I cinque team IMOCA finora iscritti alla The Ocean Race 2022-23 sono entrati nelle fasi finali della preparazione per il primo giro del mondo della classe in equipaggio completo.

Tutti e cinque i team stanno regatando questa settimana a Lorient in occasione del Défi Azimut e tutti, tranne uno, Holcim – PRB di Kevin Escoffier, stanno navigando con quattro membri di equipaggio e un onboard reporter (OBR), come previsto dal regolamento di The Ocean Race.

Parlando a un gruppo di giornalisti martedì sera, Boris Herrmann, skipper della barca con bandiera tedesca Team Malizia, ha dichiarato di ritenere che con l’avvento degli IMOCA in equipaggio completo per il giro del mondo stia iniziando una “nuova era nella vela oceanica”.   

“È uno stile di navigazione molto diverso con queste barche. È molto tecnologico e il lavoro dell’equipaggio è molto più sfaccettato e di livello superiore. Per questa regata è necessaria veramente una nuova generazione di velisti”.

Facendo eco ai commenti di Herrmann, lo skipper di 11th Hour Racing Team Charlie Enright (USA) ha dichiarato che la sfida di costruire un team per questo nuovo tipo di regata è stata diversa rispetto alle sue due precedenti campagne VO65 – Team Alvimedica nel 2014-15, e Vestas 11th Hour nel 2017-18.

“Penso che cosa sarà questa regata rimane ancora da vedere. Non è mai successo prima, quindi il modo in cui si crea un team non è del tutto chiaro. Il rapporto tra team tecnico e velisti si è praticamente invertito. Nell’ultima regata c’erano nove velisti a bordo e cinque nel team di terra, ora ci vuole un piccolo esercito per far funzionare queste cose. Sono molto tecniche, molto avanzate e c’è molta progettazione, quindi è sicuramente un’esperienza diversa.”

Dell’equipaggio a stelle e strisce guidato da Enright fa anche parte l’italiana Francesca Clapcich, che nella scorsa edizione aveva debuttato nel giro del mondo a bordo del VO65 Turn The Tide on Plastic e che oggi si trova ad affrontare una nuova sfida.

“Sono italiana e quindi mi piace la velocità in generale, sia in auto che in barca. Questa barca è incredibile e non ha nulla a che vedere con quello che conoscevo. Sarà una regata molto diversa rispetto all’ultima. Ci sono meno persone a bordo, ma allo stesso tempo c’è molto da fare. Si è più protetti, ma allo stesso tempo le velocità sono più elevate. Si tratterà di capire l’affidabilità delle barche e di assicurarsi di essere pronti a qualsiasi evenienza.
Il lavoro di squadra, come sempre, è importantissimo. Che ci siano 10 persone a bordo, o cinque, o due, l’importante è lavorare bene insieme e aiutarsi a vicenda nei momenti difficili.” Ha detto la velista triestina in conferenza stampa.

“The Ocean Race una regata straordinaria. L’ultima volta che ho navigato nell’Oceano Meridionale ho detto che non ci sarei mai più andata, e invece eccomi qui. Era la mia prima volta e non ne sapevo praticamente nulla, poi durante la regata il team diventa la tua famiglia. Quando si è a bordo si lavora davvero insieme. Ci sono giorni buoni e giorni cattivi, ma ogni singolo membro del team è lì per te e tu sei lì per loro.  

Si tratta di navigare, di spingere la barca il più possibile. Ma si tratta anche di tutte le persone che ti circondano: i compagni di squadra e il team che sta dietro a tutto, lo shore team che aspetta in banchina a ogni scalo.” Ha concluso la Clapcich, sottolineando l’importanza del gruppo.

Il francese Benjamin Dutreux, skipper di GUYOT environnement – Team Europe, ha conquistato il nono posto nell’ultimo Vendée Globe a bordo di un’imbarcazione non foiling e l’anno scorso ha vinto l’edizione inaugurale di The Ocean Race Europe sempre su un’imbarcazione non foiling.

Ora, insieme al co-skipper Robert Stanjek (GER), Dutreux e al resto del team è entusiasta di affrontare The Ocean Race sui foil, ma riconosce di avere molto da recuperare.

“Non vedo l’ora di vivere questa storia con il team, è una cosa enorme. È un sogno che si realizza, quindi sono molto felice. Ora dobbiamo solo andare veloci e imparare a conoscere questa barca foiling. Per me è il primo anno su una barca foiling. Ho iniziato quattro mesi fa ed è la prima settimana per il team, quindi dobbiamo imparare in fretta”.

L’olimpionica portoghese e campionessa mondiale di match race Mariana Lobato regaterà con Paul Meilhat (FRA) sul recentissimo Biotherm.  Lobato ha vinto The Ocean Race Europe con il VO65 del Mirpuri Foundation Sailing Team, ma ha detto di aver scoperto subito quanto fosse diversa l’esperienza di navigare su un IMOCA. Ha detto che la sua esperienza nel gioco di squadra è ciò che spera di portare al suo nuovo team.

“Non abbiamo passato molto tempo insieme e oggi abbiamo navigato insieme per la prima volta. Sono molto felice di avere questa opportunità di imparare. Il mio obiettivo è imparare ogni giorno e so che apprenderò molto perché abbiamo molto da fare”.

Lo skipper di Holcim – PRB Kevin Escoffier si è detto felice di tornare a The Ocean Race per la terza volta, dopo il terzo posto del 2014-15 e la vittoria del 2017-18, entrambi a bordo di Dongfeng Race Team.

“Sono molto felice di tornare come skipper. Non vediamo l’ora di essere al via e di competere con questi grandi team. Sono sicuro che faremo cose importanti con queste barche veloci e di grande impatto. Andremo in città che non hanno visto molti barche volanti e credo che saranno molto felici di accoglierci”.

Dopo il Défi Azimut, la prossima tappa per tutti i team, ad eccezione di 11th Hour Racing Team, sarà la regata transatlantica in solitario Route du Rhum da St Malo a Guadalupa, con partenza il 6 novembre.

Tutti e cinque i team si riuniranno poi presso la sede di The Ocean Race ad Alicante, in Spagna, a dicembre, in vista della partenza della prima tappa verso l’arcipelago africano di Capo Verde, il 15 gennaio 2023, insieme alla flotta dei monotipi VO65. La regata si concluderà per la prima, storica volta in Italia, a Genova con The Grand Finale, a fine giugno 2023 mentre la in-port race conclusiva è in programma per il 1 luglio.