Una barca sicura e robusta, pensata per le navigazioni d’altura con equipaggio ridotto.

È il primo progetto a vela di Stem Marine, cantiere che da trent’anni
produce mezzi di soccorso, pattugliamento e anticendio.

 

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Se per una vita hai costruito mezzi di soccorso, ovvero barche veloci e robuste, in grado di prendere qualsiasi mare per fronteggiare ogni tipo di emergenza, è normale che il concetto di sicurezza rappresenti le fondamenta di ogni tuo progetto.

Nel caso di Stem Marine, cantiere che sorge a Medesano, nella provincia parmense, la sicurezza è un’ossessione che ha permeato anche il suo primo progetto di imbarcazione a vela: un 52 piedi in alluminio completamente votato alla crociera d’altura. L’architettura navale è stata affidata a un giovane architetto bretone, Nicolas Purnu, allievo e collaboratore di quel Marc Lombard che ha firmato progetti di barche entrate nella storia dello yachting, da quelle di serie di Jeanneau agli Imoca 60, dai Figarò agli Alubat in alluminio.

Ed è proprio fra i tavoli da disegno nello studio Lombard, a La Rochelle, che Purnu ha iniziato a specializzarsi nella progettazione di scafi in metallo.

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Lo Stem 52 ha sezioni di prua strette in acqua, che salgono aprendosi in una svasatura che prosegue verso poppa dando alla barca una bella fisionomia filante, un po’ compromessa dalla sovrastruttura nella versione con hard top e spray hood integrato con pannelli in plexiglass che possono, in condizioni di bel tempo, scomparire salendo all’interno del tetto. Lo spigolo che corre da prua a poppa ha la duplice funzione di rendere più spaziosi gli interni nella zona poppiera e di offrire una superficie che riduca lo scarroccio con barca sbandata.

La struttura dello scafo, anch’essa tutta in alluminio, garantisce qualità eccellenti di resistenza meccanica. Inoltre, due crash box sono state realizzate a prua e a poppa, mentre le due pale del timone sono fresate dal pieno così come la lama di deriva fissa, che si ancora allo scafo inserendosi in una scassa stagna dove viene bloccata da sei perni passanti.


Anche il piano di coperta è stato concepito per affrontare lunghe crociere all’insegna della sicurezza. Da prua, dove una robusta delfiniera funge da musone dell’ancora e da punto di mura per gennaker e code 0, si percorrono i passavanti costeggiando un’alta battagliola per raggiungere il pozzetto molto protetto da alti paramare. Il progettista ha previsto la presenza di due rollbar. Il primo sulla tuga, su cui si ancora il punto di scotta e il trasto che, grazie alla sua lunghezza di due metri e mezzo, dovrebbe essere molto efficace. A questo, nella versione hard top, si raccordano lo spray hood rigido e il tettuccio che protegge il pozzetto.

Il secondo rollbar è fissato sull’estrema poppa e alloggia la gruetta per alaggio e varo del tender. Infine, fra lo specchio di poppa, che si apre realizzando una larga spiaggetta, e le ruote del timone, sono stati collocati due monoblocchi.

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A vederli sui rendering appaiono un po’ invasivi, ma il fatto di essere multifunzione li rende certamente interessanti: infatti, sono al contempo le sedute del timoniere, alloggiano un lavello e un barbecue e, infine, rappresentano una seconda via di accesso all’ispezione dei settori della timoneria oltre a quella prevista dalle cabine di poppa. Interni classici, con cabina armatoriale a prua e due gemelle a poppa, tre bagni e un quadrato che ospita una bella cucina con pianta a “L” sulla sinistra. Varo e presentazione ufficiale sono previsti per l’edizione 2024 del salone di Genova.

Immagini: 3lignes Architettura Navale