere individuata nella scelta di un target particolare e un po’ diverso dalla norma, nel senso di un tipo di cliente che di certo apprezza le qualità tecniche e prestazionali del Kuro, ma allo stesso tempo vuol distinguersi con un prodotto che di certo si farà notare.

D’altro canto il lancio di questo motore non incide minimamente sugli altri progetti della casa giapponese, che se da un lato sta portando a termine il progetto per un nuovo motore top di gamma, dall’altro sta da tempo sviluppando il suo primo motore elettrico con l’obiettivo – come affermato dallo stesso Toshiro Suzuki, Presidente dell’azienda – di arrivare al 2030 avendo in gamma cinque motori in linea con le nuove esigenze ecologiche. Il che, tradotto, equivale a dire che verranno sviluppati motori elettrici unicamente per le piccole potenze, mentre nella fascia alta, date le varie problematiche relative all’elettrico, si punterà su motori alimentati a biocarburanti. Il primo motore elettrico dovrebbe in ogni caso essere presentato entro il 2024.

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Il Tullio Abbate Sea Star RS

Nel “Kuore” del motore

Dal punto di vista tecnico, il Kuro presenta una serie di soluzioni che, seppur poco appariscenti, fanno la differenza. Il blocco motore resta quello base degli altri 250 Suzuki, ovvero un DOHC 6 cilindri a V inclinati di 55° con una cubatura di 4028 cc e 4 valvole per cilindro, dotato della tecnologia drive-by-wire sviluppata dall’azienda giapponese e avente un peso totale di 289 kg. Il che equivale a dire che si avvantaggia di tutte le nuove soluzioni tecnologiche messe in campo dalla Suzuki negli ultimi anni.

Discorso riferito ad esempio all’asse di trasmissione disassato rispetto all’albero motore, che spostando in avanti il centro di gravità consente un miglior bilanciamento dei pesi traducendosi in una maggiore stabilità direzionale e in minori vibrazioni.

Questa soluzione consente inoltre di avere una doppia riduzione, e conseguentemente di poter montare eliche di maggior diametro che consentono di sfruttare al meglio la notevole coppia del motore. Condivisi con la gamma di base dei 250 Suzuki sono anche il sistema Lean Burn che, grazie a una centralina elettronica, può regolare al meglio la miscela aria/benzina consentendo un sensibile contenimento dei consumi, e il Suzuki Keyless Start System, ovvero l’avviamento del motore mediante  chiave elettronica di derivazione automotive, che offre anche un’efficace funzione antifurto.

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Tra le caratteristiche tecniche del nuovo motore, anche un eccezionale trattamento anticorrosione per tutte le parti esterne e interne.

 

Più specifiche del Kuro, e tutt’altro che secondarie, sono altre caratteristiche tecniche come il maggior rapporto di compressione, che consente di arrivare a 6300 g/m e che sottolinea la grinta sportiva del motore. In quest’ottica, date anche eventuali possibilità agonistiche o considerando comunque le difficoltà di condurre un’imbarcazione al limite dei 50 nodi, è stato realizzato un acceleratore a pedale che consente una migliore gestione del timone, o per dirla in termini automobilistici…del volante.

Il Kuro, almeno per il momento, viene venduto unicamente con gambo X, quindi destinato unicamente a un utilizzo monomotore, e presenta un piede completamente ridisegnato che, oltre a una nuova scatola ingranaggi, dispone di una pinna asimmetrica per favorire una miglior stabilità direzionale dell’imbarcazione. Ridisegnate inoltre le prese d’acqua per migliorare il flusso di raffreddamento.

Ai fini della manutenzione è poi apprezzabile il doppio ingresso per il lavaggio del motore, che facilita l’eliminazione di sale, sabbia e residui vari, così come il sistema di rilevamento di acqua nel carburante dotato di un allarme visivo e sonoro che avverte del problema.

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All’atto pratico, le qualità del Kuro sono facilmente riscontrabili, sia per la notevole coppia che consente accelerazioni brucianti anche con una barca leggermente “sovrappeso” sia per l’ulteriore stacco che si avverte nell’ultimo affondo di manetta guadagnando gli ultimi 3-400 giri.

La prova pratica del Kuro si è svolta grazie anche alla collaborazione di tre cantieri che hanno messo a disposizione un modello della loro produzione (Naumatech Freccia 800; Focchi 730, Tullio Abbate Sea Star RS), sul quale è stato montato lo stesso identico fuoribordo.

Prima di lasciare il timone alla stampa, le tre unità, con alla guida i rispettivi titolari dei cantieri (per inciso, tutte “manette” agonisticamente importanti), hanno dato prova delle loro prestazioni: ecco che, oltre a quelli dovuti alla rigida temperatura atmosferica, non sono mancati ben altri brividi, dato che tutte e tre le unità hanno superato i 50 nodi, con buona pace di chi, a bordo, stava abbarbicato ai tientibene.

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Detto ciò, il Kuro si è comunque rivelato docile a tutte le andature, comprese quelle più crocieristiche, mettendo in mostra una notevole prontezza di risposta, indubbiamente facilitata dal Suzuki Precision Control che, eliminando elettronicamente ogni attrito grazie al drive-by-wire, offre la massima fluidità dei comandi.  Last but not least, il prezzo:  27.250 euro IVA inclusa, compreso il pre-rigging. Ma occhio alle promozioni.