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di Corrado Ricci

È la parabola, tra passato e futuro, del Destriero. A trent’anni dalla conquista del Nastro Azzurro c’è chi coltiva il progetto di recuperare lo scafo (67,70 metri di lunghezza, largo 13) custodito nei piazzali dei cantieri Lurssen (Brema) in Germania per avviarlo ad un futuro espositivo, previo restyling e configurazione interna per la narrazione multimediale dell’impresa.

A guidare l’iniziativa gli Stati Generali del Patrimonio Italiano la consulta costituita dalle più autorevoli ed importanti istituzioni e organizzazioni private e pubbliche che operano nel settore del patrimonio. Tra queste anche la Fondazione Fincantieri, braccio culturale del colosso industriale a cui si deve costruzione e allestimento del bolide ad idrogetto.

L’assemblaggio dello scafo in un capannone della Fincantieri del Muggiano.

La consulta, nel caso specifico, ha riacceso i riflettori sull’impresa attraverso la commissione interna che coltiva il culto del motorismo storico.In plancia per centrare l’obiettivo, il professor Ivan Drogo Inglese che presiede gli Stati Generali, Alberto Scuro che ne presiede la commissione motorismo storico, il generale Carlo Magrassi in rappresentanza della Fondazione Fincantieri, l’onorevole Giovanni Tombolato presidente dell’intergruppo parlamentare sul motorismo storico e lo stesso Cesare Fiorio che pilotò l’impresa. Un comune sentire: “Ricordare l’impresa del Destriero vuol dire celebrare l’ingegno dell’Italia sul mare: un valore da coltivare sul piano culturale ed economico”.

Il Destriero adagiato su un mega carrello nel piazzale del cantiere durante il varo.

Il percorso è stato appena avviato. Passa da un primo step: la verifica della disponibilità dell’armatore, il principe ismaelita Karim Aga Khan a donare la nave-mito. Qualcosa si potrà sapere a cavallo fra luglio e agosto quando, nello stabilimento Fincantieri del Muggiano nel Golfo della Spezia, dove la nave in lega leggera prese forma, si ritroveranno tutti i protagonisti dell’impresa – a cominciare dal pilota e responsabile del programma Destriero Challenge, Cesare Fiorio – per celebrare l’anniversario del primato imbattuto: 58 ore, 34 minuti e 50 secondi per attraversare l’Atlantico, da Ovest a Est, dall’Ambrose Light al faro di Bishop Rock, in Inghilterra, 3.106 miglia percorse alla velocità media di 53,09 nodi, pari a 98,323 chilometri orari, con punte di 65. Il Destriero tagliò il traguardo alle ore 5:14:40 del 9 agosto 1992 stabilendo il nuovo record (quello precedente apparteneva al catamarano inglese Hoverspeed che per attraversare l’oceano aveva impiegato 21 ore in più).

Non fu solo un grande successo sportivo, ma ancor prima un trionfo industriale. Sì, perché il primo risultato centrato dal Destriero, dopo il disegno della carena ad opera di Donald Blount e le prove in vasca, fu quello del tempo in cui venne costruito: nove mesi, dal taglio della prima lamiera nel cantiere del Muggiano, il 2 luglio 1990, al varo, il 27 marzo del 1991 nelle acque del golfo della Spezia, cuore tecnologico dell’operazione ora forse impensabile. Questione di passione e di pace sindacale, con i lavoratori all’opera anche di notte, nella condivisione del progetto con i promotori appartenenti all’élite del Paese: in prima linea c’era Karim Aga Khan, presidente dello Yacht Club Costa Smeralda; al suo fianco Gianni Agnelli, presidente della Fiat; Franco Nobili, presidente dell’Iri; Enrico Gattai, presidente del Coni.

Accadeva 500 anni esatti dopo l’impresa di Cristoforo Colombo (che ci mise 79 giorni ad attraversare l’Atlantico); 59 anni dopo il Rex, che impiegò 4 giorni, 12 ore e 53 minuti. Storie diverse ma stesso DNA salmastro, nel felice mix di avanguardia tecnologica e bisogno di sfida, quella che apre nuovi orizzonti, grazie a uomini determinati, coraggiosi e lucidamente folli. Come i membri dell’equipaggio del Destriero, consapevoli – a cominciare dal comandante Odoardo Mancini, scomparso il 6 febbraio del 2007 – dei rischi che avrebbero corso ma anche delle potenzialità della nave. Ora l’obiettivo delle telecamere dei satelliti coglie, insieme alle forme filanti del bolide marino, gli indizi dell’ossidazione dell’alluminio.

Il Destriero soffre il distacco dal mare ma il mito vive nella memoria. Destriero, che tuttora detiene il record di velocità nella traversata atlantica, fu premiato anche con il Columbus Trophy, dello Yacht Club New York, e con il Virgin Trophy, messo in palio da Richard Branson che con Virgin Atlantic aveva conquistato il record nel 1986. “Destriero – sottolinea Cesare Fiorio – ha segnato un vero spartiacque nella nautica mondiale: c’è stato un “prima” Destriero, e un “dopo” Destriero.

Il fatto che dopo ben 30 anni, nonostante i vari tentativi, il record sia ancora imbattuto rende ancora più grande l’impresa che abbiamo compiuto e che costituisce una vera “medaglia d’oro” per tutti coloro che hanno ideato, sostenuto il progetto e partecipato al suo successo. Impossibile cancellare i ricordi dei mesi trascorsi per la messa a punto o la tensione delle due notti sull’Oceano con i motori che spingevano al massimo e anche di più. Volevamo un record inattaccabile. Fino ad ora ci siamo riusciti”.

La mostra sul ventennale della conquista del Nastro Azzurro, realizzata dalla Fondazione Fincantieri.

Fervono i preparativi per il momento celebrativo, un evento-crocevia di belle energie e di propositi ambiziosi. Il progetto di recupero e musealizzazione del Destriero corre parallelo all’operazione di recupero del waterfront della città di La Spezia attualmente fruito per il traffico-container dal terminalista Lsct (Gruppo Contship) in fase di espansione a ponente.

La società ha già incominciato a liberare, a gennaio, i primi 5.000 metri quadrati; altri 1.500 saranno consegnati all’Autorità di sistema portuale il prossimo settembre (per realizzare il nuovo molo dedicato alle navi da crociera); nel settembre saranno consegnati i rimanenti 43.000 metri quadrati. Tutto tempo utile per definire il progetto-Destriero e la sua interazione con chi, all’esito di una manifestazione di interesse, ha già fatto sapere di voler essere della partita per infrastrutturare il waterfront spezzino, prossimamente oggetto di un bando di gara.

Cesare Fiorio e Corrado Antonini ai festeggiamenti del 2012.

La cabina di regia

I promotori: Karim Aga Khan, Presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, da sempre presente nel corso del progetto ha fortemente contribuito con la sua dedizione al raggiungimento del grande traguardo. Al suo fianco: Gianni Agnelli, Presidente della Fiat; Arrigo Gattai, Presidente del CONI; Franco Nobili, Presidente dell’IRI.Contributi tecnici: Donald Blount (studio della carena); Fincantieri (progettazione e realizzazione); Pininfarina (design delle sovrastrutture); General Electric (turbine a gas da oltre 50.000 HP); KaMeWa (idrogetti);
Sperry Marine (sistemi di navigazione integrata); Stet, Italcable, Telespazio e Teleo (comunicazioni).
Sponsor: Agip Petroli, Agrofina, Ciga Hotel, Fiat, Fincantieri, General Electric, KaMeWa, Meridiana, MPS, MTU, Stet, Italcable, Teseo, Telespazio. Sostenitori: Gancia, Mila Shon, Sector
Responsabile della comunicazione: Franco Listro.

I componenti dell’equipaggio.

Scheda tecnica DESTRIERO

Progetto Donald L. Blount and Associated
Design Pininfarina
Costruttore Fincantieri, Trieste
Anno del varo 1991
Lunghezza f.t. m 67,70
Baglio massimo m 13
Peso t 400
Motorizzazione 3 turbine a gas General Electric LM1600 + moduli MTU + 3 idrogetti KaMeWa 125
Materiale di costruzione alluminio
Velocità a pieno carico 40 nodi
Velocità massima 66 nodi
Autonomia 3.500 miglia

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