Il fai da te sulla barca, facile e alla portata di tutti. Sono molte le barche della flotta navigante che sono dotati di un ponte in teak, per le quali l’età media è abbastanza elevata. E dopo 15 anni di vita per la maggior parte degli armatori arriva il fatidico bivio: refittare, sostituire o eliminare il legno dal ponte?

In questo articolo, passo dopo passo, vi spieghiamo come trattarlo e rimetterlo a nuovo. Come lamare, rigommare, rimuovere i comenti e quali prodotti applicare. Consigli e trucchi per un facile fai-da-te nautico; come carteggiare, quali strumenti utilizzare (pistola, spatola, pennello, ecc.) e quali materie prime (primer, stucco, silicone, gelcoat. ecc.).

In alcuni casi bisogna rifare totalmente il ponte. Circa il da farsi, molto dipende dalla natura della coperta che abbiamo sotto i piedi. Le finiture in teak mediamente oggi vengono realizzate con tavole alte 8-9 millimetri, che dopo la prima rasatura – in seguito alla messa in opera – diventano alte 7-8 millimetri. Proprio perché relativamente sottili, quando avranno una decina d’anni saranno tanto consumate che difficilmente potranno essere lamate.

Diverso è il discorso per le coperte realizzate secondo il vecchio standard, quando si partiva da 12 millimetri di materiale (se non più). In questo caso, oltre alla più semplice rigommatura delle parti in cui comenti sono saltati, può prendersi in seria considerazione una vera e propria lamatura.

Rifare completamente la coperta è un’operazione lunga e costosa che prevede la rimozione del vecchio rivestimento e la posa di un nuovo rivestimento in legno. Oppure la sostituzione del legno con un materiale sintetico, o meglio un finto teak, per la quale oggi il mercato offre prodotti veramente d’avanguardia come Flexiteek, dalla manutenzione molto limitata rispetto a quelli naturali.
Abbiamo seguito i lavori presso il cantiere Natura Navigando di Roma (sulla sponda del Tevere che si affaccia su Ostia), dove si stava effettuando la rimozione della coperta in teak di una barca di 14 metri a vela.

L'articolo in versione completa su Nautica n. 660, aprile 2017.