LA SERIE DI TROUB

Ci è capitato qualche volta di sentirci rivolgere la domanda su che cosa sia la cosiddetta “serie di Troub”, citata spesso dagli insegnanti che propinano a dosi d’urto la scienza nautica a chi vuol conseguire una patente.

Da queste pagine ci siamo occupati più di una volta dei vari metodi per fare con una certa facilità il punto-nave e uno di questi, qualcuno forse lo ricorderà, consiste nel misurare il rilevamento polare di un oggetto della costa e attenderne il raddoppio, nel qual caso il percorso fatto fra l’istante del primo e quello del secondo rilevamento (calcolabile in base alla propria velocità) è pari alla distanza della nave dall’oggetto nell’istante del secondo rilevamento.

Il più classico e conosciuto caso è senza dubbio il “quarantacinque e traverso” ossia primo rilevamento 45° e secondo 90°. Esiste poi la possibilità di non attendere il raddoppio ma utilizzare la variazione di rilevamento secondo una semplice tavola che dà in funzione del primo e del secondo rilevamento un coefficiente con cui moltiplicare il percorso per avere la distanza all’istante del secondo rilevamento.

La serie di Troub è un caso particolare di sequenza di rilevamenti polari (precisamente 22°, 26,5°, 34°, 45°, 63° e 90°, indifferentemente sulla dritta o sulla sinistra), tale per cui i percorsi effettuati fra i successivi rilevamenti sono pari a multipli della metà della distanza della rotta al passaggio al traverso.

Sicuramente se ci aiutiamo con una figura quanto detto è più evidente (fig.1).

Serie di Troub

La serie trova applicazione non tanto nella determinazione del punto-nave quanto nel controllo dello scarroccio (o della deriva). Osserviamo infatti la figura, nella quale abbiamo tracciato tre rotte: una è quella che si intende percorrere (Rv) e le altre due sono affette rispettivamente da deriva in avvicinamento alla costa (Rv’) e in allontanamento da essa (Rv”).

Il navigante comincia a prendere il primo rilevamento polare della serie, ossia 22° (nel caso in figura sulla dritta). Come si sa il rilevamento polare è per definizione l’angolo che la direzione di vista dell’oggetto rilevato fa con l’asse longitudinale della nave. Se non esiste deriva possiamo dire che il rilevamento polare coincide con quello (che continuiamo a chiamare polare) rispetto alla rotta, dal momento che prora e rotta coincidono.

In tal caso il secondo rilevamento della serie (26,5°) sarà misurato quando la nave ha percorso 0,5 D e così il terzo sarà misurato quando la nave ha percorso ancora un altro 0,5 D e così via. La nave pertanto sta seguendo la rotta voluta Rv, se i tempi necessari per percorrere i vari tratti si accordano con la velocità della nave. Supponiamo ora che la nave stia derivando verso la costa (rotta, non nota, Rv’).

Si nota facilmente come i percorsi per arrivare sul secondo e poi terzo rilevamento (e così via) siano differenti tra loro, essendo i primi più lunghi e via via decrescenti. La conclusione in questo caso è che la nave sta derivando verso la costa, vale a dire esiste differenza fra prora e rotta e questa tende a portare verso terra. Il contrario avviene se la nave si sta invece allontanando dalla costa (rotta, non nota, Rv”), come si vede bene nella figura.

Si può obiettare che in pratica l’effetto di deriva deve essere abbastanza sensibile per poterlo rilevare, tanto più che la misura di angoli la cui variazione è lenta spesso conduce a false misure. D’altra parte possiamo a nostra volta obiettare che se la deriva è piccola non è pericolosa come quando è invece grande (e quindi apprezzabile più facilmente).

Un ulteriore problema, già evidenziato a suo tempo parlando di punto-nave con il raddoppio dei rilevamenti polari, è rappresentato dalla strumentazione necessaria per misurare i rilevamenti stessi, ossia dai grafometri, virtualmente inesistenti sulle imbarcazioni da diporto, per cui è generalmente necessario far uso di un rilevamento preso con la bussola da rilevamento, e quindi magnetico, da correggere in vero e infine da trasformare in polare togliendo il valore della rotta.

Serie di TroubPer esempio (fig.2), percorrendo Rv = 205° si vuol fare un controllo di deriva. Il primo rilevamento polare da prendere sia proprio quello di 22°. Quanto si deve leggere sulla bussola da rilevamento, se la declinazione magnetica locale aggiornata è d = +2°?

Sappiamo che:

Rlv = Rv + Rlp

e in questo caso, essendo chiaramente l’oggetto rilevato sulla sinistra della rotta, il Rlp è negativo, per cui è Rlv = Rv – Rlp. Si ricava quindi Rlp = Rv – Rlv, ossia

Rlv = Rv – Rlp = 205° – 22° = 183°.

Convertendo in Rlm:

Rlm = Rlv – d = 183° – 2° = 181°.

Il secondo rilevamento della serie si avrà quando il rilevamento magnetico alla bussoletta sarà 176,5°, il terzo con 169° e così via.Come si può comprendere, difficoltà pratiche e calcoletti vari da fare, nonché la presenza a bordo di apparati più sofisticati, hanno fatto sì che il metodo sia praticamente caduto in disuso rimanendo più che altro un ricordo e ciò giustifica la curiosità che speriamo di avere in qualche modo soddisfatto.