L’ORTO ED IL GIARDINO IN BARCA

Ho già scritto un paio di articoli su questo argomento (Nautica N.373 e 375 di maggio e luglio ’93) e ritorno sulla materia per illustrare meglio alcuni argomenti che hanno riscosso un particolare interesse.

I CIBI FRESCHI

Anche le barche che navigano solo per qualche settimana nel Mediterraneo, avvertono la difficoltà di poter disporre, quotidianamente, di buoni cibi freschi, soprattutto vegetali. Coltivare piante e germogli a bordo può costituire una piacevole, economica e salutare soluzione di questo problema. I semi germogliati costituiscono un’ottima fonte di enzimi, oligoelementi ed aminoacidi essenziali e soprattutto di vitamine e sali minerali, sempre preziosi in barca, particolarmente quando fa caldo e si suda molto.

Una dieta povera di questi fondamentali elementi, indebolisce il nostro fisico e ci rende più vulnerabili alle malattie.

LE VITAMINE

Nel secolo scorso, gli equipaggi delle navi a vela, che percorrevano lunghe rotte oceaniche, erano spesso decimati dallo scorbuto e da altre malattie causate dalla mancanza di cibi freschi e, quindi, di vitamine. Già da allora si coltivavano, ma esclusivamente per gli alti gradi a bordo, piante e germogli nel «giardinetto» sistemato a poppa, in corrispondenza della cabina del capitano e dal quale deriva il nome «andature al giardinetto» per le andature portanti. Poi la scoperta delle vitamine e dell’alto contenuto vitaminico degli agrumi, ed in particolare dei limoni, che si conservano facilmente anche per più di un mese, ridusse enormemente questo flagello ed anche l’abitudine di coltivare i vegetali, a bordo.

Oggi questo rischio è praticamente inesistente, anche per la possibilità di assumere prodotti sintetici o derivati da materie prime naturali, ad alto contenuto vitaminico. Ma si va diffondendo la consapevolezza che i prodotti naturali, poco lavorati, sono migliori di quelli sintetici ed anche di quelli di derivazione naturale, ma che sono stati sottoposti ad elaborate manipolazioni. Vediamo quindi quali semi si possono fare germogliare e quali piante si possono coltivare, in barca.

GERMOGLI IN BARCA

Ho sentito parlare di esperimenti di coltivazione del grano, e di altri cereali, nell’acqua salata o salmastra, ma non sono mai riuscito a trovare utili notizie, in proposito; quindi, almeno per quello che ne so io, la coltivazione dei germogli richiede il consumo di un bel pò di acqua dolce. Tenete presente comunque che si può riutilizzare l’acqua già usata per bagnare i germogli, per innaffiare anche le piante. Questa acqua recuperata è infatti ottima per questo scopo anche perché si è arricchita di elementi molto utili alla crescita dei vegetali.

I SEMI PIÙ ADATTI

Praticamente è possibile utilizzare quasi tutti i tipi di semi, ma i più adatti ed i più usati sono quelli di erba medica, grano e fagioli di soia.

L’erba medica (o alfa-alfa) è una pianta delle leguminose, dai fiori violetti, con frutti a baccelli. Viene coltivata, principalmente, come foraggio per gli animali. I suoi semi, molto piccoli, sono di gran lunga i più facili da far germogliare ed i più veloci a crescere, richiedono poche cure e poca acqua e sono di sapore abbastanza gradevole.

Per imparare l’arte della coltivazione dei germogli, conviene senz’altro fare un pò di esperienza con questi semi, prima di passare a quelli meno facili.

Il grano (o frumento) probabilmente è il migliore di tutti. Di sapore dolce e gustoso, è semplice da far germogliare ed è particolarmente nutriente e ricco di sostanze preziose, non richiede troppa acqua. Il frumento, inoltre, si trova facilmente in tutti i paesi del mondo.

I fagioli di soia verde e rossa (mung e azuki) sono i più buoni da mangiare ed i più completi e nutrienti. Come tutti i legumi, sono abbastanza facili e rapidi da far germogliare, ma richiedono molta acqua, perché, almeno per i primi giorni, vanno risciacquati spesso.

ALTRI OTTIMI SEMI

Oltre a questi che ho già descritto, sono molto buoni da coltivare anche i germogli di ceci, fagioli, lenticchie, fave, crescione, senape, miglio, orzo, riso, avena, segale, mais, zucca, cocomero, melone, basilico, prezzemolo, menta, sedano, ravanello, girasole, anice, finocchio, cumino. Ma anche tanti altri semi possono essere convenientemente usati per coltivare germogli commestibili, nutrienti e gustosi.

ATTENZIONE AI GERMOGLI VELENOSI!

Non mangiate mai i germogli delle solanacee (patate, pomodori, melanzane e peperoni) perché contengono pericolosi alcaloidi tossici, che agiscono sul sistema nervoso. I più velenosi sono quelli di patata, che contiene l’alcaloide solanina e quelli di pomodoro con l’alcaloide licopersicina.

COME FAR GERMOGLIARE I SEMI

Spargete un pò di semi in un piatto e ripuliteli dai corpi estranei e dai semi rotti o attaccati dai parassiti e, quindi, lavateli accuratamente. Immergete poi i semi in acqua e lasciateli a bagno, ed al buio (in genere si proteggono dalla luce coprendoli con uno strofinaccio) per un tempo proporzionale alla loro grandezza. Per i piccoli semi di alfa-alfa sono sufficienti sei ore, per i ceci ed i fagioli ne occorrono almeno dodici.

Lavate nuovamente i semi e disponeteli in un germogliatore (vedi illustrazioni) oppure su di un tessuto a trama larga (tipo garza) tenuto teso fissandolo, con un elastico, sui bordi dell’imboccatura di un basso recipiente a collo largo, barattolo, scodella, scatola di plastica o simili, forati sul fondo per far scorrere l’acqua dei lavaggi. I germogliatori vanno quindi tenuti al riparo dalla luce (coperti da uno strofinaccio) ed i germogli vanno lavati almeno una volta al giorno (meglio due agli inizi) con un litro o due di acqua.

I legumi, ed in particolare i fagioli di soia, vanno lavati anche tre o quattro volte al dì, almeno per i primi due o tre giorni, poi sarà sufficiente, per tutti i tipi di semi, un solo lavaggio quotidiano. Come ho detto, l’acqua che si è usata per lavare i semi, è ottima per innaffiare le piante.

Dopo qualche giorno (dai tre ai sei) i germogli avranno raggiunto l’altezza di quattro o cinque centimetri e saranno pronti per essere consumati.

Prima di mangiarli conviene togliere lo strofinaccio che li copriva ed esporli alla luce, per almeno sei ore, per farli arricchire anche del verde della clorofilla.

COME SI CONSUMANO

I germogli sono ottimi crudi, conditi come una qualsiasi insalata. Per esempio con olio, maionese, mostarda od anche yogurt, formaggio, uova sode, e apportano così al nostro organismo tutto il prezioso beneficio delle vitamine che, invece, andrebbero distrutte, con la cottura. Comunque, li si può anche cucinare, meglio se a vapore o nella pentola a pressione, per renderli ancora più gustosi, ma così il loro contenuto vitaminico si riduce drasticamente.

Possono anche essere tritati insieme a cipolla, aglio e condimenti vari e poi spalmati sul pane o sul pesce, oppure miscelati con yogurt, formaggi o uova sode ed usati per condire il riso o la pasta.

COLTIVARE LE PIANTE A BORDO

Proprio come sulle navi a vela c’era sempre il «giardinetto» anche oggi le barche giramondo hanno spesso, a bordo, belle piante ornamentali od utili. Consumano acqua dolce, è vero, ma allietano talmente lo spirito che vale senz’altro la pena di averle; e poi tante piantine come, per esempio, quelle di basilico, prezzemolo e mentuccia, ci aiutano in cucina a preparare cibi più buoni e più ricchi di vitamine.

Anche ai tropici o, da noi, nella bella stagione, le piante in barca si possono coltivare solo all’interno, fuori infatti l’aria salmastra, o peggio ancora gli spruzzi di mare, uccidono inesorabilmente anche le piante più robuste.

Ovviamente si possono piantare in un vaso, con un poco di terra, anche i germogli sviluppati dai semi che abbiamo coltivato noi stessi.

Come pianta ornamentale la patata, di tutti i tipi e qualità, è molto indicata ed usata in barca. Basta sistemare un tubero dentro un barattolo con un poco di acqua dolce, per vedere crescere, anche per mesi, una cascata di graziose foglie di un tenue verde pastello, così gradito agli occhi di chi naviga a lungo ed è quindi avvolto, giorno dopo giorno, dagli splendidi azzurri del cielo e del mare. Sono meravigliosi, è vero, ma, dopo tanti giorni di navigazione, si incomincia a sentire la mancanza degli altri colori e soprattutto del verde.

LA DISINFESTAZIONE DEI SEMI

Anche i semi acquistati in paesi industrializzati, e quindi sottoposti a varie purificazioni e disinfezioni, dopo qualche mese cominciano ad essere invasi dai parassiti. Gli stessi prodotti, comprati nei paesi del terzo mondo, contengono sempre molti sgradevoli ospiti.

Nei miei precedenti articoli, avevo consigliato questo sistema: mettete un batuffolo di cotone, imbevuto di etere, dentro il contenitore con i semi contaminati e richiudetelo bene (è sempre bene conservare i cibi in contenitori stagni, meglio se di plastica ed a collo largo). Dopo qualche ora, riaprendolo, troverete un mucchio di animaletti, morti o tramortiti, sulla superficie dei semi. Toglieteli, agitate il recipiente, per far affiorare gli altri strati del loro contenuto e ripetete l’operazione, fino a quando non appariranno più quegli inquilini indesiderati.

Ovviamente una disinfestazione del genere non è mai definitiva, ma, ripetuta ogni tanto, era il meglio che ero riuscito a trovare.

Purtroppo, però, a volte non è facile acquistare l’etere. Il commercio di questo prodotto è stato infatti limitato, in molte nazioni, perché usato dai delinquenti per tramortire le loro vittime. Tenete presente comunque che spesso lo si trova in vendita anche sotto forma di bombolette spray, per facilitare l’avvio dei motori a scoppio.

IL FORNO A MICROONDE

Oggi invece ho scoperto che si va diffondendo un nuovo sistema, molto più efficace, per eliminare i parassiti dai semi e dai cibi secchi in genere. Basta passarli, per pochi minuti, dentro un forno a microonde. I semi o i cibi (che devono però essere assolutamente asciutti) non verranno alterati, mentre le bestie che li contaminano e persino le loro uova, che contengono liquidi, verranno «ben cotte» e quindi distrutte (è risaputo, infatti, che le microonde riscaldano solo i corpi umidi).

Il forno a microonde è molto adatto ad essere usato in barca, consuma poca energia, specialmente se usato al minimo della potenza (poche centinaia di watt). Non mi risulta però che ne esistano di quelli che funzionano in corrente continua a 12 o 24 volt e quindi, oltre che in porto, possono essere usati solo su barche che hanno un generatore che produca anche corrente alternata, a 220 volt, oppure fornite di un convertitore, capace di ricavarla dalle batterie.

>RETICELLE PER I VEGETALI

Ho già detto che i vegetali (frutta e verdura) si conservano a bordo dentro reticelle appese. In questo modo si mantengono freschi anche per più di un mese. Molti frutti tropicali però durano di meno. Quello dell’albero del pane, per esempio, si guasta in pochi giorni e conviene quindi cucinarlo subito, per farlo durare di più, semmai sterilizzandolo con l’uso della pentola a pressione e dei barattoli di vetro di cui ho anche trattato.

«CHEESE CLOTH»

Anche i formaggi, il prosciutto, i salumi e le carni insaccate in genere si conservano meglio se appesi all’aria, dentro la barca; è poi molto utile avvolgerli in una stoffa bianca, di cotone, a trama larga, eventualmente imbevuta di aceto. In giro per il mondo la chiamano «cheese cloth» e non è raro trovare sulle barche dei vagabondi del mare un bel prosciutto appeso e protetto da questi candidi drappi che, nelle occasioni speciali, viene amorevolmente denudato per affettarlo ed offrirlo, ai fortunati ospiti, con grande soddisfazione di tutti e l’orgoglio dei proprietari.

CARNE FRESCA

Nelle lunghe navigazioni ininterrotte od in zone deserte e primitive, si incomincia presto a desiderare un pasto a base di carne fresca. Mangiare, per lunghi periodi, cibi provenienti soprattutto dal mare, fa nascere un forte disgusto per il sapore del pesce e dei molluschi.

Mangiare una tartaruga marina è una delle poche possibilità per chi naviga a lungo, in mari lontani, per cambiare il gusto del cibo. Infatti quest’animale ha un ottimo sapore di carne, molto simile a quello della cacciagione. È sempre una gran festa quando si riesce a catturarne una, anche se poi ucciderla e macellarla non è tanto facile e gradevole.

SELVAGGINA ESOTICA

Nelle zone primitive si incontrano spesso animali sulla costa, ed anche in mare si vedono normalmente diversi tipi di uccelli. Ho già spiegato, altre volte, che oggi portarsi a bordo armi da fuoco, anche solo da caccia, crea molti problemi, difficilmente risolvibili. Alcuni giramondo, quindi, hanno in barca arco e frecce, oppure una balestra con i suoi dardi, perché di solito non è proibito averli in barca. In alcune nazioni, invece, sarebbe vietato persino avere fucili subacquei a bordo, ma, di fatto, quasi tutte le barche ce li hanno.

L’arco, la balestra ed il fucile subacqueo (specialmente quello ad elastici) possono essere usati anche per cacciare, fuori dall’acqua.

Nelle zone deserte è molto facile accostarsi agli animali, che non conoscono l’uomo, ma poi trafiggere con una freccia quelle povere bestie che ti guardano, curiose, dritto negli occhi è tutta un’altra cosa. Io non ci sono mai riuscito anche se però ho mangiato spesso, e con molto gusto, la carne di uccelli ed altri animali uccisi da miei amici, meno contraddittori di me.