Dallo sport al mondo aziendale, le dinamiche di un equipaggio di sole donne a bordo di un 18 metri. Ne parliamo con la team manager Cristiana Monina
Quindici donne a bordo di una barca a vela – ciascuna con una esperienza sportiva diversa, ma unite dalla passione per il mare e dal piacere di navigare – hanno costituito per la prima volta un “equipaggio” che, coordinate dalla team manager Cristiana Monina, ha partecipato alla Rolex Capri Sailing Week a bordo dello Swan 60 “Spirit of Europe”. Un’impresa sportiva, certamente, ma che ha messo in luce alcune case history di interesse nella gestione del team e nel raggiungimento di un obiettivo, nello sport così come in qualsiasi altro contesto lavorativo e professionale.
A spiegarlo è proprio Cristiana Monina, CEO e founder di Cristiana Monina Nautical Events, azienda romana che da cinque anni organizza eventi relazionali e di formazione aziendale che hanno come strumento formativo proprio lo sport della vela.
“La sfida di questa regata – ha commentato Cristiana Monina – riguardava proprio quella di riuscire a integrare su una barca di 18 metri, con tutte le sue complessità, un equipaggio veliste con esperienze diverse, dalla partecipazione ai Giochi Olimpici, a regate oceaniche, al campionato invernale vicino casa. Quindici ragazze che come equipaggio avevano solo condiviso un fine settimana ed un altro giorno di allenamento prima della regata. Poche ore insieme, durante le quali hanno imparato a conoscersi, a interagire in vista dell’appuntamento più importante, la partecipazione alla regata”.
Come team manager, quali sono le difficoltà che maggiormente hai incontrato durante questa esperienza?
“L’aspetto legato alla comunicazione all’interno del team è stato quello sul quale ho dovuto lavorare maggiormente. La presenza di ragazze con esperienze diverse, alcune già abituate a lavorare in team, altre più abituate a lavorare in solitario, è quello di far comprendere la necessità di una comunicazione costruttiva per poter correggere eventuali errori del singolo per portare ad una crescita dell’intero team”.
Quanto è stato importante avere nel gruppo atlete con grande esperienza nelle classi olimpiche o nelle regate oceaniche?
Avere a bordo atlete con un’esperienza tecnica come Giulia Conti, Giovanna Micol, Claudia Rossi, Sally Barkow e Francesca Clapcich è stato fondamentale per far camminare al meglio la barca. La loro presenza a bordo ha anche consentito di creare un trasferimento di competenze con il resto del team, indispensabile per la crescita dell’intero equipaggio e far rendere al massimo l’imbarcazione. Il lavoro delle veliste professioniste ha avuto un valore più alto con la collaborazione del resto del team impegnato a lavorare sottocoperta, nella preparazione delle vele, che in una barca così grande sono faticose da gestire e da manovrare”.
Quindi possiamo dire che questa diversità di esperienze ha rappresentato un vantaggio?
“Sicuramente questa diversità fra i componenti del nostro team ha rappresentato un punto di forza. L’importante è definire tutti i ruoli a bordo, affrontare le problematiche e correggere gli errori, attraverso una comunicazione efficace e propositiva. La condivisione di informazioni ed esperienze consente di migliorare l’azione dell’intero team. Le capacità tecniche e la coordinazione di un team consentono di raggiungere equilibrio nell’equipaggio”.
Quanto queste dinamiche che hai vissuto a bordo si riflettono in un sistema aziendale?
La partecipazione con un equipaggio femminile alla Rolex Capri Sailing Week è stato ancora una volta una conferma che tutto ciò che accade in barca è esattamente tutto ciò che avviene all’interno di qualsiasi organizzazione. L’unica differenza è che a bordo di una barca a vela le criticità emergono in poco tempo rispetto ai tempi che si verificano in un processo aziendale. Attraverso la barca a vela si può riflettere sul margine di miglioramento che c’è in tutti noi, per riportarlo nella propria vita professionale o in qualsiasi altro contesto e come una comunicazione costruttiva ed efficace consente di risolvere in maniera più puntuale eventuali problematiche in qualsiasi settore. Questo fa riflettere su come si può trasformare un ‘gruppo’ in un team, valore che Yamamay, Jaked e Rossana Rossana Luxury Kitchens hanno alla base del loro lavoro quotidiano e che li ha spinti a salire a bordo con noi in questa impresa”.