Con l’avvicinarsi della buona stagione si comincia a pensare di nuovo a riprendere il mare, anche solo per brevi gite, e si mettono a punto strumenti e dotazioni di bordo, si verificano i documenti; ma in genere ci si dimentica di rispolverare quelle nozioni di nautica e di comportamento che dovrebbero essere bagaglio normale di chi prende il largo ma che purtroppo spesso vengono dimenticate o sottovalutate. Nell’interesse di quella sicurezza che dovrebbe essere all’apice dei pensieri di ogni buon “comandante”, anche di un semplice gommone, vogliamo ricordare e riassumere brevemente e sinteticamente le norme per evitare gli abbordi in mare. Il primo consiglio, comunque, è di essere attenti per se stessi ma anche per gli altri, che potrebbero non esserlo a loro volta .

Non è la prima volta che ci occupiamo di questo argomento ma consentiteci di ritornarci ancora (e non sarà l’ultima volta), perché la questione riveste un’importanza enorme, oseremmo dire fondamentale nella condotta della navigazione, specialmente per quanto riguarda proprio le piccole e medie imbarcazioni dove, per forza di cose, è minore l’esperienza di chi le conduce.

Non si tratta di un richiamo, come qualcuno potrebbe obiettare, forse anche un pò piccato di sentirsi dire per l’ennesima volta cose note e apparentemente acquisite. Ciò che proponiamo questa volta è un riassunto, quasi un manuale di impiego, se così possiamo esprimerci, delle regole che, se osservate scrupolosamente e responsabilmente, servono ad allontanare quel brutto spettro dell’incidente (anche se lieve) che funesta una vacanza attesa, meritata e purtroppo sempre più breve di quanto si vorrebbe fosse.

D’altra parte prima di uscire in mare, specialmente se il rimessaggio è durato a lungo e se la barca è rimasta in acqua o comunque esposta alle intemperie, è naturale preoccupazione dell’armatore e comandante verificare che tutto sia in ordine, a cominciare con il motore, gli strumenti di bordo, le vele, le attrezzature, l’impianto elettrico, i fanali di via, la radio, le dotazioni di bordo e naturalmente la documentazione burocratica, bolli, pagamenti, assicurazioni e via dicendo.

Perché allora non mettere in scadenza anche una certa revisione della cultura nautica e della regolamentazione comportamentale? Un ripasso anche sommario di cose che si dimenticano facilmente quando non vengono applicate con continuità non può che essere salutare; e l’augurio migliore che ci possiamo fare è di riuscire in qualche maniera, anche a costo di apparire noiosi e pedanti, a rendere piacevoli e ragionevolmente spensierate le vostre navigazioni.

La maniera che ci sembra forse più opportuna per affrontare l’argomento delle regole di comportamento in mare è di arrivare a sintetizzarle, per quanto possibile, in tipi di situazioni, lasciando naturalmente all’abilità individuale il compito di applicarle nella maniera migliore nelle varie contingenze.

Uno schema di manovra, anche se non viene in pratica eseguito alla perfezione, serve a compensare quella mancanza di esperienza dovuta alla limitata attività effettiva. Anche visivamente, avere in mente un tipo di manovra certamente aiuta, perlomeno a non commettere imprudenze e ad essere sempre pronti in ogni circostanza.

Una cosa sulla quale vorremmo inoltre puntare l’attenzione è una regola non scritta ma quanto mai valida e da tenere presente. Se è vero che quando si deve manovrare, è buona regola che l’attenzione e la tempestività di chi manovra siano al massimo dell’efficienza, è altrettanto vero che quando si ha la precedenza l’attenzione deve essere ancora maggiore.

In altre parole, non è consentito rilassarsi anche se si è accertato di non dover manovrare, dormendo sui classici allori. In queste circostanze infatti, non per sfiducia nell’altro cui spetta la manovra ma, per naturale e provvida prudenza, è necessario (e vorremmo sottolineare questo aggettivo) stare con gli occhi non aperti ma spalancati. Infatti, se quando si deve manovrare si mette in azione l’organizzazione di bordo e l’attenzione è particolarmente stimolata, se non si deve agire è facile lasciarsi andare e non prevedere eventuali difficoltà.

Sembra più un fatto psicologico che marinaro, eppure è così. Pertanto, scusateci se mettiamo anche questo in conto: non tralasciate mai di pensare a ciò che eventualmente dovreste fare se la situazione evolvesse diversamente dal previsto (ed è proprio nel caso delle imbarcazioni piccole che le situazioni cinematiche evolvono talora con estrema rapidità) e state sul “chi vive” fino a quando il pericolo è sicuramente passato.

Non vogliamo né spaventare né condizionare alcuno ma il buon marinaio sta all’erta ogni volta che, soprattutto nella parte a proravia della sua nave, ce ne sia qualcun’altra, sia a dritta che a manca. Ancora una cosa e non chiamateci retrogradi: evitate di usare l’eventuale autopilota programmato o i telecomandi quando dovete manovrare per evitare gli abbordi. L’autopilota è uno strumento valido e utilissimo in altura, che consente risparmio di energie umane ma è pur sempre, come tutti gli automatismi, un cretino che esegue alla lettera gli ordini (anche se sbagliati) e quando sono inseriti li può cambiare solo l’uomo, che pertanto deve mantenerne sempre il controllo. Dopo aver riassunto le regole fondamentali, osserviamo gli schemi che abbiamo preparato; troverete delle sintesi di manovra quanto più realistiche possibile, in modo da avere sott’occhio il vero moto sia della nave vostra che dell’altra.

Ulteriore consiglio: riguardate i fanali di via e i fanali e segnali diurni speciali. Se proprio avete difficoltà a memorizzarli, tenete a portata di mano qualche tavola riassuntiva.

REGOLE PER NAVI A MOTORE

Le prime cose da sapere sono indicate con chiarezza nello schema sopra, dove si identificano i possibili settori rispetto alla rotta nei quali si deve operare. Le indicazioni, pur essendo di assoluta semplicità, non sono consigli, ma norme precise e assolute. La mancanza di rispetto di queste norme può causare incidenti di gravità irreparabile, come se sulla terra una macchina passasse con il rosso o marciasse in senso contrario in una corsia a senso unico.

Consigli di manovra quando procedete a motore

Note per la lettura dei disegni

1) Per facilità di esposizione indicheremo con noi la nostra nave e con lui l’altra.

2) I rilevamenti menzionati nel testo delle illustrazioni si intendono polari, del tipo semicircolare a dritta e a sinistra. I rilevamenti definiti col sistema orario (ore 1, ore 2 ecc.) servono in particolare per l’apprezzamento da parte di imbarcazioni sprovviste di traguardi e bussole.

Per quanto possibile eseguite sempre la manovra accostando e senza variare l’andatura di macchina, a meno che ciò si renda necessario e l’imbarcazione segua con rapidità i cambi di andatura (per esempio piccoli motoscafi, gommoni e simili).

Se dovete dare la precedenza, non passate mai di prora a lui: è molto pericoloso e scorretto.

In linea di massima accostate verso lui in modo da metterlo sulla vostra sinistra oppure, se la situazione lo richiede, accostate in fuori e mettetelo sulla vostra poppa.

Esamineremo alcuni casi tipici:

– Lui ha la precedenza perché si trova nel settore di dritta fra 0° e 112,5°

– Lui ha la precedenza perch&eacute , pur essendo sulla nostra sinistra, è nelle condizioni delle deroghe

– Situazione di controbordo: noi e lui procediamo con rotte opposte

– Se Lui è un veliero.

REGOLE PER I VELIERI

Quando una nave che procede solamente per effetto del vento – senza avere l’eventuale motore ausiliario o principale in moto e il propulsore ingranato – avvista un’altra nave su rilevamento costante mentre la distanza diminuisce, si comporta come segue:

Lui è una nave a motore – Di massima noi abbiamo la precedenza, a meno che: 1) lui abbia limitazioni di manovra o abbia in corso azioni particolari e mostri i relativi segnali o fanali; 2) lui venga raggiunto nel settore del suo fanale di coronamento; 3) lui abbia impedimento nella manovra per cause nautiche (per esempio, non possa manovrare liberamente a causa di pericoli nei pressi) o normative (per esempio precedenza per alcuni tipi di navi in certe zone)

Lui è un altro veliero – Le regole sono due (ricordando che il lato di mura è quello su cui batte il vento, ossia è il lato sopravvento della barca): – 1) Se noi e lui abbiamo mure differenti, ha la precedenza chi ha le mure a dritta – 2) Se noi e lui abbiamo le stesse mure, ha la precedenza chi stringe il vento, vale a dire chi è sottovento all’altro. Articolo di Sergio Costa