L’IMOCA Prysmian Group ha varato ieri, alle 7:30 di mattina, al porto la Base di Lorient. L’imbarcazione, rientrata in Francia via cargo dopo la Transat Jacques Vabre dell’anno scorso, era subito entrata in cantiere, dove è rimasta più a lungo del previsto, in seguito alla crisi COVID-19.
Questi tre mesi di lavoro, a ritmo rallentato e nel rispetto delle norme sanitarie, sono serviti per apportare ulteriori migliorie all’imbarcazione. Un team ridotto e ad orari alternati di lavoro, ma sempre instancabile e motivato, ha portato a termine anche dei lavori programmati nel cantiere estivo: il prolungamento forzato a terra è stato proficuo.

Ora, sia Giancarlo sia la sua “barchetta” fremono per tornare a solcare il mare: le prove in acqua saranno importanti per riprendere gli automatismi nella navigazione in solitario e per testare in pratica le modifiche apportate.

Importanti verifiche durante il cantiere prolungato

« Oggi la barca è all’80{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} della configurazione che desideriamo raggiungere per il Vendée Globe. L’idea è testare il lavoro iniziato quest’inverno in cantiere. Una volta che avremo conferme positive dai primi test in mare, stabiliremo le diverse configurazioni da mantenere in navigazione e nella taratura degli impianti come: batterie, piloti automatici e calibrazione degli strumenti », racconta Giancarlo. « L’obiettivo per i prossimi mesi è aumentare l’affidabilità della barca per un giro del mondo in sicurezza e con buone prestazioni. Una barca affidabile è una barca che può andare forte: in questi mesi abbiamo praticamente smontato e rimontato tutta la barca, per una verifica generale. Tutte le strutture sono state passate agli ultrasuoni per controllare l’integrità totale dell’imbarcazione, messa alla prova dalle sollecitazioni dei foil. Ogni dettaglio curato porta maggiore possibilità di riuscita in futuro e meno problemi in navigazione. Abbiamo ricablato anche l’intero impianto elettrico per permettere a me e al team che mi seguirà da terra durante il giro del mondo, di conoscere minuziosamente ogni elemento della barca. »

Studio dell’ergonomia per una prestazione superiore

Grande attenzione è stata posta all’ergonomia a bordo che permetterà allo skipper un riposo ottimale e quindi un incremento del rendimento sportivo e della resistenza in condizioni meteorologiche estreme.
« Bisogna pensare che su una barca a foil il corpo è continuamente sollecitato, anche stando fermi a volte ci si stressa e si sprecano energie indispensabili. Implementando e migliorando sia le sedute sia i materassi, studiati sulla curva fisiologica del mio corpo speriamo di raggiungere questo scopo. Abbiamo pensato a varie soluzioni sia all’interno che all’esterno della barca: le sedute comunque dovranno favorire un rilassamento non troppo profondo per rilassare gli addominali ma per favorire un ritorno rapido all’azione. Poter fare le cose in semplicità e con un minimo di energia, in un progetto come questo, è un tassello fondamentale. »

Le modifiche al programma di regata: la nuova Vendée-Arctique-Les Sables d’Olonne

Il calendario IMOCA è stato cambianto causa emergenza COVID: essendo impossibile andare negli Stati Uniti, la Classe che raccoglie imbarcazioni monotipo di 60 piedi ha reagito con di una nuova regata, che partirà il 4 luglio: la Vendée-Arctique-Les Sables d’Olonne. Giancarlo sull’IMOCA Prysmian Group navigherà per 3.600 miglia in solitario su un percorso d’altura a triangolo: Les Sables d’Olonne, un waypoint a nord del circolo polare artico, uno nelle Azzorre e ritorno in Francia. Ad accompagnarli, sempre l’ONG Electriciens sans frontiéres.

Una bella prova prima di trovarsi sulla linea di partenza del Vendée Globe e per Giancarlo non è solo un test sportivo ed agonistico: ha un senso più profondo ed umano.

« La regata per me ha un doppio significato: sportivo, per testare i lavori di questo inverno e sperimentare la mia preparazione in vista della partecipazione al Vendée Globe a novembre, ma non solo. Questa regata è un segnale forte di speranza dopo la crisi che abbiamo passato e per me ha una valenza anche solidale perché farò del mio meglio per far vivere anche ai dipendenti di Prysmian Group e ai volontari di Electriciens sans frontière questa avventura umana, navigando in solitario in zone estreme ».