Con il libro “1960 Napoli Olimpica”, il RYCC Savoia ci offre una preziosa testimonianza storica di quando la vela olimpica si è data appuntamento sui campi di regata del magico golfo ai piedi del Vesuvio. Basta scorrere la storia delle olimpiadi della vela, per rendersi conto di quanto Napoli e il suo golfo siano stati per le regate olimpiche uno scenario e un campo di regata ancora oggi irripetibili. A ricordarcelo, il piccolo splendido volume “1960 Napoli Olimpica”, voluto dal Consiglio Direttivo del Reale Yacht Club Canottieri Savoia e curato da Sergio Pepe, presidente del Collegio dei Probiviri dell’Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie UNASCI, e da Paolo Rastrelli, animatore e direttore del Centro Studi Tradizioni Nautiche, istituzione nazionale della Lega Navale Italiana con sede a Napoli. Protagoniste del libro, le immagini frutto della paziente ricerca iconografica di Letizia del Pero dell’Archivio Fotografico Riccardo Carbone, preziose testimonianze storiche che hanno guidato Sepe e Rastrelli nell’accurata e appassionata ricerca che ha portato alla redazione dei testi. In un viaggio indietro nel tempo, insieme alla vela e ai suoi più alti livelli di agonismo, scorrono la passione, la semplicità e l’eleganza con cui Napoli e i suoi storici circoli nautici hanno accolto la XVII Olimpiade.
Napoli 1960; in mare l'Amerigo Vespucci e, alle spalle, si intravede il Vesuvio.
Come ricorda il Presidente del Savoia Fabrizio Cattaneo della Volta nella presentazione che apre il libro, le immagini ci fanno ritrovare lungo le banchine dei circoli napoletani tutta la bellezza dello sport dilettantistico, «le ultime vele in cotone, alberi e barche ancora in legno, e poi i velisti scalzi, con solo una maglietta e un pantaloncino» e ci fanno apprezzare come, grazie al generoso apporto dei circoli nautici cittadini, «la XVII edizione dei Giochi è sempre portata ad esempio di organizzazione efficiente e precisa, ma anche elegante, con l’accoglienza di tanti personaggi illustri e Reali, molti dei quali, proprio in concomitanza delle gare veliche, furono invitati dai Duchi Serra di Cassano e diedero vita a quello che ancor oggi è noto come “Il ballo dei Re” e che, insieme alle regate, ha meritato di essere ricordato in questo libro.

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