L’ammiraglio Marzano riconfermato alla presidenza della Lega Navale Italiana

 

di Corrado Ricci

Lo slancio organizzativo è lo stesso col quale fu alla guida della Squadra Navale della Marina Militare: azioni tese a motivare ogni sottoposto, dai comandanti delle navi ai marinai, per dare il meglio. La convinzione che lo ispira è quella dell’efficacia che hanno le esperienze sul mare per la crescita dei ragazzi. L’ammiraglio Donato Marzano, 67 anni – di cui 44 trascorsi indossando la divisa della Marina Militare fino a raggiungere i livelli apicali della Forza Armata – fa il bis al timone della Lega Navale Italiana.

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto e il Capo di Stato Maggiore della Marina Enrico Credendino lo hanno confermato, per altri tre anni, alla presidenza della storica istituzione nata nel 1897 alla Spezia su impulso di Jack La Bolina, pseudonimo del giornalista e scrittore Augusto Vittorio Vecchi, per  “creare  – diceva l’intellettuale salmastro – una corrente spirituale nel pubblico italiano richiamando attenzione e suscitando l’amore per le cose navali e la grande, multiforme attività che sul mare si svolge”.

Tanta acqua è passata sotto le carene delle barche in cui hanno trovato imbarco i soci. Questi ora sono oltre 55.000, distribuiti su 255 strutture periferiche tra Sezioni e Delegazioni su tutto il territorio italiano e quattro Centri Nautici Nazionali per l’avviamento dei più giovani agli sport nautici (a Taranto-Mar Grande, Ferrara-Lago delle Nazioni, Sabaudia-Lago di Paola, Belluno-Lago di Santacroce).

Lega Navale

Così l’assetto di quello che giuridicamente è un ente pubblico non economico a carattere associativo, senza scopo di lucro, vigilato dal Ministero della Difesa e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La sfida che Marzano deve affrontare, o meglio proseguire, è quella del rilancio dopo la crisi della partecipazione e una gestione autoreferenziale. “Negli ultimi tre anni i soci della LNI sono cresciuti di quasi 10.000 unità”, dice con un pizzico di orgoglio, puntualizzando: “La forza non è quella delle tessere ma dei propositi, dei progetti”.

Quali?

“Nel prossimo triennio continuerò ad incentrare l’azione sul rafforzamento della coesione interna all’associazione e su una azione esterna ancora più incisiva verso le istituzioni nazionali e locali, la scuola e l’università, il cluster marittimo, le federazioni sportive, la cittadinanza, l’associazionismo, le imprese e i media nell’ambito delle aree della nostra missione istituzionale. Mi riferisco alla cultura del mare, alla diffusione dei valori marinareschi, allo sport per tutti, alla formazione marittima e al diporto, all’inclusione sociale e alla protezione dell’ambiente marino e delle acque interne”.

Attenzioni particolari?

“Alle attività di inclusione dei più fragili, con particolare riguardo alla promozione della nautica solidale. Ci sono ancora da abbattere tante barriere fisiche e sociali; vogliamo adoperarci nella promozione dei valori della legalità e dell’integrazione in contesti sociali difficili. Vogliamo lavorare nelle periferie, intese non solo come contesti urbani degradati ma ambiti nei quali i ragazzi rischiano di essere risucchiati in brutte derive: il rapporto col mare crea anticorpi, crea cittadini e anche percorsi verso il lavoro”.

Cioè?

“Abbiamo concorso ad avviare un’operazione pilota che mira a cogliere le opportunità che arrivano dal bisogno di professionalità per il diporto nautico traguardando, questo il valore, una risposta pubblica”.

Che operazione?

“L’intesa con l’istituto di Istruzione superiore Capellini – Sauro della Spezia per la nascita della prima scuola pubblica di formazione dedicata alle professioni per il diporto. L’ha firmata la sezione della Lega Navale di Lerici insieme all’Istituto comprensivo della cittadina ligure e la Fondazione ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy, con la partecipazione del Comune di Lerici”.

Lega Navale

Programmi didattici?

“Ancora da definire nell’interazione col Ministero dell’Istruzione, ma la configurazione è chiara, connessa alla domanda. Cantieri, flottiglie charter e armatori lamentano da tempo una cronica mancanza di personale.  La “scuola per il diporto”, grazie alla collaborazione tra i diversi enti firmatari, permetterà, agli studenti, di acquisire competenze in un settore trainante per l’economia del nostro territorio, sempre alla ricerca di nuove risorse e allo stesso tempo potrà rappresentare una risorsa efficace nella lotta all’allontanamento dei giovani dalla scuola. La Lega Navale è pronta a fare la sua parte in questo progetto pilota, consolidando le sinergie con la scuola, le Capitanerie e la Marina Militare, formalizzate dal 2017”.

L’anno dell’istituzionalizzazione della Giornata del mare, l’11 aprile di ogni anno. Cosa accadrà nel 2024?

“Organizzeremo con le nostre Sezioni e Delegazioni delle iniziative rivolte, in particolare, ai giovani sull’importanza di proteggere e valorizzare la “risorsa mare”. L’istituzione di una giornata nazionale del mare conferma l’attualità, dopo 126 anni, della missione istituzionale della Lega Navale Italiana, ossia sviluppare una coscienza marittima nella popolazione. Bisogna partire dai giovani ed è nostro intento lavorare a dei programmi di educazione civica declinata al mare nelle scuole”.

Intanto anche sulle basi a mare si allunga la Spada di Damocle della Bolkestein. Che fare?

“Lavoriamo per risolvere alcune problematiche che potrebbero pregiudicare l’esistenza stessa della LNI. Tra queste vi è l’applicazione della cosiddetta “Direttiva Bolkestein” alle concessioni demaniali, dalla quale dovremmo essere esclusi dal momento che la Lega Navale Italiana svolge attività sociali senza finalità di lucro e non può di certo competere con soggetti privati che svolgono invece un’attività di natura commerciale. L’alternativa sarebbe la chiusura della nostra associazione”.

Altri obiettivi?

“Rinsaldare lo spirito di appartenenza alla Lega Navale. Vogliamo consolidare i nostri valori, ben illustrati nella Carta dei valori della LNI dal disegnatore, marinaio e socio Davide Besana, ma anche lo spirito di servizio che deve animare ogni socio verso l’esterno, con prioritaria attenzione ai giovani, ai più fragili e al rispetto dell’ambiente. Anche con la Carta di valori, ma non solo, la nostra comunicazione vuole farsi sempre più efficace e raggiungere un pubblico ancora più ampio per avvicinarlo alla nostra associazione”.