Prende il nome dalla divinità egizia della vita il progetto ISIDE (Innovazione per la sicurezza dei mari), pensato per promuovere e sostenere l’incolumità umana durante la navigazione, in caso di incidenti e situazioni di emergenza che si possono verificare nelle più svariate circostanze fra due o più unità.

Si tratta di un progetto comunitario arrivato a conclusione e finanziato con i fondi del Programma Interreg Italia-Francia “Marittimo” 2014-2020, che vede come soggetto coordinatore l’Università di Cagliari – CIREM e partner la società consortile SIIT, il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, le Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e del Mare di Sardegna, Navigo Toscana, la Camera di Commercio di Bastia e dell’Alta Corsica, nonché la Camera di Commercio del Var a Tolone. “La sfida di ISIDE – hanno dichiarato i responsabili di progetto – riguarda il miglioramento della sicurezza in mare mediante lo sviluppo e l’applicazione di modelli di comunicazione innovativi che utilizzano le tecnologie ICT, al fine di contribuire a ridurre i rischi della navigazione commerciale e da diporto.

Sono stati messi a punto modelli e protocolli condivisi di teoria dell’informazione, vocali e audio-visivi, che sottostanno ai sistemi ICT di comunicazione fra terraferma e natanti, volti a ottimizzare le modalità dei segnali e delle composizioni testuali dei messaggi, al fine di ridurre le condizioni di rischio che possono derivare da una non corretta o ambigua interpretazione della comunicazione durante le situazioni di emergenza”.

Come evidenziato dagli studi preliminari, spesso accade che proprio in quelle circostanze ci si lascia prendere dal panico e dall’irrazionalità, non assumendo le decisioni corrette o auspicabili anche per aver comunicato male o compreso peggio il da farsi, finendo per rendere più critica la situazione.

Ciò, in particolare, può avvenire durante manovre in condizioni meteo-climatiche avverse, in navigazione, in fase di ingresso/uscita dal porto o di attracco in banchina. Secondo i promotori, “l’obiettivo generale di ISIDE è implementare un’infrastruttura di comunicazione ICT ad alta disponibilità essenziale per la sicurezza della navigazione, in grado di facilitare inoltre l’azione delle Capitanerie di Porto nelle attività di prevenzione e gestione delle situazioni di rischio in mare”.

Così è stato sviluppato un sistema di comunicazione testuale libero, idoneo ad operare in situazioni di emergenza mediante tablet, pc o altri dispositivi, in modo da rendere visibile sul monitor, durante la comunicazione, i messaggi di emergenza, poterli costantemente rileggere e avere la traduzione automatica nella lingua preferita.

La trasmissione dei dati avviene attraverso il canale VHF utilizzato normalmente nel sistema AIS impiegato dalle imbarcazioni, affiancato da un software specifico per l’invio testuale dei messaggi. Cinque le prove effettuate per testare il sistema, nei porti di Genova, Cagliari, Livorno, Tolone e Bastia.

A Livorno, si è svolta una “sperimentazione complessa”, dove sono state riprodotte due situazioni di emergenza in mare, con interazioni e comunicazioni fra il traghetto La Superba, la barca a vela Sine Die e la “control room” della Capitaneria di Porto di Livorno. Durante le esercitazioni, è stata simulata una falla a bordo della Sine Die, che ha causato l’ingresso di acqua in sentina e la caduta di un diportista in mare, con conseguente richiesta di soccorso alla motovedetta della Guardia Costiera.

Nel traghetto La Superba, invece, è stato simulato un incendio e il ferimento di un passeggero, con intervento dell’unità di soccorso che ha raggiunto la nave, operato il “triage” a bordo e prelevato il ferito con intervento di uomini e mezzi di Guardia Costiera, 118 e Vigili del Fuoco. In entrambi i casi, per le comunicazioni sono stati utilizzati strumenti tecnologici innovativi come smartwatch e tablet, che hanno permesso alla Capitaneria di stabilire un primo contatto sia con il comandante dell’imbarcazione da diporto sia con quello del traghetto.

Scopo della sperimentazione è stato valutare se, attraverso l’uso di tecnologie innovative e standardizzate, sia possibile ridurre la lentezza o l’inadeguatezza della gestione dell’evento ostile, specie da parte di diportisti non professionisti, impreparati a situazioni d’emergenza e colti nel panico nei porti che presentano difficoltà di accesso a determinate banchine, con condizioni meteo-climatiche avverse.