TARTARE

Il nome Tartare deriva dall’antico popolo dei Tartari, guerrieri nomadi che abitavano per lo più nelle steppe a nord dell’odierna Mongolia già nel V secolo, che per necessità, si nutrivano di carne cruda, battuta e tagliata a pezzettini.

A quei tempi, logicamente, non era un piatto chic e quindi servito con particolari salse, ma solo un pasto adatto allo stile di vita nomade.

Questa pietanza, di carne, in seguito, arrivò in Russia, dove venne rivisitata e resa più elegante e solo nel XIX secolo arrivò in Francia dove fu chiamata, appunto Tartare, entrando nelle tradizioni culinarie francesi e poi diffusa in tutta Europa. tartare-carne-cipolla

Quella di pesce, il cui nome deriva sempre dalla versione francese, invece, proviene dalla cucina giapponese, che fin dai tempi antichi utilizzava il pesce crudo per le sue ricette (sashimi).

Entrambe le tartare vengono realizzate tagliando gli ingredienti rigorosamente con il coltello. Il pesce va abbattuto (portandolo a una temperatura di -20° in pochi minuti per almeno 24 ore) per evitare parassiti batteri che nuocciono gravemente alla salute.