Per oltre mezzo secolo ha scritto di mare, di barche e soprattutto di grandi personaggi legati al mare. Giornalista con specializzazione nautica e storico navale, Vincenzo Zaccagnino si racconta: a cominciare dall’inizio della sua carriera con il primo incarico in RAI, come inviato speciale a Napoli per le Olimpiadi della Vela nel 1960 e poi i suoi primi articoli scritti per la rivista “Italia sul Mare”. Ma è nel 1962, in pieno boom economico, che riesce a realizzare il suo sogno, fondare una rivista e dirigerla. Insieme a Mario Sonnino Sorisio, nostro attuale editore, fondò il mensile “Nautica”, il cui numero zero fu distribuito durante la prima edizione del Salone Nautico di Genova!

Nell’editoriale scrisse: “… per chi naviga, per chi navigherà o per chi dovrà accontentare soltanto dei sogni, è nata Nautica, una rivista nuova per un fenomeno nuovo”. Fu una iniziativa editoriale encomiabile, coraggiosa, all’avanguardia, che scommetteva sul futuro. Zaccagnino, uomo intelligente e di grande carisma, intuisce che per il suo lancio il mensile deve essere promosso con “eventi originali e di buona eco mediatica”. Ed ecco l’idea nuova e originale: in America era appena nata una nuova formula agonistica l’”offshore motonautico”, corse dure, lunghe, a tutto gas in mare aperto, e Zaccagnino intuisce che lanciare l’offshore in Mediterraneo è un’idea vincente. E’ così che nasce una gara di 2 giorni fra Toscana e Corsica, la Viareggio-Bastia-Viareggio, ovviamente con il marchio della rivista “Nautica”. Fu un successo storico. Alla seconda edizione era presente Gianni Agnelli su un bolide progettato da Levi, dotato di 2 motori Maserati da 600 cavalli ciascuno…. Questa è storia.

Dopo 24 anni come direttore di “Nautica”, Zaccagnino si imbarca per una nuova avventura editoriale con la fondazione nel 1990 di “Yacht Capital”, una rivista che vuole raccontare l’universo che ruota intorno agli yacht. E’ l’occasione per lui di ottenere interviste esclusive a personaggi d’élite. Queste stesse interviste, che ci vengono proposte nella seconda parte del libro, svelano i segreti dei vip in barca, dai sovrani, come Juan Carlos di Spagna, Alberto di Monaco e gli sceicchi del Golfo, agli stilisti, quali Giorgio Armani, Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti e Diego della Valle. Ma anche politici, da Massimo D’Alema a Emma Bonino, da Daniela Santanchè a Beppe Grillo. E grandi firme, come Wilbur Smith, Luciano De Crescenzo, Piero Ottone. Senza dimenticare capitani di industria, come John Elkann, Carlo De Benedetti, Marco Tronchetti Provera, Patrizio Bertelli, Leonardo Ferragamo. E l’aspirante alla Casa Bianca, Donald Trump.

Un libro interessante, sul mondo della nautica, ricco di retroscena, aneddoti e curiosità del nostro mondo.

Di seguito alcune frasi tratte dalle interviste presenti nel libro.
Giorgio Falck: “Le barche si amano come le donne”.
Ted Turner: “Lo yacht ci fa uccidere l’avversario in regata, senza che nessuno si faccia male”.
Piero Ottone:In barca tutti i sentimenti diventano più intensi”.
Carlo Croce: “Nel lontano 1962 accompagnai mio padre e l’avvocato Agnelli negli Stati Uniti per proporre l’Italia come sfidante di Coppa America. Eravamo a cena nella villa di Kennedy a Cape Cod. La moglie del presidente, la bella Jacqueline, pensando di farci piacere fece scendere dalle scale i due figli John John e Caroline, vestiti da ballerini napoletani di tarantella. Non dimenticherò mai l’espressione perplessa di mio padre e dell’avvocato Agnelli”.
Luca Bassani: “A 12 anni il marinaio di famiglia mi ha messo al timone di uno yacht da crociera e mi ci ha lasciato per tre ore, andando a dormire. Fu in quella occasione che scattò in me la passione per la vela, che non mi ha più abbandonato”.
Raul Gardini: “Per me la barca è il sistema migliore per uscire dai problemi della vita. A bordo penso soltanto alla barca che ha, a sua volta, molti problemi. Comunque non mi danno stress, ma solo divertimento”.
Luciano De Crescenzo: “Solo con barche come i gozzi, tipiche imbarcazioni del Golfo, il mare è più mare. Lo dice la filosofia del gozzo, che sto sviluppando, perché ho scoperto che è l’unico tipo di barca che si armonizza alla perfezione con l’ambiente circostante”.
Donald Trump: “Comprare una barca (il Nabila pagato 29 milioni di dollari) è stato un investimento più divertente dell’acquisto di un Van Gogh. Ed è lo stesso di un’opera d’arte. Ha visto l’arredamento creato da Luigi Sturchio e le sculture di Pomodoro? E’ un capolavoro, una scultura galleggiante, come solo in Italia si poteva fare”.
Carlo De Benedetti: “Vivere il mare a vela è diverso dal viverlo con una barca a motore. Prenda il vento: con la vela lo aspetti, lo adori, lo invochi. Su un motoryacht è quasi un fastidio. E poi la vela ti regala un contatto con il mare che non ha eguali”.

Barchette di carta di Vincenzo Zaccagnino
La lunga rotta di un giornalista tra storie, sfide e personaggi della nautica internazionale
Ugo Mursia Editore, Milano – www.mursia.com – 296 pagine – Euro 17