Ancora un successo per la Rotta del Corallo, traversata a vela sul tema “L’oltremare genovese, terre e comunità identitarie”, che ha concluso la sua seconda edizione. Organizzata dalla Compagnia Genovese d’Oltremare, la manifestazione ha suggellato la vicenda unica del popolo tabarchino, come esempio di amicizia, sostenibilità e saldi legami fra comunità mediterranee accomunate da quasi cinque secoli di storia comune.

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È quella di un gruppo di pescatori partiti nel XVI secolo da Pegli per pescare il corallo nelle acque tunisine di Tabarka e che poi, due secoli e varie peripezie dopo, hanno fondato Carloforte e Calasetta, nel Sud-Ovest della Sardegna, e Nueva Tabarca, nell’isola vicino ad Alicante.

La Rotta del Corallo è partita il 2 luglio scorso dallo storico Club Vela di Pegli, come evento collegato al “Gran Finale” della 50a edizione della Ocean Race, mentre i panfili hanno preso il largo scortati dai rematori del “Galeone” di Genova, vincitore a giugno del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare. Sono poi giunti a Tabarka, dove sono stati ricevuti dall’ambasciatore d’Italia in Tunisia, Fabrizio Saggio, e da Monique Longerstay, presidente dell’associazione Le Pays Vert, a capo della proposta di candidatura Unesco dell’epopea tabarchina.

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Gli equipaggi sono poi ripartiti alla volta di Calasetta e Carloforte, dove la traversata si è conclusa il 12 luglio. L’organizzatore, Enrico Ottonello Lomellini, ha consegnato un ulivo alle comunità tabarchine della Rotta del Corallo, donato da Pegli come “albero della fratellanza”, ricevendo in cambio ulteriori alberi, che verranno trapiantati a Pegli nel neonato “giardino della fratellanza”, inaugurato ai primi di luglio con un restyling di piazzetta Tabarca.