In tutte le sue possibili forme, la copertura apribile del pozzetto è diventata dall’inizio degli anni 2000 in poi una caratteristica che ha differenziato le “vecchie” imbarcazioni dalle “nuove”. Infatti, in quegli anni abbiamo assistito alla modifica di quasi tutte le imbarcazioni in produzione con la versione hard top parzialmente apribile e l’uscita dei nuovi modelli non più “open” ma “HT”.

L’utilità delle cappottine

La possibilità di restare coperti e riparati dal sole, dagli spruzzi, dal vento e dalla pioggia, senza dover montare scomode e spesso antiestetiche cappottine in tela, rappresenta un’indiscutibile innovazione in tema di comfort in navigazione e durante le soste.

Contemporaneamente, il piacere di farsi accarezzare dal vento e dal sole quando non sono eccessivi, con il tetto aperto, nonché la ventilazione della plancia, sono elementi che rendono molto più piacevole lo stare in barca.

Il tutto senza considerare che le cappottine di tessuto si usurano rapidamente e non chiudono quasi mai perfettamente, senza contare che spesso il loro montaggio/stivaggio non è agevole.

Hard o soft top

Eccoci quindi a parlare degli HT – hard top – o soft top apribili, ossia tettucci a copertura della plancia e della dinette esterna che presentano un settore rigido o di tela o a lamelle che, mediante comandi quasi sempre elettromeccanici, idraulici e/o pneumatici, può essere regolato per far passare o meno aria, luce e sole.

Tali sistemi sono ideati e costruiti da ogni cantiere specificamente per ogni modello di imbarcazione così come vengono prodotti da aziende specializzate. In ogni caso devono essere sempre accompagnati da istruzioni d’uso che ne indichino pure le procedure di movimentazione di emergenza, poiché il loro mancato funzionamento può risultare decisamente problematico.

A seconda delle tipologie di aperture, possiamo così distinguerli:

  • soft top a funzionamento elettromeccanico o manuale (coperture con archi scorrevoli e telo ripiegabile su sé stesso);
  • portelli rigidi in vtr o vetro o metallici a funzionamento elettropneumatico;
  • portelli rigidi in vtr o vetro o metallici a funzionamento elettromeccanico;
  • portelli rigidi in vtr o vetro o metallici a funzionamento idraulico;
  • aperture a lamelle o altri sistemi industrializzati.

La manutenzione e il corretto utilizzo

Pulizia. Tutti i sistemi di apertura/chiusura hanno in comune delle guide laterali su cui scorrono archetti in acciaio inox (nel caso di soft top) o pannelli in vtr o altri materiali, che consentono la movimentazione e l’ancoraggio alla struttura della copertura. Tali guide, per assicurare un corretto funzionamento, devono essere sempre ben pulite, prive di ostacoli (ad esempio viti di fissaggio allentate che fuoriescano) e soprattutto non devono mai essere ingrassate. Questo perché il grasso (ad eccezione di particolari lubrificanti al silicone o similari quasi secchi) comporta due problematiche:

  • favorisce l’adesione di particelle di sporco e duri cristalli di sale (dovuti all’evaporazione dell’acqua di mare) che frenano lo scorrimento e usurano i materiali;
  • con le basse temperature, indurisce opponendo resistenza ai carrelli, ai cuscinetti o agli altri cinematismi presenti, che tendono ad aumentare il carico sul sistema di trazione e a bloccarsi.

Il grasso vecchio può essere eliminato usando l’acetone, lavando subito dopo la zona con acqua e sapone. L’occasione è buona per controllare eventuali viti e dadi allentati sia sulle stesse guide sia sui carrelli. Ciò risulta particolarmente importante per quei sistemi che prevedono anche un sollevamento/abbassamento parziale.

Controllo dei carrelli di scorrimento

Praticamente in tutti i meccanismi di movimentazione sono presenti dei carrelli che hanno parti o sfere in teflon, derlin o altre resine termoplastiche che, con la salsedine e la sporcizia, si deteriorano. In particolare, le sfere si bloccano e, trascinandole, perdono la sfericità.

In sostanza, tutte le parti soggette a scorrimento devono essere periodicamente pulite e controllate, sostituendole se anche solo parzialmente danneggiate.

Qualora si tratti di carrelli tipo Harken, questi possono essere facilmente manutenuti e smontati sostituendo le sferette interne (dal costo di pochi euro) svitando la chiusura anteriore e facendo attenzione a rimetterle nella stessa quantità, dopo aver pulito il loro canale di scorrimento.

Sistemi di blocco

Alcuni sistemi sono dotati di sistemi di blocco manuali e automatici che vanno ovviamente disinseriti prima dell’apertura e inseriti in chiusura, verificando che non vadano a forzare eccessivamente i relativi attacchi, che potrebbero deformarsi.

In base alle indicazioni del costruttore, bisogna verificare se le parti movimentabili possono restare aperte o semi aperte in navigazione, poiché la forza del vento e i colpi di mare potrebbero danneggiarne i meccanismi o, nel caso dei soft-top, rompere le cuciture o provocare distacchi.

Accortezze

Qualora il meccanismo di movimentazione sia ad azionamento idraulico, è da verificare periodicamente che non vi siano perdite dalle tenute del/i cilindri e che le tubazioni e raccordi idraulici siano ben serrati e non presentino eccessive curvature o screpolature o ossido.

Altrettanto da verificare gli attacchi dei pistoni alla struttura. Nel caso che vi siano cavi di azionamento in acciaio è necessario che questi siano sempre abbastanza tesi, che non presentino sfilacciamenti e che eventuali rulli di rinvio e cuscinetti installati siano in buone condizioni. Ovviamente è da controllare che non vi siano punti di sfregamento e attrito di tutti i componenti e leveraggi del sistema nelle fasi di apertura/chiusura.

Nel caso dei sistemi di chiusura a lamelle, si deve porre attenzione anche al controllo di ciascuna di esse, della sua corretta rotazione e dell’integrità delle relative guarnizioni di tenuta.

In alcuni sistemi sono previste anche guarnizioni, sia fisse sia gonfiabili. Queste ultime hanno bisogno di essere verificate anche nelle relative tubazioni di aria, che spesso possono danneggiarsi non consentendo il corretto blocco della copertura movibile. In tali sistemi, come in quelli ad azionamento pneumatico, vanno frequentemente verificate le tubazioni di aria che, qualora presentino crepe, vanno sostituite o tagliate nella parte rovinata, inserendo un raccordo di collegamento (che sarebbe sempre utile avere tra i ricambi insieme a qualche metro di tubazione).

I meccanismi

A capo di questi meccanismi ci sono motori elettrici che azionano pulegge, pompe idrauliche o compressori d’aria: anche questi, con i loro elementi accessori, vanno controllati, lubrificati e verificati.

I cavi, qualora presenti, possono essere leggermente lubrificati nelle parti non esposte all’aria con spray siliconici o similari. Importante è anche identificare la protezione elettrica (magnetotermici, fusibili, relais) e individuare i meccanismi (pulegge, rinvii, assi, cardani eccetera) che spesso sono nascosti in parti smontabili del controtetto dell’hard top), nonché – se c’è – la centralina elettronica di comando, consultando lo schema dell’impianto.

Importante è anche verificare il buon drenaggio dell’acqua dai canali di scolo perimetrali dell’apertura del tetto. Quasi sempre, ai suoi quattro angoli, sono presenti dei piccoli fori che sono soggetti a intasamenti di qualsiasi natura (polvere, sabbia, foglie piume eccetera). Un procedimento di pulizia risolutivo consiste nel posizionare una manichetta d’acqua a pressione su ogni foro in modo che l’acqua forzata ne disostruisca il canale e lo pulisca, facendo sempre attenzione che non vi siano gocciolamenti dalla parte inferiore della copertura, segno di qualche problematica che in tal caso deve essere risolta.

Funzionamento a strappi

In caso di funzionamento a strappi di un sistema con movimentazione a cavo in acciaio, va ristabilita la corretta la tensione di quest’ultimo, che normalmente è bloccato all’estremità con un morsetto all’interno della puleggia di avvolgimento, situata vicino al motore.

Dopo aver verificato che non sia saltato o rotto qualche rinvio, lasciando il tettuccio tutto aperto o tutto chiuso, si tira con una pinza il cavo all’estremità di fissaggio e lo si blocca nuovamente con qualche centimetro di meno, riprovando con attenzione la movimentazione. Se il cavo presenta qualche trefolo spezzato, va sostituito. In tale operazione è importante collegare il cavo nuovo al vecchio o legare un cavetto di traino per facilitare il passaggio all’interno delle tubazioni di scorrimento.

I soft top

Nel caso dei soft top è sempre opportuno verificare che non vi siano cuciture rotte che, col vento, potrebbero comportare lo strappo di tutta la copertura. Nel caso siano presenti è opportuno dare subito qualche punto di riparazione provvisorio, usando ago e filo per vele, facendo ricucire il tutto alla prima occasione.