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Con l’avvicinarsi del periodo di crociere o pernottamenti più lunghi e con l’aumentare del caldo, tutti coloro che hanno un impianto di aria condizionata lo attivano sperando che funzioni come l’anno precedente. Spesso, purtroppo, ciò non succede.

Innanzi tutto, alla fine della stagione precedente, ogni utilizzatore si sarebbe dovuto ricordare di lavare (o far lavare) il circuito di raffreddamento AC con acqua dolce per almeno un’ora, di smontare il filtro acqua di mare di raffreddamento e di svuotare il corpo pompa lubrificandone tenute e cuscinetti. Per non parlare della verifica delle raccorderie di bronzo o di ottone, poiché spesso il metallo – soprattutto se ottone – può indebolirsi e rompersi senza apparente motivo con ingressi pericolosi di acqua.

Pompa acqua di mare

Comunque, qualora tale procedura non si stata svolta, sconnettiamo l’alimentazione a 230 V, individuiamo la pompa acqua di mare (che è il componente più a rischio di problematiche) e verifichiamo (meglio se l’imbarcazione è a terra) se la chiave di aspirazione a scafo chiude bene. Se sì, chiudiamola.

Ora diamo una buona spruzzata di disossidante vicino ai cuscinetti e alla tenuta idraulica della pompa e, dopo averlo lasciato agire per qualche minuto, proviamo a far fare (se previsto dal motore e dal costruttore) un giro all’albero motore/pompa aiutandoci con un cacciavite che andiamo a posizionare sul retro della pompa dove solitamente si trova un taglio nell’albero motore.

Evitiamo di far fare un giro forzando le ventole di raffreddamento o graffiando lo stesso albero, anche perché potrebbero ruotare solo loro e/o potremmo anche spezzare l’albero motore. Svolta positivamente tale prova, puliamo da incrostazioni il filtro acqua di mare e verifichiamo la tenuta di tutte le fascette e l’integrità delle tubazioni fino allo scarico a mare, che di solito si trova a murata.

Quindi spolveriamo le ventole dei fan-coil interni aiutandoci con aria compressa o con uno spazzolino e puliamo o sostituiamo i filtri aria.

È ora il momento di riaprire la presa a mare e di collegare l’impianto elettrico alla corrente a 230 V. Procediamo quindi con l’accensione del nostro condizionatore e verifichiamo con un cercafase o un tester che non vi siano dispersioni di corrente sulla pompa o sul compressore e soprattutto che non vi siano perdite o trafilaggi di acqua dai tubi, anche vicino al compressore. A questo punto, se abbiamo effettuato tutti i giusti settaggi, il nostro impianto dovrebbe fornire aria fresca.

Nello sfortunato ma purtroppo frequente caso di problematiche, verificata la corretta alimentazione elettrica, procediamo nel seguente modo:
Acceso il magnetotermico di protezione, accertiamoci che il display di controllo si accenda e leggiamo se viene riportato qualche errore.
verifichiamo il tipo di errore sul manuale del condizionatore.

Accertiamoci che fuoriesca dallo scarico a murata il getto di acqua di raffreddamento.

Qualora non esca riproviamo a verificare come sopradescritto la pompa e il circuito acqua di mare.

Se l’acqua di raffreddamento esce correttamente, verifichiamo che non ci siamo ostruzioni nel percorso dell’aria trattata (condotti staccati, bocchette disconnesse o bloccate chiuse, filtro totalmente otturato, oggetti che schiacciano o bloccano tubi eccetera) e che le ventole interne girino correttamente e siano pulite, in particolare vicino l’asse di rotazione.

Compressore aria condizionata

Qualora i precedenti controlli abbiano dato esito positivo, concentriamoci sul compressore, ossia quell’elemento solitamente di forma ovale o cilindrica che è il cuore dell’aria condizionata, e controlliamo se fa strani rumori o vibrazioni.

Se quest’ultimo non gira, verifichiamo per quello che è possibile le connessioni elettriche (ricordiamoci sempre che abbiamo 230 V pericolosi) aiutandoci con un tester e un cercafase.

Se le connessioni sono corrette e la corrente arriva, probabilmente il compressore è rotto e da sostituire.

Se invece gira ma dopo qualche minuto le piccole tubazioni di entrata e uscita non si raffreddano, probabilmente manca il gas (da verificarne la tipologia per capire se è ancora in commercio) e si può provare ad effettuare un riempimento. Rimane comunque importante capire la causa dello svuotamento.

La perdita di gas potrebbe essere dovuta a un tubo criccato o a un raccordo lento, che possiamo provare a individuare con un po’ di acqua saponata posta su tubi e raccordi; potrebbe anche essere dovuta allo scambiatore di calore gas/acqua di mare che magari si è forato perché rimasto molto tempo con acqua di mare all’interno e privo di lavaggio, o per corrosioni dovute a correnti galvaniche. Infine potrebbe essere un problema del compressore che, però, è quasi sempre ermetico e non revisionabile.

Il consiglio, in presenza di un importante malfunzionamento – anche confermato da un tecnico – di un impianto che abbia oltre una decina d’anni d’età, è quello di acquistarne uno nuovo magari conservando la pompa acqua di mare dopo la sua opportuna revisione.

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