Nell’impianto idraulico c’è una serie di componenti che possiamo considerare complementari ma che, in realtà, sono pressoché imprescindibili: il boiler per l’acqua calda, il serbatoio di espansione più altri accessori come l’impianto di filtraggio dell’acqua dolce o l’attacco a banchina diretto.

L’ACQUA CALDA

Il riscaldamento dell’acqua sanitaria avviene tramite uno scaldacqua che, proprio come nelle abitazioni, può essere di tipo elettrico o termoelettrico. Nel primo caso abbiamo una semplice resistenza che si riscalda con la corrente elettrica (normalmente 230 V e potenza tra 700 e 1500 Watt); nel secondo, abbiamo anche una serpentina o una seconda camera esterna attraverso le quali passa il liquido di raffreddamento del motore (che normalmente ha una temperatura di 75/80°C), che riscalda l’acqua dolce sanitaria quando le macchine sono in moto.

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Con tale sistema abbiamo l’acqua dolce riscaldata anche quando a bordo non c’è la corrente a 230 V. In questa ultima ipotesi è necessario avere valvole che chiudano a monte il circuito in uscita ed entrata dal motore e tubazioni flessibili di alta qualità che resistano a temperature almeno fino a 120/130°C. Poiché attraversate dal liquido di raffreddamento motore, tali condutture devono sempre essere tenute sotto controllo per evitare che creino problemi in caso di perdite. Ovviamente, i collegamenti vanno realizzati seguendo le indicazioni del costruttore del motore.

I boiler da montare su di una imbarcazione possono essere sia di tipo terrestre (molto più economici ma costruiti con materiali non inossidabili) sia di tipo marino (tutti in acciaio inox e plastiche) e possono avere caratteristiche molto differenti per quanto riguarda la capacità, le forme, le posizioni di montaggio, gli assorbimenti elettrici.

Ovviamente si vorrebbe la massima disponibilità di acqua calda nel minor tempo possibile senza tuttavia esagerare con il peso e con gli assorbimenti elettrici. Per questo motivo è innanzi tutto opportuno valutare quante persone ne necessitino in un arco temporale medio che in estate è di 20/30 minuti, cioè il tempo necessario a riscaldare nuovamente l’acqua di un boiler di 30 litri, sufficienti per una doccia breve di 3 persone.

I boiler hanno una durata operativa abbastanza lunga, potendo arrivare tranquillamente anche a 10/15 anni; tuttavia, ogni 5/6 anni, devono essere puliti all’interno da depositi di calcare e controllati. Pertanto va smontata la resistenza (che, dato il basso costo, è sempre meglio sostituire), ripristinato l’anodo interno anticorrosione, sostituito il termostato e le relative guarnizioni e, infine, eliminate le pietre di calcare che, formatesi all’interno, diminuiscono l’efficienza e creano ostruzioni nei circuiti.

Particolare attenzione va dedicata ai boiler termoelettrici poiché, in caso di rottura della serpentina interna, lo scambio di liquido motore con l’acqua sanitaria provocherebbe seri problemi sia per il motore sia per l’acqua dolce sanitaria, che verrebbe contaminata da additivi velenosi. Di questi boiler, che devono essere preferibilmente costruiti in acciaio inox Aisi 316, è importante verificare anche la tenuta dello staffaggio – cioè del sistema di montaggio – poiché, a causa dei continui movimenti e impatti della navigazione, può cedere e, dato peso ingente, causare seri danni.

Nell’utilizzo, infine, va sempre controllata la temperatura di uscita dell’acqua calda, che può essere regolata agendo sul termostato dello stesso scaldabagno. Ovviamente, una temperatura molto alta ci permette di avere più acqua calda (temperata attraverso la miscelazione con l’acqua fredda dei serbatoi) ma con maggiori possibilità di scottarsi e maggiori sollecitazioni su tubazioni e raccordi.

Si può ovviare a tale problematica installando una valvola regolatrice termostatica immediatamente all’uscita del boiler, la quale alimenti direttamente il circuito acqua calda di bordo in modo da ottenere lo stesso effetto di un boiler di capacità maggiore (ma regolato a temperatura minore) più ingombrante e pesante.

IL SERBATOIO DI ESPANSIONE

Il serbatoio o vaso di espansione è un contenitore in acciaio con una membrana di gomma all’interno che viene gonfiata alla stessa pressione dell’impianto dell’acqua sanitaria. È molto utile per evitare un continuo attacco e stacco del pressostato dell’autoclave e ci garantisce un flusso d’acqua più regolare. Di solito, nei piccoli circuiti con tubi flessibili non viene montato.

È opportuno verificarne ogni 2/3 anni la pressione con un semplice manometro per auto oppure spingendo la valvola con un piccolo cacciavite: se esce acqua invece che aria significa che la membrana interna è bucata e va sostituita.

L’IMPIANTO FILTRAGGIO

Montare un filtro – o meglio un sistema di filtraggio – è molto utile, soprattutto sul carico del serbatoio. In questo caso si utilizza un filtro posto sul terminale della manichetta di riempimento (esistono anche sistemi di filtraggio portatili anticalcare) per far sì che riempiendo il serbatoio non si immettano particelle estranee. Si può installare un filtro a cartuccia sostituibile o a microrete, o ancor meglio un sistema combinato, prima dell’autoclave ossia sull’aspirazione della stessa.

Per far ciò è sufficiente acquistare presso un buon negozio di idraulica un qualsiasi filtro di tipo terrestre a cartuccia, scollegare il tubo di aspirazione acqua dell’autoclave e collegarlo con i necessari raccordi al nuovo filtro. L’uscita va raccordata con un tratto di tubo – anche flessibile purché antischiacciamento – all’esistente autoclave. Installato ove risulti facilmente smontabile e distante da installazioni elettriche, il filtro eviterà che piccole impurità danneggino l’autoclave, il pressostato, le sfere dei rubinetti, i filtrini diffusori e, ancor peggio, le elettrovalvole, gli elettrodomestici (lavatrici, lavapiatti eccetera) e, contemporaneamente, ci fornirà un’acqua più pulita sebbene normalmente non potabile, a meno che non si installino sistemi di filtraggio a carboni attivi e purificatori a raggi UV.

L’ATTACCO A BANCHINA DIRETTO

Molto comodo e utile è un attacco diretto all’acqua di terra sul circuito dell’acqua dolce dell’imbarcazione. Anche in questo caso il montaggio è abbastanza semplice. Basta procurarsi un attacco rapido da incasso per acqua (con il rispettivo connettore per attacco alla manichetta di terra), una cannola di buona qualità resistente alla pressione, un regolatore di pressione, una valvola di non ritorno (per evitare che con poca pressione si invii acqua alla banchina dai serbatoi dell’imbarcazione), un eventuale filtro per acqua dolce e le varie raccorderie idrauliche.

Eseguiremo la connessione in un qualsiasi punto dell’impianto idrico dell’imbarcazione, ricordandoci di montare la valvola di non ritorno subito prima della mandata dell’autoclave. Il regolatore di pressione dovrà avere una taratura compatibile con l’impianto di bordo (normalmente tra 1,5 e 2,5 bar) e dovrà essere installato subito dopo l’attacco a banchina per evitare pressioni troppo forti che possano danneggiare le tubazioni di bordo.