a cura di Andrea Mancini e Luca Mauro

NAUTICONTEST è un’iniziativa free access che vuole dare spazio alle nuove idee provenienti da chi si prepara a diventare il progettista di domani valorizzando quei progetti belli ed originali che, al tempo stesso, siano anche potenzialmente realizzabili.

NAUTICONTEST è riservato a tutti gli studenti d’Italia frequentanti un corso universitario o un Master di formazione che sia caratterizzante del settore Nautico e Navale (Ingegneria Nautica, Ingegneria Navale, Architettura, Design, Disegno Industriale, etc) che possono partecipare per vedere
la propria tesi di laurea pubblicata all’interno della prestigiosa rivista!

DayOff

Progettisti Francesco Ferrari, Andrea Sala
Università/Scuola di Specializzazione Università di Genova
Corso di Laurea/Master Laurea magistrale in Design Navale e Nautico
Anno conseguimento titolo di studio 2022

Day-Off

Introduzione Vincitore MYDA 2022

Un progetto sviluppato non per una tesi di laurea ma all’interno di un laboratorio universitario che i due giovani designer Francesco Ferrari e Andrea Sala hanno portato avanti tra fine 2021 e inizio 2022. E non per questo meno completo, curato, interessante e ben fatto. Anzi.

Day-off è decisamente un bel progetto, tanto che la giuria della 18a edizione del MYDA 2022 “Millennium yacht design award”, concorso internazionale di design di imbarcazioni da diporto promosso e organizzato da CarraraFiere all’interno del Seatec, lo ha riconosciuto vincitore nella categoria esordienti, sezione “nuovi progetti”, con la seguente motivazione: “Interessante concept di una imbarcazione day sailer dal design originale ed elegante con soluzioni funzionali inedite. Il target del progetto richiama un uso conviviale senza gli eccessi della competizione sportiva.”

Niente male per un progetto sviluppato all’interno di un semplice laboratorio! Non solo: anche un progetto in cui sono stati toccati tutti gli aspetti che vanno studiati e sviluppati quando si pensa a una barca vera e non a un semplice concept. Dalla carena al design, dagli impianti all’ergonomia, dalle strutture al piano velico. Proprio come piace a noi e come richiesto dagli standard valutativi del Nauticontest.

Day-Off

Un nuovo modo di vedere un day sailer

“Un day sailer per il boat sharing giornaliero per avvicinare i giovani alla nautica”, questo l’ambizioso sottotitolo che i due giovani designer hanno dato al loro progetto day-off, un 36 piedi pensato e ottimizzato proprio per il noleggio per brevi periodi di tempo, anche ore.

Day-Off

“L’idea – spiegano Andrea e Francesco – nasce da un’attenta analisi del mercato da cui è emerso l’esiguo numero di nuove patenti nautiche rilasciate e da uno studio dello scenario e delle sfide da fronteggiare, come il progressivo invecchiamento della popolazione diportistica, la nuova mentalità degli utenti sempre più orientata agli obiettivi esperienziali più che alla mera proprietà di un natante, il progressivo venir meno delle lunghe crociere a favore di brevi uscite in mare giornaliere, la grande diffusione della sharing economy in tutti i campi della mobilità e la crescente domanda di imbarcazioni ‘smart’ e semplici da condurre: da tutte queste considerazioni è nata Day-Off”.

Ovviamente, la caratteristica principale di una barca “condivisa” deve necessariamente essere la semplicità di utilizzo e di gestione, nonché la sicurezza. Soprattutto se parliamo di una barca a vela, per la quale servono un minimo di abilità e conoscenze nautiche dello skipper e dove è essenziale un certo grado di coinvolgimento di un equipaggio che può essere composto da neofiti. Ecco, quindi, la scelta di un piano velico performante ma, allo stesso tempo, non troppo impegnativo, e l’installazione di un jet thruster di prua per agevolare l’ormeggio in porto. Il tutto per offrire un’imbarcazione sicura, facile, ma comunque divertente.

Sempre nell’ottica di avere a bordo anche velisti inesperti abituati alle comodità casalinghe, ecco che Andrea e Francesco, pur rimanendo su un day sailer dove non sono previsti interni, hanno disegnato un bagno vero in coperta che, però, scompare.

Allo stesso tempo, proprio per preservare lo spazio per gli ospiti neofiti, tutte le manovre sono rimandate in corrispondenza della timoneria, con il risultato di ottenere una superficie del pozzetto di 18 mq, ovvero due volte più grande rispetto alla media dei day sailer di pari lunghezza.

Dalla sezione longitudinale si può vedere l’ampio volume sotto il copertino di prua, parzialmente utilizzato come cala vele.
Forse si poteva prevedere anche una cuccetta di emergenza. D’altronde siamo pur sempre su un 34 piedi.

Insomma una barca da vivere tutti insieme, in navigazione a vela o a motore (ovviamente elettrico), spinti da un saildrive con elica a pale orientabili che funziona da generatore per ricaricare le batterie durante la navigazione a vela. Oppure in rada, mentre ci si prepara uno spuntino nella zona cucina, che è esterna, dotata di due fuochi, lavello e frigorifero. Oppure si fa un bagno sfruttando l’ampia spiaggetta poppiera ribaltabile. La stessa spiaggetta, inoltre, grazie alla larghezza utile di 1,30 m e il piano in linea con il pozzetto, rende facile l’accesso anche agli utenti diversamente abili che possono muoversi all’interno del pozzetto senza incontrare barriere architettoniche di sorta.

Per Day-Off, sotto la ruota del timone, è stata prevista una pedana mobile a meccanismo manuale per recuperare
l’angolo di sbandamento della barca e rendere più agevole la postazione del timoniere. Comodo, ma anche semplice ed economico.

Il progetto

Come per ogni imbarcazione che vuole navigare, non basta il design, per quanto possa essere piacevole e attraente. È necessaria una carena adeguata e, visto che siamo su una barca a vela, un piano velico equilibrato tra semplicità d’uso e performance previste.

La spiaggetta ribaltabile è solidale allo scafo con due cerniere ed è regolabile con due semplici tiranti, uno per lato.

Nel caso di Day-Off, inoltre, il possibile utilizzo da parte di un’utenza finale eterogenea per esperienza e abilità nella conduzione di imbarcazioni a vela di questa dimensione, ha portato a un insieme carena-appendici-piano velico disegnato per rendere l’imbarcazione performante e divertente senza risultare però eccessivamente impegnativa. Ecco, dunque, una serie di scelte in questo senso, come una randa avvolgibile nel boma e un fiocco autovirante con il proprio rollafiocco, tutto al fine di semplificare e velocizzare la gestione delle vele e l’eventuale riduzione della tela in caso di forte vento; così come una superficie velica non eccessiva in modo tale da contenere la velocità di crociera in 6-7 nodi. E non stiamo parlando di semplici numeri messi lì a caso ma di dati che sono la sintesi di un percorso progettuale conclusosi con la verifica finale delle prestazioni con il VPP (Velocity Prediction Program).

Sempre rimanendo ancorati a numeri veri e verificabili, sulla base della normativa CE e dei regolamenti ISO sono stati calcolati i carichi e le pressioni con le quali sono state dimensionate le strutture e i pannelli dello scafo in vetroresina, costruito in infusione sottovuoto. La coperta, invece, è realizzata in sandwich con rivestimento sintetico Permateek. Allo stesso modo sono stati dimensionati l’albero in alluminio, passante e appoggiato sulla chiglia, e tutto il sartiame.

Se l’obiettivo è quello di avvicinare alla vela il neofita, non sarebbe male rendere più accessibile la zona dei winch di manovra per dare la possibilità di lavorare anche a due persone contemporaneamente.

Anche gli impianti, per quanto relativamente semplici, vista la tipologia di imbarcazione e le sue dimensioni, sono stati studiati e progettati per essere semplici, facilmente ispezionabili e sostituiti in caso di guasto. Proprio per questo, pompe, batterie e inverter, serbatoi eccetera sono stati tutti posizionati in corrispondenza delle aperture dei gavoni. Questi ultimi, infatti, sono stati progettati con una struttura a doppio fondo che consente di accedere rapidamente e agilmente alla sentina senza la necessità di smontare l’allestimento di bordo.

Tutto questo è stato sviluppato, come accennato, in un laboratorio, per la precisione nel laboratorio annuale di Design I, uno degli atelier di progettazione del primo anno del Corso di Laurea Magistrale in Design Navale e Nautico di La Spezia. Proprio nel laboratorio, a partire da un brief di progetto fornito dalla docenza, è stato sviluppato il progetto, approfondendone in modo sinergico i diversi aspetti e fasi, dal processo ideativo preliminare e di posizionamento del progetto rispetto al mercato fino allo studio impiantistico, strutturale e dell’aero-idrodinamica dell’imbarcazione.

L’area tecnica di sinistra prevede una zona cucina a scomparsa, i winch di manovra e la postazione del timoniere.

Design e funzionalità

“Day-Off è stato disegnato in modo da enfatizzare il più possibile gli ambienti esterni, rendere riconoscibile l’imbarcazione ad un primo sguardo e suddividere il ponte di coperta in ‘zone’ per migliorare l’esperienza di bordo e la gestione della barca.” Così Andrea e Francesco sintetizzano le motivazioni alla base delle loro scelte stilistiche e funzionali.

Ecco dunque gli elementi che caratterizzano questi obiettivi progettuali: il blu zaffiro dello scafo, la prua rovescia, il grande divano a “U” a centro barca dove gli ospiti possono godersi la loro crociera. Oppure il grande rollbar a poppa che, oltre a rendere riconoscibile la barca anche da lontano, è un elemento funzionale molto utile, sia per evitare di avere il rimando del punto di scotta della randa in pozzetto sia per alloggiare un tendalino avvolgibile estraibile. Anche per il pozzetto, la sua ampiezza e la scelta di posizionarlo tutto su un unico livello lo rendno molto bello e funzionale, anche per utenti disabili che possono muoversi in autonomia sulla loro sedia a rotelle.

Il bagno a scomparsa (in posizione di utilizzo) previsto nell’area tecnica di dritta.

Come accennato, il piano di coperta è interamente libero, mentre tutta l’attrezzatura utile per la gestione della barca, i rimandi delle manovre delle vele e le due ruote dei timoni sono collocate a poppa, ben separate dai divani di centro barca. Ma, allo stesso tempo, è possibile sollevare dal pagliolo un tavolo da pranzo, trasformando la zona prendisole in zona pranzo.

Oppure è possibile sollevare i moduli cucina e bagno trasformando l’area tecnica di gestione della barca in area servizi. In questo modo la barca è facilmente adattabile alle esigenze di un’utenza potenzialmente eterogenea per età, gusti e interessi.
Sempre dal punto di vista della funzionalità, grande attenzione è stata posta agli aspetti ergonomici, quindi all’interazione dell’uomo con gli oggetti, in modo da rendere l’esperienza di vita a bordo piacevole, confortevole e sicura.

In particolare, è stato studiato il meccanismo di apertura e ribaltamento della spiaggetta di poppa con la sua scaletta di balneazione, così come un design ergonomico per l’area destinata alla conduzione della barca, tutta concentrata a poppa. Qui, per il timoniere, la ruota del timone è stata dimensionata in funzione della seduta ed è stata prevista una pedana inclinabile per la navigazione a barca sbandata, mentre tutte le manovre sono state dislocate subito a proravia.

Per quanto semplice, le strutture di Day- Off sono state studiate e sviluppate con cura.

Luci e (qualche) ombra

Rispetto ai day sailer attualmente sul mercato in cui, per la maggioranza dei casi, gli ambienti di bagno e cucina sono del tutto assenti o sono ricavati con soluzioni scomode nascoste sotto alle sedute, Day-Off offre la comodità di un vero bagno privato con il proprio lavandino e di una cucina accessoriata senza la necessità di sfruttare spazi sottocoperta o di una tuga. Verissimo, tuttavia… senza nulla togliere al bel lavoro fatto da Andrea e Francesco, è opportuno valutare alcuni aspetti proprio al fine di migliorare e valorizzare ulteriormente il progetto.

Partiamo dal bagno. Questo è ricavato in coperta con due “cassoni” telescopici: la porzione inferiore è solidale alla coperta e allo scafo, quella superiore scorre di 80 cm su 4 guide verticali con l’aiuto di 4 pistoni a gas. Quando il bagno è aperto, la struttura risulta sollevata fino a un’altezza di 1,45 m dal pagliolo mentre all’interno l’altezza è di 1,61m; quando invece è chiuso, esso risulta complanare alla zona di manovra dove si trovano i winch.

Una serie di accortezze rendono il sistema sicuro da aperure o chiusure dei cassoni non volute, mentre l’entrata è possibile grazie a una ingegnosa porta “componibile”: con un sistema di magneti, è possibile agire su una delle due semi-porte ognuna incernierata al lato lungo di ogni cassone in modo da agire su una porta soltanto per aprire/chiudere di conseguenza anche l’altra. Questo è il bagno. Soluzione interessante, ma come impatta sulla funzionalità della barca, soprattutto in navigazione? I winch rimangono fruibili oppure è possibile utilizzare il bagno solo con la barca ferma? Sarebbe un peccato! E poi, un ulteriore piccolo sforzo per aumentare almeno fino ad 1.70 m l’altezza interna non sarebbe male.

Passando alla zona tecnica e di governo, lascia qualche perplessità la comodità e la funzionalità dei winch di manovra il cui utilizzo appare un po’ sacrificato. Insomma, proprio nell’ottica di favorire la partecipazione alla conduzione della barca anche da parte di neofiti della vela, non sarebbe male rendere più accessibili i winch, magari lasciando qualche centimetro in più intorno, così da rendere ancora più “easy” la gestione della barca e favorire una “condivisione” delle manovre tra chi sa e il neofita.

Ancora. Quella di non prevedere ambienti interni e concentrare la vita a bordo esclusivamente in coperta, all’esterno, è una scelta logica e in linea con la tipologia day sailer della barca. Però, siamo pur sempre su una barca di quasi 12 metri fuori tutto! E, su queste dimensioni, crediamo sia utile e logico prevedere una cabina/cuccetta che possa essere utilizzata in emergenza, oppure dallo skipper che, tra un imbarco e l’altro, rimane a bordo la notte. Senza per questo snaturare la vocazione “giornaliera” dell’imbarcazione.

Infine, qualche altro piccolo particolare. Manca un paramare in coperta, a protezione dell’apertura del pozzetto per evitare che ogni schizzo d’acqua sollevato in navigazione dalla prua vada a bagnare chi si trova sui divani in pozzetto. Può sembrare un dettaglio trascurabile, magari da aggiungere in fase di costruzione, ma non è così. Su una bella barca come Day-Off, con una linea pulita e minimalista, il paramare deve essere qualcosa integrato con il design complessivo e non può essere qualcosa di posticcio aggiunto a barca finita. Poi, lodevole la possibilità di rendere accessibile la barca ai disabili, ma manca del tutto una configurazione degli elementi di sicurezza necessari per la navigazione (agganci sedie a rotelle, maniglie eccetera).

Il roll-bar, oltre a caratterizzare il design dell’imbarcazione, svolge la duplice funzione di punto di scotta della randa e alloggia un tendalino avvolgibile (nell’immagine, in posizione estratto).

Conclusione

Day-Off è decisamente una bella barca con soluzioni distributive e stilistiche innovative, l’abbiamo già detto. Come abbiamo anche accennato ad alcuni aspetti del progetto che, a nostro avviso, possono essere migliorati. Ma di una cosa non abbiamo parlato. La sua percentuale di realizzabilità. Per il progetto di questo day sailer, i due giovani designer si sono orientati su soluzioni tecniche e ingegneristiche già utilizzate e ampiamente sperimentate in campo nautico o in altri settori produttivi.

Quindi soluzioni esistenti e, allo stesso tempo, semplici che hanno anche il non trascurabile pregio di essere economiche, visto che non sono previste movimentazioni idrauliche e/o elettriche. Ciò conferisce al progetto un’alta percentuale di realizzabilità, sia costruttiva sia economica. Infatti, anche per le soluzioni progettate ad hoc, come ad esempio il modulo del bagno con tutte le sue componenti, sarà ovviamente necessaria una successiva fase di ingegnerizzazione che, però, sarà molto semplice poiché basterà testare l’efficacia dei meccanismi studiati su dei prototipi realizzati con materiali facilmente reperibili e a basso costo.

Insomma, non solo una bella barca, ma anche un progetto studiato a fondo, sviluppato anche nei dettagli per una esperienza pienamente realizzabile.

Francesco Ferrari e Andrea Sala

Francesco Ferrari e Andrea Sala

Francesco Ferrari e Andrea Sala si conoscono a La Spezia durante il Corso di Laurea Magistrale in Design Navale e Nautico. Nonostante i due percorsi di Laurea Triennale differenti – ingegneria navale il primo, design industriale il secondo – capiscono fin da subito di essere accomunati dalla passione per un design pulito ed efficace che li porta a collaborare dal primo disegno per il day sailer Day-Off, fino al più recente progetto di tesi riguardante lo sviluppo di un motoryacht di 55 metri sotto il limite delle 500GT.

Oggi entrambi hanno iniziato un percorso professionale nel settore: Andrea si sta specializzando nell’interior design e lavora a Milano presso lo studio Hot Lab, mentre Francesco, seguendo invece un percorso più legato all’exterior design, lavora a La Spezia nello studio di Fulvio De Simoni.