Simboli, oggetti magici, segni di devozione e, talvolta, persino opere d’arte, le sculture che per secoli hanno ornato  le prore delle navi raccontano il complesso rapporto tra l’uomo e il mare.
il Golden Leeuw in un dipinto di Van de Velde.
Agli occhi degli uomini, le navi sono sempre state qualcosa di più di semplici oggetti: da qui è scaturita la necessità di ornare i loro scafi con una serie di elementi simbolici. Tra questi spiccano le polene, figure che ancor oggi fanno mostra di sé sulla prua degli ultimi velieri, trasmettendoci il fascino di storie e avventure di mare. Bisogna però ricordare che nel corso del tempo non è sempre stato così: è vero che molte imbarcazioni antiche erano decorate con occhi apotropaici, con diversi simboli di buona sorte o con figure di draghi e mostri marini che servivano a terrorizzare il nemico, ma l’apparizione delle polene è relativamente recente: esse si diffusero solo nel corso del Seicento, dapprima sulle navi da guerra e poi anche sui mercantili. In quel periodo, i vascelli da guerra divennero sempre più grandi e potenti, per poter imbarcare un numero maggiore di cannoni. In quanto simboli tangibili del potere marittimo, si cominciò quindi ad appesantire i loro scafi, da prua a poppa, con elaborati ornamenti e statue lignee, oltre che con massicce polene.
La Peota dei Savoia, detta anche “Barca sublime”, conservata presso la Reggia di Venaria.

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